nuove frontiere della sorveglianza

I poliziotti cinesi dotati di occhiali per il riconoscimento facciale

di Gianni Rusconi

2' di lettura

Milioni e milioni di cinesi si stanno mettendo in viaggio per festeggiare la ricorrenza del Capodanno Lunare, che quest'anno cade il 16 febbraio. Per controllare che tutto proceda senza incidenti in stazioni, metropolitane e aeroporti, i poliziotti esibiscono un accessorio decisamente sui generis: occhiali da sole sui quali è montata un'invisibile unità mobile per il riconoscimento facciale. La batteria di strumenti di sorveglianza in dotazione alle forze dell'ordine di Pechino, insomma, si arricchisce di un altro “gadget” tecnologico all'avanguardia che sfrutta le capacità dell'intelligenza artificiale. Il vantaggio promesso dai nuovi dispositivi, rilasciati alla fine dello scorso anno dalla LLVision Technology Co. dopo un anno di sviluppo, è facilmente comprensibile e si materializza nella possibilità di monitorare spazi non raggiunti dalle telecamere fisse e di mettere nelle mani delle autorità un mezzo decisamente più rapido per intercettare individui sospetti. A differenza di molti sistemi di riconoscimento facciale con fotocamera fissa che collegano in remoto le telecamere a specifici database memorizzati in cloud, infatti, gli smart glasses in questione sono direttamente collegati a un dispositivo portatile in cui è residente una banca dati, permettendo agli agenti di polizia di lavorare più velocemente. Attraverso questi occhiali, lo ha detto a chiare lettere anche il Ceo di LLVision Technology Co, tale Wu Fei, si ottiene un feedback istantaneo e accurato che permette di avviare immediatamente una successiva interazione (per esempio una segnalazione di allarme).

Il riconoscimento facciale di massa è già una realtà in Cina

La mini telecamera montata sugli occhiali, si legge sull'edizione online del Wall Street Journal che riprende un articolo del People's Daily, è in grado di garantire uno “screening” altamente efficace di folle di persone in movimento. L'efficacia della soluzione sembra essere confermata da un intervento operato dalla polizia ferroviaria presso la East Railway Station di Zhengzhou, dove sono state catturate sette persone ricercate e altre 26 che viaggiavano utilizzando identità di altri individui. C'è però un rovescio della medaglia, segnalato (come riporta il Wsj), da William Nee, ricercatore presso Amnesty International, secondo cui le maggiori probabilità di catturare i criminali in fuga fanno il paio con la maggiore facilità, per le autorità di pubblica sicurezza cinesi, di rintracciare i dissidenti politici e le minoranze etniche. Rendere ogni agente di polizia una sorta di “detector” umano potrebbe insomma rendere lo stato di sorveglianza ancora più stringente, con tutte le conseguenze immaginabili in termini di privacy per il singolo cittadino. L'azienda produttrice, in proposito, avrebbe confermato che la tecnologia di riconoscimento facciale non sarà venduta ai consumatori finali fino a quando non si avrà una migliore comprensione dei potenziali impatti sociali (nel frattempo però una versione base di questi occhiali è già in vendita in Africa, Stati Uniti, Europa e Giappone).
Resta il fatto che le potenzialità del dispositivo sono notevolissime. Stando ai test effettuati dall'azienda produttrice, gli occhiali con intelligenza artificiale hanno permesso identificare individui in un database di 10mila sospetti in soli 100 millisecondi. Scenario da Mission Impossible? Ci siamo molto, molto vicini.

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