#contrattodigoverno sulla rete

Fratelli Caponi e non solo: il dileggio della rete sulle trattative #LegaM5S

di Marco lo Conte

Il contratto M5S-Lega che spaventa l’Europa, a partire dalla cancellazione di 250 miliardi di debito pubblico

3' di lettura

Per chi ha costruito la sua fortuna politica sulla rete rappresenta una nemesi: gli sforzi di Luigi Di Maio e Matteo Salvini per formare una maggioranza fondata su un contratto di governo stanno scatenando sui social media ondate di rigetto non troppo differenti da quelle che avevano colpito Matteo Renzi solo fino a pochi mesi fa.

Scherzi del web: quando dalla platea si va in scena, ogni sbavatura, errore, scivolone diventa l’obiettivo dei commentatori su Twitter o Facebook. Hater compresi: personaggi come il Napalm51 reso celebre da Maurizio Crozza oggi mettono al centro dei loro strali il leader del Movimento 5 Stelle e quello della Lega.

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L’effetto sullo spread è monitorato in diretta da mercati e policy maker. Il Quirinale osserva con attenzione e preoccupazione l’evolversi delle trattative, i telespettatori la sera davanti ai Tg si chiedono se il giorno dopo sarà quello giusto oppure no. Ma è sui social che si scatena la creatività corrosiva, ironica e salace di chi segue gli sviluppi delle trattative, che prende di mira non solo i temi su cui le parti cercano punti di convergenza ma anche la stessa formula del contratto di governo (il cui hastag #contrattodigoverno è in testa tra i trend topic da giorni).

Un fotomontaggio che presenta diverse variazioni sul tema

Non mancano le battute sulla bozza trapelata ieri, in cui Di Maio e Salvini progettavano (prima di ripensarci) di chiedere alla Bce di cancellare una parte del debito pubblico italiano pari a 259 miliardi di euro.

Precisiamo (a scanso di equivoci): non si tratta qui di dare una valutazione politica sulle trattative in corso, sugli obiettivi politici o le modalità per raggiungere questi scopi. E non è un caso che i due leader, proprio sugli account Facebook intestati a loro nome, aggiornino quasi quotidianamente i proprio sostenitori sulle tappe della trattativa, con quella ben nota disintermediazione della stampa che, come nel caso ormai di scuola che vede Donald Trump protagonista, viene dipinta come elemento di disturbo.

In ogni caso ciò che interessa è sottolineare come questa fase - per molti versi spiazzante della vita politica italiana - sia registrata dai social con un distacco ironico. Il governo del cambiamento, per i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e della Lega, ha di fatto l’ambizione di mandare in soffitta la Seconda Repubblica, inaugurando la Terza. Puntando a introdurre nuove ritualità di forma e di contenuto. Ma gli utenti di Twitter non sempre risultano disponibili a un’apertura di credito nei confronti dei protagonisti.

Anche in questo caso si registrano variazioni sullo stesso tema.

È il momento d’oro della satira: dal citato Maurizio Crozza a Gene Gnocchi hanno materiale da vendere per riempire i loro show. La rete e in particolare i social mostrano una vitalità assolutamente competitiva in materia. Il che provoca un combinato che sarebbe sbagliato da sottovalutare (e infatti qui ne parliamo): perchè in un’epoca come la nostra in cui il consenso viene costruito anche e soprattutto sulla rete e monitorato di minuto in minuto, le bordate di satira su Di Maio E Salvini rischiano di comprometterne la credibilità faticosamente conquistata sulle urne. Gli esempi del passato non mancano: il Bersani “Crozza version” ha eroso la credibilità dell’allora segretario del Pd, visto che entrambi comparivano, seppur in differenti orari, nello stesso schermo casalingo degli italiani (la tv).

E poi c’è tutto il capitolo delle ultime parole famose. Ossia il fenomeno del ripescaggio delle dichiarazioni del passato in cui i protagonisti di oggi avevano espresso pareri difformi da quelli attuali. A volte le dichiarazioni risalgono a diversi anni fa, ma il punto è che la rete è un po’ come la casa: nasconde ma non ruba. E ogni tanto ripropone posizioni su cui le correzioni di rotta non sempre sono agevoli.

Quei chiaccheroni incapaci che sono i 5 Stelle. Quando dalle parole passano ai fatti sono un disastro. Un governo “spelacchio” io non sono in grado di sostenerlo

In ogni caso, se le trattative dovessero davvero andare per le lunghe, c’è già pronto un tweet a commento dell’intesa finalmente raggiunta.

Continua.

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