accoglienza

Migranti, Riace: verso lo sblocco dei fondi da parte del ministero

di Donata Marrazzo

Riace, protesta al Villaggio globale

4' di lettura

«Se sei determinato, se hai qualcosa che ti morde dentro, un senso profondo di giustizia, un bisogno di umanità, alla fine la spunti». È più rilassato Mimmo Lucano, sindaco del comune calabrese di Riace. Ancora non canta vittoria, ma quei 250mila euro sbloccati dal ministero dell’Interno a copertura delle attività per l’accoglienza dei migranti, riferite agli ultimi 3 mesi del 2016, allentano la tensione.

In festa il “Villaggio globale”
Il Villaggio globale all’interno del borgo dove i profughi, dal 1998, vengono soccorsi, accolti e integrati nella comunità, è in festa. E il primo cittadino è più disteso dopo giorni di sciopero della fame («digiuno di giustizia», ha scritto Lucano su uno striscione) e una logorante corrispondenza con Prefettura e ministero. I crediti del piccolo comune della Locride ammontano complessivamente a circa 2 milioni di euro. «Non è solo una questione economica – precisa Lucano – È un fatto di principio, è il risarcimento delle umiliazioni subite da un’intera comunità che io ho difeso con orgoglio. Non sono il sindaco delle buche delle strade, sono il sindaco delle persone, degli ultimi, anche di chi arriva da un lungo viaggio. Sono un sindaco militante, un missionario della politica, il sindaco dell’accoglienza».

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Ripristinati i finanziamenti
Da una puntuale valutazione delle carte il ministero dell’Interno ha verificato che la rendicontazione per il progetto Riace, costata a Lucano un’indagine della magistratura per «anomalie nel funzionamento del sistema», «è risultata giusta e appropriata – spiega il sindaco – e pare che le nostre controdeduzioni alla relazione della direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo, redatta del ministero, abbiano ribaltato la situazione». Il modello Riace, dunque, funzionerebbe. È stato comunicato al sindaco che verranno ripristinati i finanziamenti e restituiti i crediti pregressi. Si attende l’ufficialità da parte del Viminale.

La rivoluzione di Mimmo Lucano
Nel suo piccolo, Mimmo Lucano, detto “u curdu” (come i primi profughi sbarcati sulla spiaggia di Riace 20 anni fa), l’ex maestro elementare che del suo progetto di innovazione sociale ne ha fatto un modello di sviluppo, tenendo conferenze a Bruxelles e Cambridge, Lucano il visionario, per quella sua idea di comunità, aperta, etica, rigenerata, multietnica (per la quale Papa Francesco ha avuto parole di ammirazione e gratitudine), sindaco di un paesino della Calabria interna considerato da Fortune uno dei 50 uomini più influenti del pianeta, ma poco dal ministro Matteo Salvini, ha fatto una rivoluzione. «La mia più grande opera pubblica sono gli aquiloni costruiti da un giovane di Islamabad, i vasi di un artigiano di Kabul, i ricami di una donna di Herat», afferma. E una comunità locale felice. «Perché l'integrazione conviene a tutti», dice il sindaco.

Modello Riace
Lucano ha fondato il suo sistema - «antitetico alla corruzione, sul piano etico, culturale, economico» - su bonus e borse lavoro. «Strumenti di dignità e di trasparenza che bisognerebbe studiare e incentivare», secondo il magistrato Emilio Sirianni, responsabile della sezione di Catanzaro di Magistratura democratica. Esperti di rigenerazione urbana e riqualificazione del territorio indicano poi il modello Riace come soluzione al bisogno abitativo delle famiglie e ai problemi dell'accoglienza: per Alberto Ziparo, docente di Pianificazione urbanistica all'università di Firenze, originario di Reggio Calabria, autore di uno studio sul patrimonio immobiliare inutilizzato in Italia (7 milioni di edifici) il borgo calabrese è un esempio vincente su scala nazionale. Per avviare il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) sono stati utilizzati immobili abbandonati, costruiti tra agli anni ‘30 e '60, recuperati con fondi dell'Unione europea e progetti della Regione Calabria. L’integrazione tra comunità locale e immigrati è diventata un'occasione di sviluppo sociale, culturale ed economico. Oggi richiama turisti e rappresenta un presidio di legalità per il territorio.

La solidarietà di Saviano e degli altri
Non solo: al momento del bisogno, intorno a Riace, privato da due anni dei finanziamenti, si è stretto il mondo intero. Il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris, la sindaca di Barcellona Ada Colau, quello di Ginevra Remi Pagani e intellettuali, artisti e politici. Qualche giorno fa era lì Roberto Saviano che ha invitato tutti ad andare a vedere il «miracolo Riace. Un paese che sta insegnando all'Italia e all'Europa un nuovo modello di accoglienza. Stava morendo perché tutti andavano via, ma è ripartito con e grazie ai migranti». È dalla sua parte il presidente delle Regione Calabria Mario Oliverio che ha affiancato Lucano in ogni emergenza.

Riace, il “digiuno di giustizia” del sindaco Lucano

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Nuovi riacesi
Il crowfunding organizzato da Recosol, la rete dei comuni solidali, in 20 giorni ha superato i 250mila euro. Domani Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, Gino Strada, fondatore di Emergency, e Chiara Sasso del gruppo di coordinamento di Recosol, saranno nominati cittadini onorari di Riace. «Fra 30 anni qualcuno ritroverà i loro nomi nei registri comunali. Così si continuerà a parlare di quel progetto nato a Riace per costruire un mondo migliore».

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