i resistenti

Monti: «Umiltà o si rischia la troika». Renzi: «Conte non eletto come me»

di Redazione Roma

Renzi a Salvini: basta clima incendiario, rappresenti l'Italia

4' di lettura

In Aula al Senato, nel dibattito pomeridiano che segue il discorso programmatico del neo premier Giuseppe Conte, ad un certo punto aleggia anche lo spettro della troika Ue. Ne parla l’ex commissario Ue ed ex premier Mario Monti, che nel suo intervento chiede al Governo Lega-M5S «nella sua interezza» più «umiltà e realismo» altrimenti rischia di far subire all’Italia «l'umiliazione della troika». Un modo per riferirsi al possibile “commissariamento” del nostro Paese da parte di Bruxelles che potrebbe affidare la nostra politica economica ad un terzetto rappresentanti della Commissione Ue, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale per riportala nei binari dei vincoli di bilancio imposti dai Trattati Ue.

«Troika realtà disgustosa, fatto di tutto per evitarla»
Oggi lo spread tra Btp e bund tedeschi è arrivato 235 punti base, ha ricordato Monti, «quello della Spagna è di 98». E quota 235 «non è distante da quel 255 che il ministro Moavero e il mio governo abbiamo lasciato», ha aggiunto, rievocando la sua esperienza a palazzo Chigi dopo il passo indietro obbligato di Silvio Berlusconi costretto a lasciare proprio per l’impennata dello spread nel novenbre 2011 (quando arrivò al record di 576 punti base). «L'allora Terzo Polo» tra FI e Pd - ha proseguito Monti - per oltre un anno ha sostenuto provvedimenti che hanno consentito all'Italia di venir fuori da una spaventosa crisi finanziaria». La troika, finora imposta da Bruxelòles solo alla Grecia travolta dal debito, «è una realtà disgustosa e abbiamo fatto di tutto per risparmiare all' Italia questa dimostrazione di scarsa dignità», ha concluso l’ex premier, rievocando proprio la politica di austerità da lui promossa: «Fu la premessa che consentì alla Bce quelle politiche che rischiano di farci addormentare un po' tutti».

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Renzi: Conte premier non eletto, è un collega
Dall’ex premier Monti all’ex premier dem Matteo Renzi, che nel suo primo intervento in Aula da senatore ma promesso “regole d’ingaggio” leali del Pd all’opposizione. Da parte dei dem, ha promesso Renzi, non ci saranno occupazioni dei banchi del governo o della presidenza «come nella scorsa legislatura», nè campagne social contro i ministri , o «grida “mafia, mafia” contro il governo, dando fiato ai pregiudizi contro di noi». «Lei è un premier non eletto, un mio collega, ma nessuno può negarle la legittimità», ha poi attaccato, Renzi, negando che sia nata la terza Repubblica. «Non so se è il governo del cambiamento. Intanto è cambiato il vocabolario», ha concluso Renzi, citando tra gli “aggiornamenti”, l’evoluzione di termini come partitocrazia («oggi si chiama democrazia parlamentare») e condono («oggi si chiama pace fiscale»).

Morra (M5S): debito dovuto a spese allegre, dov’era Monti?
A stretto giro, dai banchi della maggioranza il senatore M5s Nicola Morra ha accetttao di buon grado l’invito alla modestia arrivato da Monti («Il miglior augurio per cambiamento di questo paese») ma non prima di avergli ricordato che «parlare di ”realtà disgustosa”, anche se di diretta emanazione del Fmi e il riferimento è alla troika, dà l'idea di che cosa possa diventare un'Europa sempre
più condizionata, ricattata dai mercati». «È vero che lo spread sale - ha concluso Morra - ma è anche vero che se annaspiamo con un debito pubblico alto, anche se sostenibile, è perché alcuni hanno speso allegramente: e dov'era Monti mentre altri spendevano in questo modo?».

Grasso (Leu): no alla flat tax, «favore fatto ai ricchi»
 Poche le sorprese, nel lungo dibattito pomeridiano seguito all’intervento di Conte. Il no scontatto alla fiducia di Liberi e Uguali è stato confermato dal leader Pietro Grasso dopo aver accusato Movimento 5 Stelle e Lega di aver «iniziato male» la loro alleanza di Governo, in particolare per le dichiarazioni sulle famiglie arcobaleno del neoministro leghista della Famiglia e disabilità, Lorenzo Fontana. Tra le cose del “nuovo corso” penta-leghista che Leue non intende accettare Grasso ha ricordato la Flat Tax, «un favore solo ai ricchi» finanziato con tagli alla sanità e all'istruzione pubblica: «Vigileremo perché non sia perpetrata l'ennesima ingiustizia nei confronti delle classi meno abbienti di un aumento della tassazione indiretta per fare cassa». No anche «all'idea per cui sia più sicuro un paese dove aumenti il numero delle armi in circolazione, dove la difesa sia affidata ai singoli cittadini e non allo Stato».

Pd: no a passi indietro sui diritti sociali e civili
Per il Pd, Antonio Misiani ha promesso «un'opposizione severa ma costruttiva: se il governo metterà da parte la propaganda e presenterà provvedimenti seri, come sul reddito di inclusione e il salario minimo. Opposizione senza sconti invece in caso di passi indietro sul fronte dei diritti sociali e civili, anche qui con un riferimento al ministro Fontana: «Se ne faccia una ragione Fontana: le famiglie arcobaleno esistono».

Pichetto Fratin (Fi): flat tax non sia solo proclama
Di appoggio selettivo ai provvedimenti della maggioranza in base agli obiettivi condivisibili ha invece parlato Gilberto Pichetto Fratin, di Forza Italia, sottolineando in positivo la prevalenza dei temi economici e della sicurezza nel programma di Governo, in parte previsti anche dal programma elettorale dei partiti di centrodestra. Misure come la flat tax e il reddito di inclusione «dovrebbero far ripartire il paese», e il loro impatto teorico «non fa una grinza, auspico che non sia solo un proclama», ha spiegato.

Standing ovation dell’Assemblea per Giuliana Segre
Astensione sul voto di fiducia e valutazione «volta per volta» delle scelte dell'esecutivo, «senza pregiudizi ma solo nell'interesse del popolo italiano». Ad annunciarlo, nel corso della sua dichiarazione di voto è la senatrice a vita Liliana Segre. «Mi rifiuto di pensare che la nostra civilità democratica sia sporcata da leggi speciali» nei confronti di Rom e Sinti, ha spiegato Segre nel suo intervento, che ha suscitato lunghi applausi e una standin ovation dell’Assemblea: «Se accadrà mi opporrò con tutte le forze». Dopo aver ringraziato Mattarella «per aver deciso di ricordare l'80mo anniversario delle leggi razziali» nominando senatrice a vita «una vecchia signora che porta sul braccio il numero di Auschwitz» Segre ha ricordato anche «l'umiliazione» di quanti vennero esclusi dalla società in tempi che prepararono «la shoah italiana, che fu uno dei crimini del fascismo italiano».

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