oggi il premier incaricato vede visco

Conte: ministri tutti politici. Salvini insiste su Savona. Colle irritato: no diktat

di A. Carli e V. Nuti

Salvini: "All'estero non hanno nulla di cui preoccuparsi"

10' di lettura

Le tensioni con l'Europa, riaccese dalla dura presa di posizione “sovranista” e anti-Ue di Matteo Salvini, e quelle tra il Colle e i partiti del “quasi governo”, M5S e Lega. Nella prima giornata di consultazioni del premier incaricato Giuseppe Conte, da questa mattina impegnato in una maratona di incontri per accertare la base parlamentare del governo giallo-verde, a tenere banco sono i “messaggi” lanciati da Salvini all’Europa che suggerisce prudenza nelle politiche di bilancio e una manovra da 10 mld («intendo fare l’opposto»). Ma soprattutto lo scontro tra i due partiti, con il Carroccio in prima linea, e il Qurinale.

L’ attrito nasce dal timore di Mattarella che il premier incaricato non abbia in realtà alcuno spazio di manovra politico (come fa pensare il vertice Di Maio-Salvini sulla lista dei ministri in contemporanea ai colloqui di Conte). Altro problema, l’insistenza dei due partiti (ribadita ancora oggi, con la Lega a dare la linea) nel puntare su Paolo Savona (critico sull’euro) per il Mef, al punto da costringere il Quirinale a ribadire il suo no ai diktat che limitano le prerogative costituzionali del capo dello Stato e del premier in materia di ministri. Un affondo che evidenzia la distanza abissale che si è venuta a creare tra il Quirinale e i due partiti chiamati a sostenere il Governo Conte.

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Conte: tutti i ministri saranno politici che condividono obiettivi contratto
A fine giornata, la tensione resta alta, e i nodi politici restano tali, anche se dopo aver incontrato (separatamente) il premier incaricato sia Salvini che Di Maio assicurano che «la scelta della squadra dei ministri spetta a Conte e a Mattarella». Per qualcuno, il segnale che le due forze politiche potrebbero esplorare per il Mef candidature diverse da quelle di Savona, al momento il vero scoglio su cui si continua ad infrangere la formazione del governo “politico” tra Lega e M5s. Al termine delle consultazioni il professore di Diritto privato e primer incaricato da parte sua assicura che la lista cui dedicherà la giornata di domani sarà composta di ministri «politici, come me, che condividono obiettivi e programmi del Governo del cambiamento» e che «hanno dato prova di poter adempiere alle funzioni pubbliche che saranno loro affidate con disciplina e onore». Nelle sue previsioni, la lista dei ministri del Governo giallo-verde potrebbe essere portata all’attenzione del capo dello Stato già nella mattinata di sabato.

Domani incontro con il governatore di Bankitalia Visco
Molti gli strappi alla prassi politica italiana del premier incaricato, a partire dall’inserimento nell’agenda delle consultazioni politiche di un incontro - stasera - con una delegazione delle associazioni delle vittime dei default bancari, a conferma di una delle esplicite priorità del “Governo del cambiamento”: proporsi come l’avvocato del popolo. «La tutela del risparmio, spesso frutto di sacrifici, di una vita di lavoro, sarà uno dei principali impegni di questo Governo», ha spiegato infatti Conte ai giornalisti anticipando quanto dirà in serata alla delegazione dei risparmiatori nel corso di un incontro durato oltre un’ora e mezza: «Chi ha subito truffe o raggiri sarà risarcito». Conte ha poi annunciato l’intenzione di incontrare nella mattinata di venerdì il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.

