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Dall’Unione di Prodi al contratto M5S-Lega, quando la Tav spacca i governi

di Andrea Marini

Alta tensione Tav.Salvini preme

2' di lettura

Andate avanti sulla Tav oppure fermarsi. L’argomento è fonte di tensioni all’interno del governo giallo-verde, con i 5 stelle più “tiepidi”, pronti a mettere sul piatto prima una analisti del costi-benefici. Mentre la Lega vuole «andare avanti e non tornare indietro». Non è la prima volta che un esecutivo si trova spaccato al suo interno sulla alta velocità Torino-Lione: clamoroso fu il caso della spaccatura all’interno del Governo Prodi nel 2006, dove a puntare i piedi fu l’ala sinistra della coalizione.

Le 281 pagine del programma dell’Unione
Anche nel 2006 alla base delle tensioni sulla Tav ci fu un programma di governo, le 281 pagine dell’accordo pre elettorale dei partiti dell’Unione, la coalizione che andava dall’Udeur di Clemente Mastella fino a Rifondazione Comunista, passando per l’Ulivo che avrebbe dato vita al Partito democratico l’anno successivo. L’equivoco nacque sulla pagina 138, dove si faceva riferimento «l’integrazione con le grandi reti europee», ma senza fare riferimento esplicito alla Tav.

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Prodi: la Tav si fa, Rifondazione insorge
«La Tav si fa punto e basta», disse Romano Prodi nel 2006, già prima di vincere le elezioni contro il centrodestra di Silvio Berlusconi. Una posizione a cui fece eco Massimo D’Alema: «A pagina 138 del programma si dice che priorità del nostro programma sulle infrastrutture è l’integrazione con le grandi reti europee del sistema di mobilità e dei trasporti». Una posizione contestata da Rifondazione comunista. Paolo Ferrero, responsabile economico di Rifondazione Comunista che qualche mese dopo sarebbe diventato ministro della Solidarietà sociale, attaccò: «A chi dice che la Tav si fa, punto e basta non posso che consigliare di leggersi con attenzione il programma».

Il contratto di governo M5S-Lega
Il contratto di governo M5S-Lega ha visto diverse stesure nel passaggio sulla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione. L’impegno finale è stato quello di «ridiscutere integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia». Nella precedente versione si parlava di un impegno a «sospendere i lavori esecutivi e ridiscuterne integralmente il progetto». Un passaggio che non ha impedito tensioni tra M5S e Lega. Con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S) che proprio oggi è tornato a ribadire: «Non vi è alcuna ragione per la quale l’Italia non ridiscuta integralmente il progetto» della Tav Torino-Lione.

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