SALVINI, DICIOTTI: ATTI INCHIESTA A PALERMO/ Ultime notizie: chi sono i magistrati del Tribunale dei Ministri

- Niccolò Magnani

Diciotti, pm chiede i nomi dei migranti "ostaggi" sulla nave: saranno parte offesa contro Salvini. Ultime notizie e accoglienza: Procura Agrigento, "si aggrava posizione del Ministro"

nave_diciotti_guardia_costiera_migranti_sbarco_lapresse_2018 Nave Diciotti attracca a Trapani (LaPresse)

La notizia del giorno sul caso Diciotti è l’invio da parte del pm di Agrigento, Luigi Patronaggio, ai colleghi di Palermo del fascicolo contenente gli atti dell’inchiesta a carico di Matteo Salvini, indagato per abuso d’ufficio, arresto illegale, sequestro di persona a scopo di coazione e omissione di atti di ufficio. Entro due settimane, la procura palermitana a sua volta trasmetterà gli atti al Tribunale dei Ministri. Ma chi giudicherà Matteo Salvini nel caso in cui l’inchiesta vada avanti? Il Presidente della sezione chiamata a giudicare l’operato dei ministri, come riporta Il Fatto Quotidiano, è  Fabio Pilato, 52 anni, tra gli ideatori del protocollo d’intesa siglato insieme con l’amministrazione comunale di Palermo per garantire l’accompagnamento ai minori sbarcati da soli sulle coste siciliane e in passato impegnato sul fronte dei rifugiati e del loro riconoscimento di status e protezione sussidiaria. L’altro giudice, Filippo Serio, nel 2011 è finito in una lista nera di “amici degli immigrati” pubblicata su un sito neonazista (Stormfront) dopo aver annullato la misura cautelare per un migrante. Il terzo giudice è Giuseppe Sidoti, che ha una esperienza di magistrato fallimentare. (agg. di Dario D’Angelo)

DICIOTTI, ATTI INCHIESTA SALVINI TRASMESSI A PALERMO

Procede l’inchiesta sul ministro dell’Interno Matteo Salvini in relazione al caso della nave Diciotti: come riportato da Il Corriere della Sera, oggi la Procura di Agrigento ha trasmesso ai pm di Palermo il fascicolo d’indagine sul leader della Lega e sul capo di gabinetto al Viminale Matteo Piantedosi, entrambi indagati per il trattenimento illegale dei migranti soccorsi dall’imbarcazione della Guardia Costiera. I cinque reati per cui Salvini e Piantedosi sono finiti sotto inchiesta sono: sequestro di persona a scopo di coazione, sequestro di persone, omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio e arresto illegale. A portare gli atti del procedimento, che la Procura di Palermo dovrà trasmettere entro 15 giorni al tribunale dei ministri con eventuali richieste, anche istruttorie, sarà la Guardia costiera ai quali l’inchiesta è stata delegata dai pm agrigentini. Nel fascicolo, da quel che si apprende, è contenuta anche la memoria dei pm riguardo gli aspetti tecnico-giuridici del caso oltre che i verbali contenenti le testimonianze dei funzionari del Viminale e degli ufficiali della Guardia costiera ascoltati prima dell’apertura dell’inchiesta. (agg. di Dario D’Angelo)

SALVINI, “CHI SFRUTTA IMMIGRAZIONE CLANDESTINA VA PUNITO”

Matteo Salvini lo ha detto chiaramente: l’inchiesta che pende sul suo capo per come ha gestito l’approdo in Italia della nave Diciotti con a bordo 150 migranti non lo preoccupa. Il ministro dell’Interno è convinto che la sua linea sia vincente non solo dal punto di vista politico (basta vedere i sondaggi) ma anche giuridicamente inoppugnabile. E allora su Twitter continua la sua campagna sui migranti che tanti consensi gli ha portato fino ad oggi, col leader della Lega che ha voluto esprimere la propria soddisfazione per il doppio arresto che ha interessato i gestori di una cooperativa di prima accoglienza che teneva i migranti in camere sovraffollate e nella sporcizia:”Chiunque sfrutta l’immigrazione clandestina per riempirsi le tasche va PUNITO in maniera esemplare, senza se e senza ma. Complimenti a Carabinieri e Guardia di Finanza per l’operazione. Anche per gestori e cooperative in malafede, è finita la pacchia!”. (agg. di Dario D’Angelo)

SALVINI, “DICIOTTI? MI COSTITUISCO, ARRESTATEMI”

