dopo il consiglio dei ministri

Dal Salva-Italia al decreto dignità, le priorità nei primi atti degli ultimi 5 esecutivi

di Andrea Marini

Decreto Di Maio: dal maxi indennizzo sui licenziamenti alla stretta su contratti a termine e delocalizzazioni

2' di lettura

Dal decreto Salva Italia, che con il Governo Monti ha messo in sicurezza i conti del paese a fine 2011, fino all’ultimo decreto dignità, il primo provvedimento del governo giallo-verde. In mezzo c’è il decreto Imu del Governo Letta, le misure sul risparmio dell’Esecutivo Gentiloni e il decreto lavoro voluto dall’allora premier Matteo Renzi. I primi atti varati dagli ultimi cinque governi sono importanti per capire le loro priorità, al netto delle promesse che spesso vengono annunciate nel discorso di insediamento.

Decreto dignità e priorità al lavoro
A poco più di un mese dall’insediamento il governo Conte ha dato in consiglio dei ministri ieri il via libera al suo primo decreto, ribattezzato “dignità”. Tra le principali misure, aumento del 50 per cento delle indennità per i licenziamenti senza giusta causa e stretta sui contratti a termine, che non potranno durare più di due anni e comunque dovranno essere giustificati dopo i primi 12 mesi, con le regole che vengono estese anche agli interinali.

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Monti e il Salva-italia: conti in sicurezza
Priorità del tutto diverse rispetto alla prima misura varata dal governo Monti a fine 2011: il Salva Italia, che vide il via libera pochi giorni dopo l’insediamento del Professore. L’obiettivo era mettere in sicurezza i conti e assicurare per il 2013 il pareggio di bilancio. Ha dato il via alla riforma delle pensioni, finita nel mirino proprio dell’attuale esecutivo.

Stop alla rata Imu con Letta
Priorità ai conti anche per l’esecutivo di Enrico Letta, nato a fine aprile del 2013, all’inizio anche con l’appoggio di Silvio Berlusconi e di Forza Italia. L’accordo di governo si reggeva proprio sullo stop all’Imu. Per questo il primo decreto varato, a fine agosto, stabilì che la tassa municipale sugli immobili – relativamente alla prima casa, ai terreni agricoli e ai fabbricati rurali – non sarebbe stata pagata nel 2013.

Renzi e il Jobs act
Diminuita la pressione sui conti pubblici, il governo Renzi, entrato in carica a fine febbraio 2014, dà il via libera al suo primo provvedimento a metà marzo con il Jobs act: un decreto legge in quattro articoli e un disegno di legge delega in dieci articoli. Tra le misure contenute nel decreto, si estende da 12 a 36 mesi la durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesta la causale ( anche questa misura entrata nel mirino del governo giallo-verde).

Gentiloni e l’lemergenza banche
Il debutto del governo Gentiloni, a fine 2016, non è stato leggero. Il primo atto, obbligato, è stato il decreto «salva-risparmio», che ha stanziato i 20 miliardi di debito pubblico aggiuntivo per i salvataggi di Monte dei Paschi, Veneto Banca e Popolare di Vicenza e per gli indennizzi ai risparmiatori.

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