il rapporto

Save the Children: nelle scuole il 49% dei bimbi non ha accesso alla mensa

di Nicola Barone

(FOTOGRAMMA)

3' di lettura

La metà degli alunni (il 49%) delle scuole primarie e secondarie di primo grado non ha accesso alla mensa scolastica. Inoltre, l’erogazione del servizio è fortemente disomogenea sul territorio italiano e le modalità di accesso o di esenzione spesso contribuiscono a aumentare le disuguaglianze, a scapito delle famiglie più svantaggiate. È questo il quadro evidenziato dal nuovo rapporto “(Non) Tutti a Mensa 2018” di Save the Children, l’organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, in occasione dell'inizio del nuovo anno scolastico.

La ricerca, condotta nell'ambito della Campagna “Illuminiamo il Futuro” per il contrasto della povertà educativa, evidenzia come «ad un anno dall'ultimo monitoraggio, sono ancora molte le scuole che non assicurano ai bambini e alle loro famiglie di usufruire della mensa scolastica che, non solo rappresenta un sostegno all'inclusione e all'educazione alimentare, ma è uno strumento fondamentale per il contrasto della povertà e della dispersione scolastica. In un contesto come quello dell'Italia nel quale si registrano oltre 1 milione e 200mila bambini e ragazzi, il 12,1% del totale (più di 1 su 10), in povertà assoluta e 2 milioni e 156mila in povertà relativa, la refezione scolastica dovrebbe garantire a tutti i minori almeno un pasto proteico al giorno, aiutando le tante famiglie in difficoltà, in particolare quel 3,9% dei bambini che ancora oggi non consuma un pasto proteico al giorno», spiega l’organizzazione internazionale.

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Si allarga il gap Nord-Sud
Rispetto allo scorso anno, il quadro che emerge è preoccupante e sottolinea alcuni peggioramenti: in 9 regioni italiane (una in più rispetto al 2017), oltre il 50% degli alunni, più di 1 bambino su 2, non ha la possibilità di accedere al servizio mensa; inoltre si registra un tendenziale peggioramento in quasi tutte le regioni di 1-2 punti percentuali. La forbice tra Nord e Sud si distanzia sempre più. Sono infatti sei le regioni insulari e del Meridione che registrano il numero più alto di alunni che non usufruiscono della refezione scolastica: Sicilia (81,05%), Molise (80,29%), Puglia (74,11%), Campania (66,64%), Calabria (63,78%), Abruzzo (60,81%) e Sardegna (51,96%)».

I NUMERI

In %

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Nel rapporto, per il quarto anno consecutivo, Save the Children ha analizzato le prassi per le scuole primarie relative alla mensa scolastica in Italia, prendendo in esame 45 Comuni capoluogo di provincia con più di 100 mila abitanti valutando l'accesso, le tariffe, agevolazioni ed esenzioni, il trattamento delle famiglie morose e l'eventuale esclusione dei bambini dal servizio. «Ad oggi la mensa è ancora considerata un servizio a domanda individuale, legato alle esigenze di bilancio dei singoli comuni, e non è riconosciuta come un servizio pubblico essenziale. Perciò in Italia, il servizio di refezione scolastica non si presenta omogeneo ed uniforme - spiega Save the Children -: a fronte di 13 comuni, che offrono il servizio a più del 95% degli alunni (tra questi Milano, Prato, Bologna, Cagliari, Forlì, Monza e Bolzano alla totalità o quasi degli alunni), altri 15 garantiscono l'accesso alla mensa a meno del 40% degli alunni frequentanti le scuole primarie. Ma purtroppo all'interno del panorama esistono anche quei comuni che offrono il servizio mensa a meno del 10% degli alunni, come Siracusa (0,88 %), Palermo (2,60%), Catania (6%) Foggia (8%) e Taranto (11%)».

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