“Ho messo una bomba in piazza Duomo”/ Brescia, arrestato l’ex cattolico tradizionalista ora sostenitore Isis

- Niccolò Magnani

"Ho messo una bomba in piazza Duomo a Brescia": arrestato il sostenitore Isis che ha procurato il falso allarme sabato scorso. Da ex cattolico radicale a soldato jihadista

polizia_bomba_artificieri_allarme_terrorismo_lapresse_2017 Genova, allarme bomba in un furgone sospetto (LaPresse)

«Ho messo una bomba in piazza Duomo»: si leggeva così nella mail inviata al Comune giusto il giorno prima dell’ingresso in città, proprio in quella piazza a Brescia, del nuovo nuovo Vescovo Mons. Pierantonio Tremolada. È accaduto sabato scorso e ora viene data notizia che il 33enne autore del falso allarme procurato è stato arrestato: già, procuratore allarme visto che dopo attenti controlli e dopo aver rivoltato la piazza, non si è trovato alcun ordigno pronto ad esplodere. Z.N., sono queste le iniziali fornite dalle autorità sul responsabile di questo “scherzo” di cattivissimo gusto, se così si può chiamare. Come spiega l’Ansa, il giovane era già sottoposto ad obbligo di firma dopo che era finito in un procedimento penale per apologia del terrorismo islamico su internet. In particolare, il 33enne arrestato a Brescia appartiene alla vasta rete di sostenitori dell’Isis e anche per questo si temeva il peggio quando si è scoperto da dove proveniva quella mail spedita sabato.

SCHERZO O MINACCIA?

La Digos ha però svolto subito le indagini mirate per capire da un lato se ci si trovasse di fronte ad un vero allarme terroristico – complice l’arrivo in Piazza Duomo del nuovo vescovo giusto qualche ora dopo – e dall’altro per capire chi potesse aver mandato quel messaggio di allerta. Ebbene, è un italiano di 33 anni sostenitore dell’Isis, come già si diceva, che ha utilizzato un tablet per inviare la mail, subito scovato dalla Polizia Postale. «Dagli immediati controlli, era emerso che si trattava di un falso allarme e nella perquisizione a casa dell’uomo (scovato grazie alla polizia postale) era stato sequestrato un tablet usato per inviare l’email», spiega Askanews. La polizia ha poi spiegato che quel 33enne era stato accusato e condannato per aver fatto su Facebook «apologia di delitti di associazione terroristica e delitti contro la persona con la finalità di terrorismo, avendo pubblicato contenuti ed espressioni nei quali inneggiava ad azioni violente riferibili all’ideologia religiosa integralista praticata dall’Isis». Per le fonti vicine ai quotidiani locali bresciani, quell’individuo prima di abbracciare la causa dell’Isis era un cattolico ultra radicale e tradizionalista che nel giro di qualche anno è stato “conquistato” dall’ideologia della jihad: di certo ora la sua posizione si aggrava a non poco dato che il procurato allarme potrebbe costargli il carcere e non solo per qualche giorno. Lo scherzo è di certo di pessimo gusto, ma non è detto – e qui gli inquirenti dovranno ancora indagare ed eventualmente scoprirlo – che non si tratti di una sorta di minaccia alla città che si apprestava ad accogliere la nuova guida religiosa.





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