Finanze vaticane

Papa nomina Galantino alla guida del «Tesoro immobiliare»

di Carlo Marroni

Monsignor Nunzio Galantino

2' di lettura

Cambio alla guida del ministero del “Tesoro” del Vaticano: il Papa ha nominato presidente dell’Apsa (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica) il vescovo Nunzio Galantino, da fine 2013 segretario della Conferenza episcopale italiana. Sostituisce il cardinale Domenico Calcagno, che lascia per motivi di età, avendo compiuto (anche se da poco, troppo poco secondo la prassi) 75 anni.

Avanti con la trasparenza
La decisione di nominare Nunzio Galantino è arrivata dopo che alla vigilia del viaggio a Ginevra dei giorni scorsi lo stesso pontefice aveva annunciato l'imminente decisione di un cambio all’Apsa, con la volontà di proseguire in un processo di trasparenza nelle gestione degli immobili vaticani, che hanno molte origini diverse, e in passato sono stati fonte di scandali.

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Presto la porpora per il nuovo presidente
Quella di Galantino in Curia non è una nomina attesa, mentre lo è quella della sua uscita dalla carica di numero due della Cei, a nove mesi dalla scadenza del mandato quinquennale pieno (all’inizio era entrato ad interim). Infatti dopo l’elezione del nuovo presidente della Conferenza, il cardinale Gualtiero Bassetti – al posto dell’uscente Angelo Bagnasco - un ricambio nella guida operativa della possente macchina della Cei era nell’aria. Naturale per quella posizione una nomina alla guida di un una diocesi (lo è stato per i suoi predecessori Betori e Crociata, alla guida di Firenze e Latina), ma poi non si è andati avanti, così come – a quanto riporta Vatican Insider - per la guida della sezione dedicata ai migranti nel nuovo Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, che ha il Papa ad interim. Per Galantino è alle viste la nomina a cardinale, come previsto dalla Costituzione Pastor Bonus.

Nel dicastero un tesoretto di 3 miliardi di immobili “liberi”
L’Apsa da sempre è uno dei dicasteri-chiave nel potere vaticano, pietra miliare delle finanze, oltre che degli immobili. Secondo una valutazione del Sole 24 Ore, basata su stime convalidate da fonti interne alla Curia, l’Aspa può disporre di immobili “non funzionali”, quindi liberi da vincoli di uso strumentale (come i palazzi pontifici, sia dentro le mura che nelle aree extra territoriali) del valore di circa tre miliardi, tra Roma, Milano e alcune capitali estere. Inoltre l’Apsa ha un suo portafoglio di investimenti finanziari, che non è mai rientrato nella concentrazione in un unico “vatican asset management” come era stato pensato all’inizio della riforma delle finanze, progetto poi evaporato come altri.

La gestione degli immobili restituita all’Apsa
Ma certamente all’inizio, nel 2014, alcuni provvedimenti erano stati presi e l'Amministrazione era stata inizialmente privata della gestione dei beni immobili per affidarla alla neonata Segreteria per l’Economia del cardinale australiano George Pell, che diventava controllore e controllato allo stesso momento. Ma questa decisione era durata poco, circa tre mesi: dopo un colloquio con Calcagno il Papa modificò il “rescritto” e restituì la gestione degli immobili all’Apsa, al termine di un braccio di ferro con la Segreteria per l'Economia, che da un anno circa (da quando Pell è in Australia per difendersi dalle accuse di pedofilia) è guidata di fatto dal segretario monsignor Luigi Mistò, un milanese abile nella gestione dei conti economici che ha riportato pace nei rapporti con le altre strutture curiali.

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