i primi due mesi di governo

Dalle infrastrutture al lavoro, tutte le «distanze» tra M5S e Lega

di Andrea Carli

Alta tensione Tav.Salvini preme

3' di lettura

Nuove regole sul lavoro, ma anche infrastrutture, strategie di rilancio di aziende la cui chiusura potrebbe avere pesanti ripercussioni in termini occupazionali, collocamento sullo scacchiere internazionale dell’Italia, regole in materia di legittima difesa e riconoscimento dei diritti delle coppie gay. Trascorsi 53 giorni da quando ha ottenuto la fiducia del parlamento, il governo M5S-Lega registra oggi posizioni divergenti tra i due azionisti di maggioranza dell’esecutivo. Una volta sottoscritto un contratto per il governo del cambiamento, le caratteristiche politiche dei due attori, e in particolare i desideri e le rivendicazioni delle rispettive basi (non sempre conciliabili), hanno determinato degli attriti.

Il braccio di ferro sulle nuove regole del lavoro
Il primo ambito in cui queste divergenze sono emerse è quello del lavoro. L’occasione è stata fornita dal via libera da parte del Consiglio dei ministri del cosiddetto “decreto Dignità”, attraverso il quale la componente pentastellata dell’esecutivo ha inteso adottare soluzioni che riducessero la precarietà per i giovani. L’introduziuone di nuovi vincoli sui contratti a termine e l’aumento del costo dei licenziamenti illeggitimi ha determinato la levata di scudi degli imprenditori del Nord Est, tradizionalmente serbatoio elettorale della Lega. Il Carroccio ha promesso di attenuare i vincoli e di reintrodurre i voucher nell’agricoltura e nel turismo. Nel testo che, dopo l’esame delle Commissioni Lavoro e Finanze della Camera, lunedì approderà in aula è prevista la possibilità di usare i nuovi voucher in agricoltura e negli alberghi che hanno fino a otto dipendenti. Si estende anche l’arco temporale di utilizzo dei buoni: dieci giorni al massimo, contro i tre attuali. Quanto ai vincoli, la durata massima dei contratti si riduce da 36 a 24 mesi con le causali, 12 senza causali, e ogni rinnovo avrà un costo contributivo aggiuntivo dello 0,5%. È previsto un periodo transitorio: i contratti in essere sono salvi fino al 31 ottobre.

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Dalla Tav Torino-Lione al gasdotto Tap, la partita sulle grandi opere
Un altro ambito in cui si si è registrata la distanza tra pentastellati e leghisti è quello delle infrastrutture, e in particolare sulla Tav Torino Leone e il Tap, il gasdotto destinato a trasportare, dal 2020, 10 miliardi di metri cubi di gas dall’Azerbajian alla Puglia via Grecia, Albania e Mar Adriatico. Per quanto riguarda la linea ferroviaria, da sempre nel mirino di ambientalisti e comitati locali, tra settembre e ottobre sarà pronta l’analisi costi-benefici che il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha avviato per le grandi opere programmate. Allora il quadro sul futuro dell’infrastruttura sarà più chiaro.

Strategie diverse per rilanciare Ilva e Alitalia
M5s e Lega hanno visioni diverse anche sule soluzioni per rilanciare l’Ilva di Taranto e Alitalia. Nel primo caso, il Carroccio è contrario alla chiusura dell’acciaieria, chiesta invece da alcune anime del Movimento. Quanto invece alla compagnia aerea, il ministro Toninelli ha annunciato l’intenzione di farla tornare campagnia di bandiera con il 51% in capo all’Italia. Una prospettiva che non si concilia con la posizione, espressa dalla Lega in passato, di una compagnia “carrozzone”, da non salvare con i soldi pubblici.

In politica estera il dilemma tra Usa e Russia
Nell’ambito della politica estera, se in più di un’occasione Matteo Salvini ha espresso apprezzamento per Vladimir Putin, e ha messo in evidenza la necessità di revocare le sanzioni europee scattate nei confronti della Federazione russa a seguito dell’annessione della Crimea, Di Maio ha espresso posizioni più filo Usa. Il capo del Governo Giuseppe Conte volerà lunedì negli Usa per un incontro bilaterale con Donald Trump. Potrebbe essere quella l’occasione per capire in quale direzione intende svilupparsi la politica estera italiana.

Legittima difesa, la Lega: limitare discrezionalità del giudice ma M5s frena
Al Senato sono in discussione sei disegni di legge in materia di legittima difesa. Le proposte di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia puntano a limitare la discrezionalità del giudice nella definizione di legittima difesa. Più prudenti i 5 stelle.

Lo scontro sul tema del riconoscimento dei figli delle coppie gay
Posizioni distanti anche sulla famiglia. Il ministro Lorenzo Fontana, leghista, ha riacceso lo scontro mai sopito nella maggioranza sul riconoscimento dei figli di coppie gay. Illustrando le linee del suo dicastero alla prima audizione della Commissione Affari sociali, Fontana ha ricordato che la maternità surrogata, alla quale ricorrono coppie gay all’estero per avere figli, è vietata in Italia «anche penalmente» come è vietato, «e tale dovrebbe rimanere», riconoscere «i bambini concepiti all’estero da parte di coppie dello stesso sesso». Parole che hanno scatenato polemiche. Di Maio ha preso atto del disaccordo fra i due partiti di governo e ha annunciato che in questa legislatura non ci sarà alcuna legge su questa materia.

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