Non ha alcuna intenzione di ritrattare la sua condotta rispetto al caso della nave Diciotti carica di migranti: Matteo Salvini al contrario considera le inchieste a suo carico come “medaglie” per il lavoro svolto. E il ministro dell’Interno lo ha ribadito su Facebook:”Rischio 30 anni di galera per avere difeso il diritto alla sicurezza degli Italiani? Sorrido, lavoro ancora di più e tiro dritto”. Una presa di posizione chiara quella del titolare del Viminale che attende adesso gli esiti dell’indagine a suo carico. E ai pm manda un messaggio chiaro: “Non vedo l’ora di essere interrogato: sarò il primo indagato pronto ad ammettere tutte le sue colpe, mi costituisco. Se mi chiederanno, ma lei ha tenuto gli immigrati su quella barca perchè voleva che l’Europa alzasse il sedere? Sì, e lo rifarei e se arriverà un altro barcone lo rifarò, mi pagano per difendere i confini del Paese. Arrestatemi”. (agg. di Dario D’Angelo)

SALVINI, “ARRIVI SONO DIMINUITI”

Le accuse sembrano non demoralizzare il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, che nelle dichiarazioni all’inchiesta aperta dalla procura di Agrigento per il caso-Diciotti, ha affermato di avere le idee chiare riguardo i prossi passi da portare avanti col Governo sul tema dei migranti. “Gli sbarchi rispetto all’anno scorso si sono ridotti da 100mila a 19mila, ora sto lavorando per aumentare le espulsioni facendo quegli accordi che i miei predecessori non hanno fatto. In Europa dormono o, se è peggio, sono complici. Per questo stiamo cercando alleanze esterne per eventuali nuovi arrivati.” A margine di queste dichiarazioni Salvini ha anche sparato a zero su Macron criticando l’alto numero di espulsioni di migranti della Francia, a fronte di dichiarazioni del Presidente transalpino che hanno puntato invece il dito sulla scarsa accoglienza dell’Italia. (agg. di Fabio Belli) 

DOMANI ATTI AI PM DI PALERMO

Per Matteo Salvini e il suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi, entrambi indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla nave Diciotti, potrebbero aggiungersi nuovi capi di imputazione. Si tratta del sequestro di persona a scopo di coazione, perché il ministro dell’Interno avrebbe impedito lo sbarco per fare pressione sull’Unione europea per la ridistribuzione dei migranti, e l’omissione di atti d’ufficio, perché i due indagati avrebbero ignorato la richiesta della Guardia costiera di un porto sicuro, indicando Catania solo come scalo tecnico. Come appreso dall’AdnKronos, domani la Procura di Agrigento invierà gli atti del fascicolo ai pm di Palermo. Si è verificato un ritardo di qualche giorno perché il procuratore Patronaggio ha chiesto l’identificazione dei migranti per assicurare loro la piena tutela legale e un contraddittorio. Sarà poi la Procura di Palermo a inviare gli atti al Tribunale dei ministri. (agg. di Silvana Palazzo)

CONVALIDATI ARRESTI 4 SCAFISTI

Il gip di Messina ha convalidato i fermi dei 4 presunti scafisti accusati di aver portato i migranti sul barcone, poi soccorso dalla nave Diciotti della Guardia Costiera Italiana: mentre si addensa la polemica politica sulle conseguenze una volta saliti su quell’imbarcazione, prosegue l’opera di indagine della procura di Messina in merito a chi quella situazione l’ha preparata e provocata. A tutti e 4 i presunti responsabili è stata applicata la custodia cautelare in carcere, con i fermi disposti dalla Procura di Palermo guidata da Francesco Lo Voi: ricordiamo che i 4 arrestati sono tre egiziani e un bengalese, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza sessuale. Il gip Tiziana Leanza ha convalidato il fermo mentre il collega pm Patronaggio prosegue nell’indagine contro Salvini e il capogabinetto del Viminale: entro domani gli atti passeranno però tutti al Tribunale dei Minori che dovrà decidere in merito al proseguire o meno nel procedimento contro Matteo Salvini. 

