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Milleproroghe, governo pone fiducia sul decreto. Pd occupa aula Camera

di Andrea Gagliardi

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3' di lettura

Il governo, con il ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, ha posto la fiducia sul decreto Milleproroghe, la prima dal suo insediamento. La fiducia è posta sul testo approvato dalle Commissioni, vale a dire con il taglio di 1,1 miliardi alle periferie, senza recepire l’intesa raggiunta con l’Anci per il ripristino nel triennio dei fondi. Pd, Fi e Fdi hanno posto in dubbio la legittimità dell’atto del governo, visto che la fiducia è stata decisa nel Consiglio dei ministri del 24 luglio, un giorno prima della pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale e quindi prima della firma del Presidente della Repubblica.

Critiche definite «prive di fondamento» da Fraccaro per il quale «le proteste delle opposizioni sono chiaramente frutto di un atteggiamento sterile. La procedura seguita dal Governo è legittima e lo dimostrano i precedenti in tal senso. Si è voluto sollevare un inutile polverone mediatico, noi continuiamo a lavorare nell'interesse esclusivo dei cittadini»

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La chiama dei deputati per la fiducia posta sul decreto Milleproroghe inizierà domani alle 12,40 nell’Aula della Camera. Lo ha deciso la Conferenza dei
capigruppo. Non è invece stata fissata una data per il voto finale sul decreto, che seguirà all’esame degli ordini del giorno, vista l’assenza di una intesa tra maggioranza e opposizioni, che annunciano la presentazione di centinaia di ordini del giorno per praticare l'ostruzionismo.

Camera respinge richiesta Pd sospensione Aula
L’aula della Camera ha poi respinto la richiesta del Pd di sospendere l'esame del decreto Milleproroghe, per permettere al governo di chiarire le proprie intenzioni sui fondi alle periferie che sono stati tagliati dal decreto, ma sui quali ieri sera il premier Giuseppe Conte ha raggiunto una intesa con l'Anci per il loro ripristino nel triennio. Lega e M5s hanno votato contro, le opposizioni e Fdi a favore.

Milleproroghe blindato, tagliati fondi a periferie
Il governo ha blindato dunque il decreto Milleproroghe, con le contestate norme sui vaccini e sul taglio ai fondi per le periferie. Ieri dopo la bocciatura delle pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd, Fi e Fdi e l’inizio della discussione generale il Pd ha iscritto a parlare ben 82 deputati iniziando l’ostruzionismo. Si tratta della prima prova muscolare di opposizione parlamentare da parte dei Dem. Ma forti critiche sono giunte anche da Forza Italia e da Fratelli d'Italia.

In serata, mentre l'aula proseguiva la discussione generale il presidente dell'Anci Antonio Decaro è andato con molti colleghi sindaci da Conte, con in tasca una mediazione che poi è stata sostanzialmente accolta dal governo. «Nel prossimo decreto del governo - ha spiegato al termine Decaro - la prossima settimana, saranno stanziati i fondi nell'arco di un triennio, sulla base delle effettive necessità dei Comuni». Certo, ha ammesso, «non tutti realizzeranno i progetti l'anno prossimo: le risorse saranno assegnate sulla base delle effettive necessità».

Periferie, Nardella: dato mandato per azione legale
E rispetto al taglio del fondo da 1,6 miliardi per i Comuni del piano periferie, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha annunciato di aver dato «già oggi
mandato all'avvocatura del Comune di avviare tutti le possibili iniziative sul piano legale per valutare i danni economici che, a causa di questo decreto che azzera impegni legittimi e legali che sono stati assunti, ricadranno su aziende, lavoratori e istituzioni pubbliche»

Rimborsi ai risparmiatori, si amplia la platea
Da ricordare nel testo del Milleproroghe anche ilvia libera, con ampliamento della platea, alla procedura accelerata per i rimborsi ai risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie: potranno accedere subito ai ristori anche i truffati delle banche fallite negli scorsi anni i cui ricorsi «saranno decisi con pronuncia favorevole entro il 30 novembre 2018 dall'Arbitro per le controversie finanziarie». Tradotta in numeri la novità del Milleproghe consentirà a 560 risparmiatori truffati di ricevere i primi ristori già entro la fine dell'anno. Di questi, infatti, 380 sono già stati decisi dall'arbitro Consob, mentre per altri 210 soggetti i ricorsi presentati saranno decisi entro la data indicata dall'emendamento approvato ieri, come detto il 30 novembre.

Il dietrofront sui vaccini
Sui vaccini la maggioranza, dopo aver deciso di ristabilire nel milleproroghe l'obbligo di certificazione da presentare a scuola già da quest'anno, ha fatto un altro dietrofront e ha presentato, non senza diversi malumori anche al suo interno, un nuovo emendamento che riporta in auge l'autocertificazione prevista finora da una circolare dei ministri Bussetti-Grillo e bocciata dai presidi perché non sufficiente a superare le norme (e gli obblighi) del decreto Lorenzin.

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