INCONTRO con i manager petroliferi

Il Papa a «big oil»: «Cerchiamo insieme fonti alternative»

di Carlo Marroni

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2' di lettura

«C’è bisogno di discutere insieme - industriali, investitori, ricercatori e utenti - riguardo alla transizione e alla ricerca di alternative. La civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà! L’individuazione di un adeguato mix energetico è fondamentale per combattere l'inquinamento, sradicare la povertà e promuovere l'equità sociale». Con una singolare coincidenza con il G7 (e il Bildberg) Papa Francesco riceve i maggiori petrolieri del mondo, in Vaticano per l’incontro di due giorni dedicato ai massimi dirigenti delle multinazionali dell’energia, iniziativa promossa dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale e dall’università statunitense di Notre Dame.

All’evento, che aveva come tema la transizione energetica e la cura della casa comune e che si è svolto presso la Casina Pio IV in Vaticano, hanno preso parte tra gli altri i ceo di ExxonMobil, Eni , British Petroleum, Royal Dutch Shell, Equinor (l’ex Statoil norvegese) e Pemex. Il Papa ha detto che l’intenso movimento di masse di informazioni, di persone e di cose che caratterizza l’epoca contemporanea «ha bisogno di tanta energia, un bisogno superiore ad ogni epoca trascorsa», anche se c’è più di un miliardo di persone che ancora non ha accesso all’elettricità. La sfida è dunque quella di «riuscire a garantire l’enorme quantità di energia necessaria per tutti» ma «con modalità di sfruttamento delle risorse che evitino di produrre squilibri ambientali tali da causare un processo di degrado e inquinamento, da cui l'intera umanità di oggi e di domani resterebbe gravemente ferita».

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Francesco ha ricordato l’accordo sul clima sottoscritto a Parigi nel dicembre 2015 e l’intenzione di limitare la crescita del riscaldamento. «Due anni e mezzo dopo, le emissioni di CO2 e le concentrazioni atmosferiche dovute ai gas-serra sono sempre molto alte. Questo è piuttosto inquietante e preoccupante. Destano preoccupazione - aggiunge il Pontefice - anche le continue esplorazioni per nuove riserve di combustibile fossile», nonostante l’accordo di Parigi «consiglia chiaramente di mantenere nel sottosuolo la maggior parte del carburante fossile».

C’è sempre bisogno di «un’oculata valutazione dell’impatto ambientale delle decisioni di natura economica, per considerare bene i costi umani e ambientali a lungo termine, coinvolgendo il più possibile nei processi decisionali le istituzioni e le comunità locali». Il Papa riconosce che sono stati compiuti dei progressi: «Le compagnie petrolifere e del gas stanno sviluppando approcci più approfonditi per valutare il rischio climatico e modificare di conseguenza i loro piani imprenditoriali. Questo è degno di lode. Gli investitori globali stanno rivedendo le loro strategie d’investimento per tenere conto delle considerazioni di natura ambientale. Iniziano ad emergere nuovi approcci alla “finanza verde”. Certamente si sono fatti dei progressi».

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