Salvini e Di Maio: a Conte onore e onere di fare nomi dei ministri
Nel tardo pomeriggio gli appuntamenti chiave di Conte, il primo dei quali con la Lega e il suo segretario, Matteo Salvini, che al termine ha rassicurato i giornalisti e in qualche modo anche il Qurinale: «Noi non vogliamo distruggere ma solo aiutare l'Italia a tornare a contare in tutti i contesti europei e mondiali», e l’«onere e l’onore» di fare i nomi dei ministri spetterà al premier incaricato. «Siamo sereni, ottimisti e felici che il Paese possa avere finalmente un governo che passi dalle parole ai fatti», ha aggiunto Salvini, parlando di un confronto «su come iniziare a realizzare le nostre proposte su tasse, pensioni, giovani, lavoro, immigrazione, infrastrutture da fare e non da smontare».
A gettare acqua sul fuoco delle polemiche ci pensa a fine giornata anche il leader del M5S, Luigi Di Maio, reduce dall’ultimo colloquio delle consultazioni lampo del premier incaricato. «Oggi siamo molto felici, ci sono ancora alcune questioni da affrontare, dei ministri se ne occuperanno Conte e il presidente Mattarella, noi siamo una delle due forze che fa parte della maggioranza che mira a governare 5 anni», ha spiegato Di Maio.«Vogliamo fare poche leggi e fatte bene. Spero che il Parlamento non continui a sfornare leggi in modo bulimico, ci sono tante legge da eliminare come il redditometro, lo spesometro, gli studi di
settore», ha proseguito il capo politico dei 5 Stelle: «Non da sostituire con altra burocrazia, ma da eliminarle».

Il leader del Carroccio contro la Ue
La giornata si preannuncia politicamente “calda” già in mattinata, con il leader del Carroccio Matteo Salvini che risponde all’Europa, che ancora oggi ha messo in evidenza la necessità per il nuovo esecutivo di mantenere la barra dritta sulla politica fiscale, evitando un allentamento, con un tono assai poco conciliante: «L’Europa consiglia o meglio minaccia parlando di una manovra da 10 miliardi. Intendo fare l’opposto di quello che l’Ue ha minacciato ai governanti italiani negli ultimi anni», ha chiarito durante una diretta su Facebook. Dichiarazioni che rendono subito incandescente l’avvio delle consultazioni tra le forze politiche parlamentari e il presidente del Consiglio incaricato che questa sera -altra novità assoluta della prassi politica italiana- intende incontrare anche una reappresentanza delle associazioni di risparmiatori danneggiati dalla banche.

Lunga maratona di incontri
Il primo colloquio del premier incaricato è stato con gli esponenti di Centro democratico e “Più Europa”. Dopo la pausa di metà giornatagli incontri sono ripresi nel pomeriggio con i gruppi Autonomie, seguiti dai rappresentanti dei gruppi parlamentari di “Liberi e Uguali” , “Fratelli d’Italia” e dalla delegazione del Pd. Poi davanti a Giuseppe Conte si è seduta la delegazione di Forza Italia guidata dall’ex premier Silvio Berlusconi, che ha poi lasciato Montecitorio senza rilasciare dichiarazioni: il suo no al Governo M5S-Lega era già stato annunciato questa mattina.

Il vertice tra Di Maio e Salvini a Montecitorio
Nel corso del pomeriggio, nelle stesse ore in cui si sono tenute gran parte delle consultazioni alla Camera, Montecitorio ha ospitato anche un nuovo vertice tra Luigi Di Maio e Salvini. Al centro dell’incontro, presumibilmente, anche la lista dei possibili ministri e il nodo del dicastero dell’Economia, con M5S e Lega intenzionati a non fare passi indietro rispetto alla loro prima scelta per il ministero dell’Economia, Paolo Savona, posizione che ha scatenato la reazione del Colle.

Quirinale: tema non sono veti ma diktat a Conte
Al Quirinale stanno attendendo i risultati delle consultazioni di Conte. Alla domanda se esistano veti presidenziali su alcuni ministri, al Colle si risponde che il tema all’ordine del giorno non è quello di presunti veti ma, al contrario, quello dell’inammissibilità di diktat nei confronti del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica nell’esercizio delle funzioni che la Costituzione attribuisce a tutti due. La Costituzione prevede scelte condivise tra presidente del Consiglio e presidente della Repubblica sulla scelta dei ministri. La preoccupazione del Colle è che si stia cercando di limitare l’autonomia del presidente del Consiglio incaricato e, di conseguenza, del presidente della Repubblica nell’esercizio delle loro prerogative. L’articolo 92 della Costituzione, tra le altre cose, recita: «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri».

Mattarella: gestione dossier migranti sia responsabile
Un altro altolà, indiretto, di Mattarella a Lega e 5 Stelle arriva poi sul “tema” della gestione dei migranti, su cui il governo in cantiere promette una stretta. «L'Italia crede alla collaborazione» con l'Africa, come dimostra l'impegno del nostro Paese «sul fronte delle migrazioni, un fenomeno di portata storica che va governato da Africa ed Europa insieme, con lungimiranza e spirito di responsabilità e ci ha visto finora in prima linea a sostegno di un approccio volto a sconfiggere le cause profonde di questa tragedia e a tutela della vita e della dignità dei migranti», ha affermato il capo dello Stato in un passaggio del suo discorso in occasione del 55mo anniversario dell'Unione Africana.

