IL VERTICE ALLA CASA BIANCA

Dalla difesa alla Russia: se l’accordo Conte-Trump supera quello di governo

di Andrea Carli

Conte ricevuto da Trump alla Casa Bianca

4' di lettura

I pensatori della politica, diceva lo scrittore George Orwell, si dividono generalmente in due categorie: gli utopisti con la testa fra le nuvole, e i realisti con i piedi nel fango. Un modo per dire che anche un progetto studiato in tutti i suoi dettagli, magari anche dopo una lunga trattativa, alla prova dei fatti può risultare poco realizzabile.

Dalle spese militari alle sanzioni alla Russia: il vertice nello Studio Ovale della Casa Bianca tra il capo del governo italiano Giuseppe Conte e il presidente Usa Donald Trump da una parte ha registrato risultati positivi, come ad esempio il riconoscimento da parte degli Stati Uniti del ruolo di leadership dell’Italia nel processo di stabilizzazione della Libia. Dall’altra, su alcuni aspetti ha messo in evidenza un allontanamento dalle posizioni espresse nel Contratto per il governo del cambiamento, su cui è nata l’alleanza (e il governo) M5s - Lega.

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Conte: riequilibrare la spesa per la difesa, in questo momento è squilibrata
Cominciamo dalle spese militari. «Ci impegniamo a razionalizzare lo spreco di risorse nelle spese militari anche con riferimento alla riforma del patrimonio immobiliare dismesso», si legge al paragrafo 9 dell’accordo, quello dedicato alla Difesa. Dopo l’incontro con Trump Conte ha spiegato di condividere la richiesta, avanzata ufficialmente da Trump ai partner dell’Alleanza atlantica in occasione dell’ultimo summit Nato di Bruxelles, di aumentare la spesa per la difesa al 4% del Pil. «Sulla Nato - ha detto il presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa al termine dell’incontro - c’è stata una posizione chiara di Trump che io condivido: l’esigenza di riequilibrare la spesa che in questo momento è squilibrata. Sono posizioni ragionevoli che io tengo in gran conto. Dobbiamo negoziare per trovare il punto di equilibrio».

Italia pronta a rafforzare la presenza di forze speciali in Afghanistan
Rimanendo al tema difesa, l’accordo giallo verde prevede, allo stesso paragrafo, l’impegno delle due forze politiche a «rivalutare la nostra presenza nelle missioni internazionali sotto il profilo del loro effettivo rilievo per l’interesse nazionale». In occasione delle comunicazioni delle linee programmatiche del suo ministero alle commissioni Difesa di Senato e Camera, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha annunciato una “rivalutazione” delle missioni internazionali. Tra queste « l’Afghanistan è una tra le missioni il cui contingente andrà rivisto a livello quantitativo concertando gli avvicendamenti con gli alleati». Un ridimensionamento che lo stesso premier aveva annunciato al vertice Nato: «Continuiamo a mantenere una presenza - aveva detto in quella occasione - ma prefiguriamo un ridimensionamento della presenza italiana in Afghanistan, che annunceremo quanto prima, nella consapevolezza che le missioni esprimono un valore strategico che non possiamo trascurare». In occasione dell’incontro nello Studio Ovale, Trump ha chiesto al premier italiano di restare nel paese. A seguito di questa richiesta, l’Italia si è detta pronta a rafforzare la presenza di forze speciali sul territorio.

«Non è pensabile rimuovere le sanzioni alla Russia»
Tra le questioni sul tavolo del vertice Trump-Conte, anche quella delle sanzioni comminate alla Federazione Russa dopo l’annessione della Crimea. Al paragrafo 10 del contratto di governo si legge che «è opportuno il ritiro delle sanzioni imposte alla Russia, da riabilitarsi come interlocutore strategico al fine della risoluzione delle crisi regionali (Siria, Libia, Yemen)». Trump ha chiarito che le sanzioni, criticate in più di un’occasione dal leader della Lega Matteo Salvini, devono rimanere senza modifiche. E Conte ha riconosciuto che «non è pensabile rimuoverle dall’oggi al domani. Occorre premurarsi però che questo sistema non vada a colpire la società civile russa».

Il gasdotto Tap? «Consapevoli che è un’opera strategica»
Su certe questioni, che non rientrano espressamente nel contratto di governo, il vertice Conte - Trump ha registrato posizioni diverse rispetto a quelle sostenute in passato dai Cinque Stelle, uno dei due azionisti di maggioranza del governo. Una di queste questioni riguarda il gasdotto trans-adriatico Tap, che dovrebbe portare in Italia il gas azero, in funzione anti russa. La ministra per il Sud Barbara Lezzi aveva detto di voler bloccarlo in due settimane. La posizione espressa da Conte a Washington delinea invece la disponibilità dell’esecutivo a valutare il progetto. Se Trump ha confidato: «Spero che il primo ministro riuscirà a farlo e a completarlo», Conte da parte sua ha ricordato che «c’è piena consapevolezza del mio governo che è un’opera strategica per l’approvigionamento energetico nel nostro paese». Il capo del governo italiano ha ricordato i malumori delle comunità locali. Malumori su cui, ha spiegato, cercherà di lavorare per appianare le resistenze anche incontrando direttamente le autorità locali in Puglia. Cosa che è avvenuta ieri, quando il premier ha incontrato a Palazzo Chigi il sindaco di Melendugno, Marco Potì. «Ho assicurato loro - si legge in una nota - che questo governo opererà una valutazione approfondita di tutti gli aspetti segnalati e una attenta ricognizione delle attività sin qui svolte. Ovviamente ho anche rappresentato che si tratta di impegni giuridici già deliberati dal precedente governo».

Verso la conferma del programma di acquisto degli F35
Una seconda questione che non rientra nel contratto per il governo del cambiamento ma sulla quale i Cinque Stelle hanno assunto in più di un’occasione un atteggiamente fortemente critico è quella degli aerei F35. Un programma targato Lockeed Martin e dunque caro a Washington. Conte ha garantito che valuterà con attenzione il dossier, nella logica delle esigenze di sicurezza e difesa dell’Italia. Parole che non escludono una conferma del programma di acquisto di 90 F35, per un costo complessivo di 50 miliardi di dollari. Se così fosse, la scelta sarebbe in controtendenza rispetto a una delle battaglie storiche dei pentastellati.

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