“3 MESI? MI SEMBRANO 30 ANNI”

«Siamo al lavoro da neanche tre mesi ma mi sembrano 30 anni visto il lavoro fatto e le inchieste». Così Matteo Salvini in merito alla vicenda della nave Diciotti da Venezia, nel corso della sottoscrizione del protocollo di legalità per la Pedemontana Veneta, con il governatore Luca Zaia. La procura di Agrigento avrebbe contestato altre due ipotesi di reato al ministro dell’Interno e vicepremier. Il procuratore Luigi Patronaggio lo accusa anche di sequestro di persona a scopo di coazione, come vi abbiamo spiegato di seguito, e omissione d’atti d0ufficio. Queste ipotesi di reato si vanno ad aggiungere a quelle di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Intanto il gip di Messina ha convalidato i fermi dei quattro scafisti che guidavano l’imbarcazione soccorsa dalla nave Diciotti della guardia costiera: a tutti è stata applicata la custodia cautelare in carcere. I quattro, tre egiziani e un bengalese, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza sessuale. (agg. di Silvana Palazzo)

“NUOVE ACCUSE? PER ME SONO MEDAGLIE”

Si aggrava la posizione di Matteo Salvini nel caso Diciotti. Nella relazione finale del pm Luigi Patronaggio c’è l’accusa di aver compiuto il sequestro dei migranti, bloccati nel porto di Catania, per far pressione sull’Unione europea. In questa ipotesi, ora, anche l’Ue potrebbe costituirsi parte civile, oltre agli immigrati, che peraltro sono in via di identificazione. Il nuovo reato si aggiunge alla già lunga lista di accuse. Nell’azione del ministro dell’Interno di forzare la mano per scuotere l’indifferenza dell’Ue c’è per il pm il ricatto con i migranti usati come ostaggio. Secondo l’articolo 289 ter del codice penale, chi vuole costringere «uno Stato, o un’organizzazione (a compiere un atto) è punito con la reclusione da 25 a 30 anni». A tal proposito il vicepremier ha dichiarato: «Oggi ho scoperto di avere altri capi imputazione. Ma per me sono medaglie». Salvini ha poi aggiunto: «Ho scoperto che sono accusato anche di un reato che non pensavo esistesse: ricatto all’Unione Europea. Prendo atto che stanno modificando il codice penale a uso e consumo del ministro. Se è cosi rispondo, bonariamente, di aver ricattato l’Ue». (agg. di Silvana Palazzo)

DICIOTTI, CHIESTI NOMI MIGRANTI ‘OSTAGGI’

Il pm di Agrigento che indaga sul Ministro Salvini (e il suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi, ndr) ha chiesto ufficialmente tutti i nomi dei migranti considerati “ostaggi” sulla nave Diciotti la scorsa settimana: la Procura sta cercando di identificarli tutti per poterli poi consentire una tutela in qualità di parti offese nel procedimento di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio da parte del vicepremier Matteo Salvini. Come scrive oggi il Fatto Quotidiano, «Il fascicolo sarà trasmesso dalla Procura di Agrigento al Tribunale dei ministri di Palermo nei prossimi giorni – molto probabilmente domani, ndr – quando l’elenco delle identificazioni sarà completato». Mentre prosegue l’itinerario non ancora chiarissimo dei 177 migranti a bordo della Diciotti – la maggiorparte oggi a Rocca di Papa accolti dalla Cei ma in procinto di essere suddivisi in più Diocesi italiane, gli altri tra Albania e Irlanda ma ancora non partiti ufficialmente – prosegue la linea dura del Governo, con il Viminale che ha messo in campo un duro scontro tanto con l’Europa quanto con la Francia di Macron. Il concetto è lo stesso e lo ha ribadito Salvini stamattina: «In Europa non muovono un dito per accogliergli, però si indignano se vanno in Albania perché “ci vuole il loro consenso”. Dove siamo, in un villaggio vacanze???».

SI AGGRAVA LA POSIZIONE DI SALVINI

Nel frattempo è novità di giornata quanto stabilito dal pm Luigi Patronaggio e dalla procura generale di Agrigento: si aggrava la posizione di Matteo Salvini sul caso Diciotti, «Oltre ai reati, già contestati, di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio, Salvini e Piantedosi devono rispondere anche dei reati di sequestro di persona a scopo di coazione e omissione di atti di ufficio» riporta Adnkronos. In particolare, il sequestro di persona “a scopo di coazione” vedrebbe Salvini nel ruolo di chi avrebbe impedito lo sbarco per fare pressione sull’Unione Europea per la ridistribuzione dei migranti tra i vari Paesi membri. I tre giudici del Tribunale dei Ministri che dovranno valutare nel merito tutte le accuse – e decidere se procedere o archiviare tutto – sono Fabio Pilato, Filippo Serio e Giuseppe Sidoti.





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