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Se l’iniziativa #magliettarossa rischia l’autogol social

di Marco lo Conte

(ANSA)

3' di lettura

L’iniziativa era stata lanciata dal fondatore di Libera, don Luigi Ciotti e raccolta da molti esponenti della sinistra, tra cui Laura Boldrini: indossare una maglietta rossa come quella che avevano i tre bambini che nelle ultime settimane sono stati ritrovati ormai privi di vita sulle spiagge del Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Europa. Indossarla e - nell’èra social - pubblicare sui proprio account una foto a testimonianza della propria solidarietà nei confronti dei migranti e contro quella “perdita di umanità” la cui responsabilità è, secondo gli organizzatori, da attribuire al Ministro degli Interni Matteo Salvini e al suo annuncio di chiudere i porti italiani alle navi con migranti a bordo.

L’iniziativa ha tinteggiato di rosso Facebook, Instagram e Twitter negli ultimi giorni, coinvolgendo un numero cospicuo di manifestanti social: in termini di engagement sono stati coinvolti oltre 460mila utenti di Twitter, con circa 68mila persone hanno postato solo sul proprio account l’hashtag #magliettarossa. Ma è rilevante registrare la reazione a questa campagna.

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COME CAMBIA IL “SENTIMENT” SULL’HASHTAG #MAGLIETTAROSSA

Dati in percentuale

COME CAMBIA IL “SENTIMENT” SULL’HASHTAG #MAGLIETTAROSSA

Com’è evidente dal grafico, dopo un’iniziale prevalenza di connotazioni positive alla campagna #magliettarossa, nelle ore successive hanno prevalso i post critici con l’iniziativa. Secondo le rilevazioni di Datamediahub (think tank su editoria e digitale guidato da Pier Luca Santoro), i post da account registrati in italiano con l’hashtag #rolex sono 25mila circa, per un engagement complessivo di 320mila utenti social (assumendoli come pertinenti al dibattito e non rifereriti al marchio di orologi); hashtag utilizzato dai sostenitori delle forze politiche al Governo, come simbolo di una sinistra radical chic (anche citata come #radicalchic in molti post).

Il post che ha registrato il maggior engagement è quello di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: 46mila citazioni, anche se con una portata inferiore a quella ottenuta da Matteo Salvini, secondo per citazioni. D’altra parte, c’è da registrare un numero nettamente superiore di visualizzazioni del tweet di Medici senza Frontiere (1,1 milioni di visualizzazioni), seppur con un engagement inferiore. Ma al di là dei profili “ufficiali” il post che ha ottenuto il maggior successo social è questo:

Insomma, la reattività della controffensiva social alla campagna #magliettarossa è stata molto rilevante: non solo dal punto di vista della quantità numerica ma anche per la preponderanza in fase di reazione. Tanto che nonostante gli sforzi dei proponenti, l'attenzione generale è stata spostata abilmente proprio su di loro, oscurando il messaggio di solidarietà che inizialmente aveva ispirato la campagna. Il che conferma come sui social il mainstream sia rappresentato proprio dalla narrazione “populista” filogovernativa: la stessa, per cifra linguistica e semantica, che ha caratterizzato la campagna elettorale di Donald Trump. Più pancia che ragione o, per dirla con gli antichi greci, più ethos che logos.

La controaccusa, diffusa in moti post, è quella di usare la solidarietà come paravento - colpevole e non colposo - per coprire il traffico degli scafisti e il “business delle Ong”. Da notare che nella stragrande maggioranza delle accusa non si considera l’involontarietà (la “colposità”) di questo comportamento giudicato criminale ma, con un salto logico interessante, direttamente colpevole. Come se il sillogismo possa diventare assioma o teorema per una campagna politica : “Difendi l’accoglienza? Di conseguenza sei complice degli scafisti”.

Da notare come nei commenti con hashgat #rolex non manchino spunti goliardici, ma anche molti eccessi verbali, che hanno prodotto l’intervento della Polizia postale. Il che rimette in discussione uno degli assunti di base della narrazione politica attuale: chi è il mainstream? Le forze politiche al governo o quelle di sinistra che lo erano solo pochi mesi fa? La risposta alla prossima campagna social.

Facebook: @maloconte
Twitter: @loconte63

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