verso le regionali

Ipotesi Pizzarotti in Emilia e Chiamparino lascia: rinnovamento Pd per la sfida a M5S e Lega

di Andrea Marini

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2' di lettura

Dopo la debacle alle politiche del 4 marzo e alle comunali del 10-24 giugno, in casa Pd si iniziano ad elaborare strategie per i prossimi appuntamenti elettorali. La parola chiave sembra essere “rinnovamento”, in vista dell’importante scadenza delle regionali 2019 (ma prima, in autunno, si voterà in Basilicata e Trentino Alto Adige), dove andranno al rinnovo 5 amministrazioni ora a guida Pd: Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo , Calabria e Sardegna. Clamorosa l’ipotesi di poter candidare l’ex M5S e sindaco di Parma Federico Pizzarotti in Emilia Romagna. Mentre il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino ha confermato la sua non ricandidatura.

Ipotesi Pizzarotti in Emilia
Per ora pare più come una suggestione, quella di poter candidare Federico Pizzarotti, sindaco di Parma già ex M5S, alla poltrona di Governatore dell’Emilia Romagna. Un’ipotesi che potrebbe concretizzarsi se l’attuale governatore Stefano Bonaccini decidesse di correre l’anno prossimo alla segreteria nazionale del Pd. Una strategia che avrebbe due obiettivi: dare il senso del rinnovamento in casa dem e recuperare quegli elettori di sinistra che sono passati al M5S. Il sindaco Pd di Bologna Virginio Merola non sembra escludere nulla: «Ho un ottimo rapporto con Pizzarotti, ma parliamo prima di contenuti».

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Chiamparino non si ricandida
Intanto il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, ha deciso di non ricandidarsi «né con questa coalizione né con nessun rassemblement più o meno immaginifico. Dopo una stagione di sconfitte, anche sul nostro territorio, è assolutamente necessario dare un forte segnale di discontinuità e ricambio, a cominciare dalla costruzione di una nuova classe dirigente». Chiamparino, già vicino all’ex segretario Pd Matteo Renzi, dopo il 4 marzo aveva preso le distanze, parlando della necessità di dialogare con i 5 stelle.

Lega a metà strada tra Fi e M5S
Nel centrodestra a tenere banco è soprattutto l’atteggiamento che potrebbe avere al Sud la Lega, che al governo nazionale è con i 5 stelle ma a livello locale è alla guida sei giunte regionali (Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Molise e Sicilia) insieme a Forza Italia. In Basilicata si andrà al voto già il prossimo autunno: subito è circolata la voce di una clamorosa rottura Lega-Fi e di una possibile alleanza Carroccio-M5S. Ma l’ipotesi è stata negata dallo stesso leader Luigi Di Maio . Anche in Abruzzo non mancano tensioni: Fi rivendica l’espressione di un proprio candidato governatore, forte degli ultimi risultati alle politiche che vedono gli azzurri superare, di poco, il Carroccio. Mentre a Via Bellerio si punta a conquistare nuovi spazi a scapito degli alleati, come dimostrano le 3mila persone che hanno accolto Matteo Salvini a Silvi Marina (Teramo) per festeggiare il primo sindaco leghista della regione.

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