DON ANGELO BERTOLOTTI ARRESTATO/ Maltrattamenti sui disabili del Centro Manfredini di Piacenza

- Dario D'Angelo

Don Angelo Bertolotti arrestato: il responsabile del Centro Manfredini di Piacenza finisce in carcere. I disabili ospitati dalla struttura subivano maltrattamenti di vario tipo.

don_angelo_bertolotti_facebook Don Angelo Bertolotti da giovane (foto da Facebook)

Maltrattamenti aggravati e continuati su disabili: è l’accusa di cui dovrà rispondere don Angelo Bertolotti, 60enne sacerdote responsabile del Centro Manfredini, struttura di accoglienza di via Beati a Piacenza, finito in manette e ora recluso nel carcere delle Novate. Come riferito dal TG Regione emiliano, a condurre in porto l’arresto di don Bertolotti è stata la Squadra Mobile della questura piacentina sotto il coordinamento della Procura della Repubblica. Un’operazione resasi necessaria dopo che le indagini, scattate dopo una denuncia arrivata alla polizia, hanno accertato che i disabili ospitati dalla struttura venivano sottoposti quotidianamente a vessazioni di vario tipo: schiaffi, insulti, umiliazioni. A testimonianza di ciò sono arrivati i filmati delle telecamere posizionate dagli agenti all’interno del centro. Una vicenda che fa male: non solo ai pazienti della struttura, ma soprattutto alle famiglie che ve li avevano affidati.

DON ANGELO E IL CENTRO DISABILI

Dal canto suo don Angelo Bertolotti respinge tutte le accuse e sostiene di aver lavorato sempre nell’interesse dei disabili. Si tratta di una personalità conosciuta, rispettata e stimata, che sul sito del Centro Manfredini parlava della struttura per ragazzi disabili in questi termini:”La nostra storia inizia tanti anni fa quando ancora seminarista fui incaricato di seguire una parrocchia del centro storico di Piacenza nel suo lavoro pastorale. È nata una piccola comunità di giovincelli con una caratteristica particolare: una strettissima convivenza. Ci trovavamo tutti i giorni per la S. Messa e il vespro. Mi sembrava bello presentare l’esperienza cristiana non con belle chiacchiere isolate dalla vita, ma con gesti precisi e decisi: la preghiera, lo studio insieme, la diffusione della stampa cattolica, i momenti di catechesi, la caritativa e le vacanze”. Un vero e proprio tuttofare, don Angelo, uno che amava rivendicare il ruolo della propria opera e l’indipendenza dalle istituzioni:”Mi sto preoccupando perché la rincorsa presa si è rivelata inarrestabile, ma guai frenare le mozioni dello Spirito; occorre, come qualcuno continua ad insegnarci, lasciarci trasportare dall’audacia della fede. La cosa bella è che in mezzo all’indifferenza dell’ente pubblico, alle perplessità di molti anche nella Chiesa, alle comprensibili difficoltà quotidiane, ci sono diverse persone tra i cosiddetti volontari, dedite a questo per vocazione definitiva. Forse questa è la nostra forza per grazia e non per meriti particolari”. Ecco perché Piacenza è scossa: don Angelo stesso era una vera e propria istituzione.





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