l’inchiesta

M5S-Lega, perché la vicenda dello stadio della Roma sta imbarazzando il governo

di An.Ga.

Il nuovo stadio di Roma, tutte le tappe

2' di lettura

È lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che all’indomani dei nove arresti per sospetti illeciti dietro la costruzione dell'impianto giallorosso a Tor di Valle, parla di «massima attenzione del Governo» pur precisando che non esiste un «caso Roma, ma un caso corruzione sul quale dobbiamo stare attenti». Il macigno giudiziario è inevitabilmente diventato anche una bufera politica. Con forte imbarazzo per i contatti di alcuni protagonisti della vicenda con il governo Lega-M5s.

Le figure chiave dell’inchiesta
Le figure-chiavi sono quelle dell'imprenditore Luca Parnasi e del presidente dell'Acea (dimessosi dall’incarico dopo l’arresto), l'avvocato genovese Luca Lanzalone, uomo «scelto da Grillo e M5S per risolvere i problemi» secondo gli inquirenti. I due, raggiunti da ordinanza di custodia cautelare assieme ad altre sette persone, ricoprono, secondo l'accusa, i ruoli dell'imprenditore privato pronto ad oliare gli ingranaggi della politica con una corruzione sistematica e trasversale e quello del consulente scelto dalla politica, per far combaciare gli interessi di pubblici e privati in una opera mastodontica da circa un miliardo di euro.

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Il rapporti di Lanzalone con il M5s
Lanzalone in particolare è espressione dei vertici del Movimento 5 Stelle, legato a Luigi Di Maio che accompagna al suo esordio, lo scorso settembre, al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Ed è stretto consulente della sindaca di Roma Virginia Raggi, che a inizio 2017 gli affida il dossier più delicato, quello dello stadio, che va rimodulato sulla base delle richieste del M5S: meno cubature, più attenzione alla sostenibilità ambientale. Lanzalone, secondo l’accusa, sarebbe stato corrotto con una tangente da 12mila euro più altri 90mila promessi con consulenze.

Le indagini della procura sui fondi alla Lega
Ma a essere coinvolta dalla vicenda è anche la Lega. Dalle intercettazioni contenute nell’informativa dei Carabinieri di Roma, allegate agli atti dell’inchiesta sul presunto giro di tangenti per accelerare il progetto del nuovo stadio della Roma si parla anche di una cena tra Luca Lanzalone, Luca Parnasi, e l’attuale sottosegretario alla presidenza, il leghista Giancarlo Giorgetti, il 12 marzo a casa di Parnasi. Nell'ordinanza della magistratura viene citato anche il versamento di 250 mila euro che Parnasi, tramite una sua società, avrebbe effettutato all’associazione “Più Voci”, rappresentata dal tesoriere e deputato della Lega, Giulio Centemero. E a meno di un mese dalle scorse consultazioni, l’imprenditore Parnasi avrebbe organizzato un nuovo contributo al Carroccio: centomila euro fatti passare attraverso due società a lui riconducibili. Quanto al ministro dell’Interno, la posizione di Matteo Salvini è: «Quello che posso dire è che Parnasi, per come l'ho conosciuto, mi è sembrata una brava persona».

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