APPELLO DI PD E LEU

Rai, opposizioni sul piede di guerra. Gelmini (FI): al momento votiamo no a Foa

di Nicola Barone

Nomine Rai: Foa presidente, Salini ad

3' di lettura

Ha tutta l’aria di farsi complicato l’approdo di Marcello Foa alla presidenza di Viale Mazzini. Soltanto ieri, all’esito di trattative andate avanti per giorni e non senza tensioni, il governo ha sbloccato le caselle residue per la governance della Rai. Ma oggi contro la nomina effettiva del giornalista al vertice dell’azienda pubblica si solidificano le prese di posizione, a partire dall’opposizione «in tutti i modi» annunciata dal capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci. Un vento che monta col passare delle ore, e che spinge Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, a sottolineare che al momento il partito di Silvio Berlusconi è orientato a votare no a Foa.

«Ci appelliamo a tutte le forze di opposizione affinché impediscano che un amico di Putin, un giornalista-editore che ha fatto campagne contro i vaccini, diffuso fake news, ingiuriato il capo dello Stato, possa presiedere il servizio pubblico», è l’appello dei Dem.

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I dem in generale accusano Foa di non essere all'altezza anche per aver vilipeso nei mesi scorsi il presidente della Repubblica in un post polemico.

Tecnicamente il presidente dovrà essere indicato dal consiglio di amministrazione nella seduta di insediamento tra i suoi membri, probabilmente in agenda martedì prossimo. In seguito la nomina viene trasferita alla Commissione parlamentare di vigilanza, allo stato convocata per mercoledì, e il presidente assume effettivamente i poteri solo se la Vigilanza lo ratifica con la maggioranza dei due terzi. Serve dunque il placet di Forza Italia perché il disegno dell’esecutivo vada in porto nella sua interezza, questo il punto. Ed è il motivo per cui il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera Federico Fornaro si associa nella richiesta-appello agli azzurri perché «un voto favorevole rappresenterebbe un clamoroso regalo alla destra sovranista e populista, a meno che Forza Italia non voglia definitivamente arrendersi e consegnarsi a Salvini». Aggiunge Fornaro che la legge «assegna un compito fondamentale alla Commissione di Vigilanza nella individuazione di un presidente della Rai di
equilibrio e garanzia e non palesemente di parte: l'esatto contrario del profilo di Marcello Foa».

Per quanto riguarda il partito di Silvio Berlusconi, in una nota pubblicata nel pomeriggio la capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini chiarisce che «Forza Italia farà un’attenta riflessione, ma al momento il nostro voto è “no”».«La maggioranza, prima di proporre un suo nome per la presidenza della Rai, avrebbe dovuto avviare un’istruttoria tra i gruppi parlamentari presenti in Commissione di Vigilanza Rai e solo dopo esprimere un candidato di sintesi, in grado di avere il voto dei 2/3 dei componenti, necessari per concludere l’iter. Proponendo Foa al buio - conclude la nota -, il governo ha utilizzato un metodo sbagliato». Sulla stessa linea il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Fi Antonio Tajani. «Non siamo stati parte della decisione, siamo stati informati soltanto a cose fatte», spiega. «Se ci sarà una maggioranza, la proposta del governo passerà. Se non ci sarà si troveranno altre soluzioni. Vedremo il da farsi. Mercoledì prenderemo le nostre decisioni».

Dal c anto suo Foa vuol guardare avanti. «Ora volto pagina, con l'intento di rinnovare la Rai e di riportarla al suo vecchio splendore, non solo giornalistico ma di contenuti in generale». In un'intervista che il Corriere del Ticino, del cui gruppo è l'attuale ad, pubblica oggi Foa racconta che tutto è avvenuto all'improvviso. «Pensavo che la cosa avrebbe necessitato di tempo, come è prassi in questi casi, con colloqui e negoziati, invece venerdì mattina, per il mio stupore, mi è giunta una telefonata nella quale mi si comunicava che c'era consenso unanime sul mio nome e che sarei quindi stato proposto al Consiglio dei ministri. Ho dovuto decidere sui due piedi. Sono onorato per come si è sviluppata la vicenda, ma anche colpito e un po' frastornato».

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