«per un’informazione di qualità»

Crimi (M5S): incentivi ai lettori dei giornali prima dello stop a contributi pubblici

di Marco lo Conte

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3' di lettura

Programmare l’azzeramento dei contributi pubblici alla stampa e, nel frattempo, prevedere una sere di incentivi destinati ai lettori, per abituarli al nuovo mercato editoriale. Vito Crimi, sottosegretario con delega all'Editoria (M5S), offre una prima indicazione della road map cui il suo ufficio sta lavorando per realizzare uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle, che da sempre hanno preso di mira il finanziamento pubblico dei giornali e dell’editoria, rei di inficiare l’indipendenza e quindi l’autorevolezza della stampa, in un legame simbiotico tra giornalismo e potere che peggiora la qualità di entrambi.

La risposta del sottosegretario
Pur non essendo entrato nel Programma di Governo siglato dal M5S e da Lega, l’abolizione dei contributi all’editoria viene ripresa in mano da Crimi in una lettera spedita a Datamediahub, think tank curato da Pier Luca Santoro dedicato alla comunicazione che aveva sollevato il tema della riforma del settore in una lettera aperta al sottosegretario. Nella lettera Crimi sottolinea come siano stati «ingenti» i finanziamenti al settore, sia diretti che indiretti, ma anche come questi siano stati destinati «esclusivamente agli editori, i quali -ritengo sia evidente, ormai- non hanno saputo cogliere le opportunità offerte dal grande processo di trasformazione che ha coinvolto il mondo intero, dall'avvento della rete, del digitale e delle nuove tecnologie, delle nuove modalità di comunicazione e strumenti d'informazione oggi in uso ai cittadini».

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«Non conta più il “se”, ma il il “come” e “quando”»
Confermando l’intezione di cambiare rotta, Crimi ha sottolineato come il settore non possa resistere allo shock improvviso di un taglio immediato dei finanziamenti, tale da decretare un potenziale disastro in termini occupazionali. Un processo ormai «inarrestabile, in cui non conta più il “se”, ma il “come” e “quando”. Noi vogliamo governare il cambiamento, non esserne travolti». Per questo il sottosegretario pentastellato annuncia di voler determinare con certezza («auspico entro la fine dell’anno») il perimetro dei contributi pubblici nei prossimi anni fino alla completa abolizione, in modo da dar tempo al settore di « prepararsi al distacco totale dalla contribuzione statale, che sia diretta o indiretta».

Gli incentivi per i lettori
Per accompagnare il settore lungo questo cammino, Crimi propone l’introduzione di incentivi alla lettura dei prodotti editoriali, valorizzando quelli di qualità: «Una delle prime iniziative che intendo promuovere - scrive Crimi a Datamediahub - è lo spostamento di una parte dei contributi dall'offerta alla domanda. Non mi si accusi di voler “uccidere” il mercato, tutt'altro: il mio obiettivo è invitare gli editori a produrre un'informazione di qualità che trovi l'accoglienza da parte dei lettori, incentivando la cultura dell'informazione di qualità. Stimolare nei giovani, in particolare, la pratica di cercare e “acquistare” un'informazione di qualità, potrebbe creare i presupposti perché diventi un'abitudine, una sana abitudine all'approfondimento necessario che si accompagna alla cosiddetta “instant information” che si trova in rete».

I dettagli sono ancora allo studio, ma quel che è certo è che l’obiettivo è di aprire un nuovo scenario in cui lo Stato, almeno per un certo periodo, punti a rafforzare la sensibilità del pubblico per i prodotti editoriali di maggior spessore stimolando al tempo stesso in questa direzione il lato dell’offerta da parte della stampa. Con una sottolineatura, da parte di Crimi, sulla responsabilità sociale dei giornalisti tramite il loro lavoro.

Cosa dice la norma in vigore
Attualmente, lo ricordiamo, la forma di finanziamento all’editoria è regolato dalla legge 198/16 (decreto Lotti), secondo il quale possono ottenere il contributo pubblico cooperative giornalistiche, enti senza fini di lucro e imprese possedute interamente da enti senza fine di lucro, quotidiani e periodici delle minoranze linguistiche, imprese ed enti che editano periodici per non vedenti o ipovedenti, associazioni di consumatori, imprese editrici di quotidiani e periodici diffusi all'estero e le radio e tv locali. Esclusi, contrariamente al passato, gli organi di partito e i giornali che fanno capo a gruppi editoriali quotati (come nel caso del Sole 24 Ore, n.d.r.) o partecipati dal società quotate. Nel corso del 2017 sono stati erogati contributi per 24 milioni di euro , in netto calo rispetto ai 52,4 del 2016. In entrambi i casi i finanziamenti più cospicui sono andati a Avvenire, Italia Oggi, Libero Quotidiano e Il Manifesto.

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