SAN FILIPPO NERI/ Santo del giorno, il 26 maggio si celebra il “padre” degli oratori

- La Redazione

Il 26 maggio si celebra San Filippo Neri. Fiorentino d'origine, si trasferì a Roma. Per il suo carattere burlone, fu anche chiamato il "santo della gioia" o il "giullare di Dio".

croce2_pixabay_2017 Santo del giorno: San Lanfranco Beccari

26 maggio: San Filippo Neri

Il 26 maggio la Chiesa Cattolica ricorda San Filippo Neri, sacerdote originario di Firenze e romano d’adozione. Le sue date: nasce a Firenze il 21 luglio 1515 e muore a Roma il 26 maggio 1595. La caratteristica che contraddistingue Filippo Neri è la gioia di vivere, l’ottimismo, la solarità. Per questo viene anche chiamato Giullare di Dio, per onorare questo tratto del suo carattere che l’ha reso, quand’era in vita, un uomo tanto amato da tutte le persone della sua comunità. Filippo Neri nasce a Firenze ma si trasferisce a Roma in giovane età, perché desiderava diventare missionario evangelico e lavorare nei quartieri più problematici. Il suo obiettivo era quello di accogliere nel suo abbraccio i peccatori, i delinquenti, le persone disperate che vivevano per strada utilizzando espedienti per la propria sopravvivenza e redimerli alla volontà cattolica e cristiana. Riuscì a creare un gruppo di preghiera nel quale attirava i ragazzi di strada, avviandoli ai principi delle fede cristiana utilizzando tecniche come il gioco, la recitazione, la musica. Con questo metodo empatico e adatto ai più piccoli, riuscì a salvare tante giovani vite dalla fame, dalla delinquenza e dall’oblio. Filippo Neri scoprì la vocazione dopo la perdita della madre, a seguito delle seconde nozze del padre. Fu mandato a studiare al Convento di San Marco Evangelista di Firenze e, man mano che approfondiva gli studi e acquisiva conoscenze, capì che il suo desiderio era quello di lavorare per i fratelli, di portare la religione e la parola di Dio anche in quei luoghi fatiscenti e dimenticati dove nessuno si addentrava volentieri. Nel 1544, nel giorno della Pentecoste, Filippo Neri fu protagonista di un miracolo. Improvvisamente, il suo petto si dilatò e il cuore iniziò a tremare vistosamente nel suo torace, divenuto bollente al tatto. Questa cosa fu scientificamente accertata dopo la sua morte, da medici competenti, che non riuscirono a spiegare il fenomeno e quindi lo archiviarono come evento miracoloso. 

Culto di San Filippo Neri

Conscio del grande segno divino che aveva ricevuto, Filippo Neri da quel momento si ritirò a vita privatissima, facendosi vedere in pubblico solo ed esclusivamente per lavorare alla sua missione religiosa. Si occupava dei bambini orfani, dei senzatetto, degli infermi, dei malati e degli abbandonati. Portava conforto ai disperati e a chi soffriva per lutto. Gli ultimi anni della sua vita furono caratterizzati da una grave carestia nel paese dove viveva, che lo costrinse a privazioni e sacrifici. Filippo Neri morì, mentre dava la benedizione alla sua comunità, probabilmente a causa di un ictus. Chi era presente narra che spirò col sorriso sulle labbra, ennesima prova del suo carattere gioioso, del suo amore per la vita e della sua voglia di gioire sempre, anche nei momenti più difficili e complicati. Fin dal giorno della sua morte Filippo Neri fu considerato Santo, tanto era l’amore che le persone della sua comunità provavano per lui. Oggi è compatrono di Roma, unitamente a San Pietro. L’ufficializzazione della Santità giunse nel 1622 e fu scelta la data del 26 maggio per la sua commemorazione annuale. San Filippo Neri è patrono di diverse città e cittadine italiane: Gioia del Colle, Candida, Tursi. Soprattutto in questi luoghi italiani, il 26 maggio si organizzano feste e sagre, all’insegna del divertimento, dei canti e dei balli, per onorare le virtù ludiche che San Filippo Neri ha sempre dimostrato di avere in vita. Tutta la Chiesa, comunque, ricorda San Filippo Neri nel giorno della sua memoria, menzionandolo durante la Messa Solenne.







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