Gruppo Misto in ordine sparso
Allo stato attuale le consultazioni di Conte registrano il no di “Europa-Centro democratico” e “più Europa con Emma Bonino” al governo Lega-M5S. No anche dalla componente Civica Popolare-Ap-Psi-Area Civica del gruppo Misto della Camera. E no ancora da Noi per L’Italia. Positivo invece il colloquio con i due parlamentari del Maie (Movimento associativo italiani all'estero) e con i due eletti ex M5s, tutti iscritti al gruppo Misto, che hanno annunciato il loro sì alla fiducia. Al Senato, in particolare, il,loro appoggio fa salire a 171, dieci voti sopra la maggioranza assoluta, il numero dei senatori disposti a sostenere il governo M5S-Lega. Ma il numero potrebbe ancora salire, visto che i quattro rappresentanti delle Autonomie (Svp-Patt e Uv) - incontrati nel primissimo pomeriggio - hanno deciso di tenere aperta l'interlocuzione con Conte. Il premier incaricato ha avviato in tarda mattinata le consultazioni. Gli incontri chiave stasera coi due partiti dell’alleanza giallo-verde.

LeU e Pd convintamente all’opposizione
Nel pomeriggio i contrari al governo giallo-verde arrivano a contare anche i rappresentanti del Pd e di “Liberi e Uguali”. Il segretario reggente dei dem, Maurizio Martina, terminato il faccia a faccia con Conte, ha ribadito l’intenzione di «esercitare fino in fondo un'opposizione determinata, seria, responsabile, di merito». Martina ha inoltre sottolineato che il contratto di Governo M5S-Lega «ha in sé degli elementi di iniquità, di pericolosità, di propaganda che noi vogliamo contestare e contrastare». Al temine dell’incontro con Conte l’ex presidente del Senato Pietro Grasso ha confermato che LeU sarà «convintamente all'opposizione: nell'accordo di programma ci preoccupa come sono stati trattati temi delicati come le discriminazioni, i diritti civili, la sicurezza, la progressività fiscale, la idea di democrazia e il vincolo di mandato», ha concluso Grasso.

Opposizione “selettiva” per FdI
All’opposizone ci sarà anche “Fratelli d’Italia”. Al termine del colloquio con il professor Conte la presidente di FdI, Giorgia Meloni, ha spiegato che la linea del partito sarà quella dell’opposizione “selettiva”, pronto cioè ad appoggiare il Governo su singoli provvedimenti e politiche tendenti a restituire «sovranità» all’Italia, in particolare nei rapporti con l’Europa e nella gestione del dossier immigrazione. Altri temi che potrebbero incontrare il favore di FdI sono la flat tax («è una proposta di tutto il centrodestra») e le misure finalizzate ad abbassare le imposte per le imprese. «Speriamo - ha concluso la leader di FdI - che il Governo faccia bene, nonostante noi non ci saremo, perchè tifiamo sempre per l'interesse della nazione. E vigileremo, non abbiamo bisogno di poltrone da ministro per fare il nostro dovere nei confronti degli italiani», ha assicurato.

Il contratto M5S-Lega che spaventa l’Europa, a partire dalla cancellazione di 250 miliardi di debito pubblico

Di Maio: Savona è tra i nomi
Il professore ha accolto le delegazioni dei gruppi parlamentari con due collaboratori e il contratto sul tavolo. Gli incontri avvengono nella Sala dei busti alla Camera dei deputati. Chi ha avuto modo di parlarci lo descrive come molto gentile e pronto ad ascoltare gli interlocutori. I collaboratori in alcuni casi - viene raccontato - verbalizzano i colloqui e talvolta è lo stesso premier a prendere appunti, in particolare quando vengono espresse critiche sui punti del programma. Uno dei nodi chiave è la guida dell’Economia. Il capo del M5s Luigi Di Maio ha assicurato che fra i profili in esame c’è sicuramente quello dell’economista Paolo Savona e che fra M5s e Lega c'è un perfetto allineamento.

