migranti

Calo degli sbarchi, cambiano le rotte: emergenza si sposta in Spagna

di Andrea Gagliardi

Cambiano rotte, in Spagna piu' sbarchi che in Italia

2' di lettura

L’emergenza sbarchi si sposta in Spagna. Dall’inizio dell’anno, in base ai dati dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), su oltre 59mila migranti arrivati in Europa via mare, la prima destinazione è stata la Spagna, con 23.700 sbarchi (il triplo rispetto allo stesso periodo del 2017). Il trend, ormai consolidato, evidenzia che l’Italia ha registrato finora un crollo degli arrivi: poco meno di 19mila, con un calo dell'80% rispetto agli oltre 96mila dello stesso periodo del 2017 (se si guarda ai 13mila arrivi dalla sola Libia il calo è stato dell'87%), seguiti dai 16mila sbarchi in Grecia, e poche centinaia a Malta e Cipro.

Anche se il Mediterraneo centrale, ossia la rotta del Canale di Sicilia, resta il tratto più pericoloso: oltre 1.100 i morti quest'anno rispetto al totale di 1.500.
Non si mettono in viaggio soltanto i cosiddetti migranti economici, diverse migliaia hanno sulla carta la possibilità di ottenere il diritto d'asilo. L'Unhcr, ad esempio, ha stimato che il 13,5% degli arrivi in Europa è rappresentato da siriani.

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Nei porti italiani, tra le nazionalità dichiarate all'arrivo, al primo posto restano i tunisini (3.548), seguiti da eritrei (2.859), sudanese (1.595) e nigeriani (1.248).

I trafficanti studiano anche modalità alternative per le traversate in mare. Con la rotta libica pattugliata dalla Guardia Costiera di Tripoli e la riduzione delle navi delle Ong, si preferisce puntare su barconi di legno piuttosto che sui gommoni, per coprire tratti più lunghi. Oppure imbarcazioni con pochi migranti a bordo (10-20 persone), nella speranza di sfuggire ai controlli.

Inoltre, lungo la rotta orientale, quella che parte dalla Turchia, spuntano persino barche a vela, sempre più utilizzate da scafisti ucraini e russi. Con costi molto più alti, per i migranti che possono permetterselo.

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