La chiusura di Renzi e Berlusconi
Hanno confermato il loro no l’ex premier dem Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: per il primo «adesso loro diventano l’establishment, non hanno più scuse». Il secondo ha detto che il contratto di governo contiene scelte preoccupanti e accusa M5s di giustizialismo.

Bonino, da noi opposizione, non sia contro Ue ma protagonista fase nuova
«Abbiamo preannunciato la nostra opposizione molto rigorosa e detto che, al di là della propaganda, gli interessi italiani si difendono in Europa e non contro l’Europa: lavoro, pensioni, sviluppo, crescita economia si discutono e trovano sinergie nel contesto europeo e non nazionale e di chiusura. Quindi chiederemo senza sosta al Governo non di essere antagonista in Europa ma protagonista di una nuova fase di rafforzamento dell’Unione senza complessi di inferiorità» rispetto ad altri Paesi. Così Emma Bonino, al termine della prima consultazione del premier incaricato, Giuseppe Conte, con i gruppi parlamentari. Bonino era nella delegazione delle componenti dei gruppi Misti di Camera, “Europa centro democratico”, e del Senato, “Più Europa con Emma Bonino”. Le due componenti, ha detto, hanno inoltre rappresentato a Conte «le preoccupazioni per il diritto di asilo e tutta la questione relativa all'immigrazione nonché quella sulle coperture finanziarie relative alle proposte che stanno nel contratto».

Governo, le consultazioni di Conte con i partiti

Lorenzin: faremo opposizione rigorosa e attenta ma costruttiva
La componente Civica Popolare-Ap-Psi-Area Civica del gruppo Misto della Camera, ha chiarito Beatrice Lorenzin, al termine dell’incontro con Conte, farà una «opposizione rigorosa, attenta ma nello stesso momento costruttiva, nell’interesse dell’Italia e degli italiani.Vigileremo con grande attenzione sulle misure del contratto di governo tra M5S e Lega di fronte a cui abbiamo molte molte perplessità sia per la sostenibilità delle misure rispetto all’economia reale del Paese» sia «rispetto a una visione dell’Italia all’interno del contesto internazionale» e «rispetto all’Europa che si accinge a una fase molto importante nel 2019 in cui, nel semestre di presidenza della Romania si decideranno i nuovi obiettivi». Il ministro della Salute del Governo uscente ha poi sottolineato la necessità di garantire la sostenibilità dei sistemi di welfare e sanitario e, in quest’ultimo ambito, di restare «ancorati a una visione scientifica nelle scelte sanitarie».

Lupi: premier espressione del M5S, non lo sosteniamo
«Abbiamo fatto gli auguri al professor Conte, ma abbiamo fatto presente le distanze che esistono tra il nostro gruppo ed il contratto di governo sottoscritto da M5s e Lega. A detta dello stesso M5s, il premier è un’espressione politica del Movimento per cui un governo a guida M5S non lo condividiamo ed è distante dalla nostra visione politica. Non sosterremo questo governo». È la posizione espressa da Maurizio Lupi, capogruppo di Noi per L’Italia al termine delle consultazioni con Conte.

Salvini agli alleati del centrodestra: abbiate fiducia
Intanto, nell’ambito del centrodestra, il leader della Lega Matteo Salvini lancia segnali di distensione a Forza Italia e Fdi, che hanno annunciato il loro voto contrario alla fiducia sul nuovo esecutivo. «Dico a tutti gli amici del centrodestra, di FI e FdI, di avere fiducia - ha detto Salvini in una diretta su facebook - : faremo quello che va fatto. Anche o avrei preferito avere l’incarico da Mattarella ma non è andata così. Io sono fiducioso che l’Italia torni a essere quello che era, non abbiamo niente da invidiare a nessuno. Se non governi che difendevano i loro interessi».

«Ue minaccia, noi faremo l’opposto»
Un passaggio dell’intervento del segretario federale del Carroccio è stato sull’Europa, dopo i commenti espressi da alcuni commissari. «L’Europa consiglia o meglio minaccia parlando di una manovra da 10 miliardi. Intendo fare l’opposto di quello che l’Ue ha minacciato ai governanti italiani negli ultimi anni». «I fatti contano più delle parole. L'Ue è basata sul dialogo, rispetto degli obblighi e cooperazione leale», ha invece commentato Margaritis Schinas, portavoce della Commissione europea riferendosi a al passaggio europeista dell'intervento di ieri del premier incaricato.

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