MANOVRA, TRIA: “HO GIURATO NELL’INTERESSE DELLA NAZIONE”/ Ministro: “Reddito di cittadinanza e no aumento Iva”

- Carmine Massimo Balsamo

Manovra, riunione Di Maio-ministri M5S su Def. Ultime notizie, Giorga Meloni avvisa: "Ho paura del M5s su economia: senza flat tax faccio campagna contro"

Luigi_dimaio_m5s_stampa_lapresse_2017 Luigi Di Maio (Lapresse)

In attesa che venga sciolto il nodo relativo alle pensioni e al superamento della Legge Fornero, ultima richiesta del Movimento 5 Stelle in merito alla Manovra economica che sarà presto varata, sembra esserci quantomeno una schiarita fra il Ministro dell’Economia e il vicepremier Luigi Di Maio, soprattutto alla luce delle parole del titolare del Mef durante un convegno tenutosi oggi presso Confcommercio. Pur ribadendo di non avere in mente soluzioni che danneggerebbero i conti pubblici e la credibilità dell’Italia presso gli investitori esteri, Tria ha ribadito di agire “nell’interesse della nazione” come da mandato ma che il Reddito di Cittadinanza, punto cardine del programma dei pentastellati, sarà presente nella Manovra, pur senza indicare la deadline di marzo 2019 come fatto dal Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Non solo: Tria ha pure garantito che verranno trovate le risorse necessarie per scongiurare l’aumento dell’Iva, anche se secondo alcune stime una Legge di Bilancio che al suo interno contenga assieme flat tax, superamento della Fornero, Reddito di Cittadinanza, pace fiscale, sterilizzazione dell’aumento dell’Iva e calo delle tasse per le imprese verrebbe a costare non meno di 17 miliardi di euro influendo sul rapporto deficit/PIL fino a farlo salire al 2,8%. (agg. di R. G. Flore)

VICEPREMIER, “SERVE NUOVO VERTICE PER LA MANOVRA”

È un Luigi Di Maio criptico che lascia presagire come vi siano ancora delle tensioni col Mef quello che poco fa, concedendo alcune battute ai cronisti a Montecitorio, ha spiegato che presto ci sarà un nuovo vertice di Governo per definire con maggior precisione i paletti e i contorni della Manovra economica per la quale il Movimento 5 Stelle è in rotta col Ministro Giovanni Tria. A detta del vicepremier, infatti, ci sarà bisogno ancora di riunirsi ma ha pure sottolineato che non c’è ancora alcuna data sulla convocazione del Consiglio dei Ministri. Tempi dunque ancora in alto mare (il leader pentastellato si è lasciato scappare un “Non so se è stato convocato o meno…”) anche per via del fatto che il Movimento, oltre al Reddito di Cittadinanza vorrebbe che nella Manovra varata dal Mef vi sia anche il superamento della Legge Fornero, mentre pare che almeno sul fronte dell’obiettivo del rapporto deficit/PIL da raggiungere è stata raggiunta una intesa col Ministro dell’Economia. (agg. di R. G. Flore)

DI MAIO INSISTE SUL REDDITO DI CITTADINANZA

Non è un botta e risposta questa volta ma le parole del vicepremier Luigi Di Maio e del titolare del MEF, Giovanni Tria, arrivate a stretto giro di posta, sottolineano come per adesso sia passata la burrasca tra i due ma, in attesa del varo della Manovra finanziaria, restino alcuni punti di divergenza che, seppur con toni pacati, entrambi non mancano di far emergere. Se il leader pentastellato ha confermato che il Reddito di Cittadinanza verrà introdotto nel 2019 e ha indicato come deadline quella di marzo, il Ministro dell’Economia, nel corso di un intervento al convegno di Confcommercio, oltre a confermare che verranno trovate le risorse economiche per non rischiare l’aumento dell’IVA ha però fatto notare, riscuotendo notevoli applausi, che il documento di programmazione non avrà nulla di avventuriero o scriteriato e che “nonostante quello che si dice sui giornali, sono ottimista di fare del mio meglio e io ho giurato nell’esclusivo interesse della nazione”: insomma Tria ribadisce di voler assolutamente onorare il suo mandato e che, se flat tax e Reddito di Cittadinanza sono due priorità dell’esecutivo gialloblu, è pur vero che il suo obiettivo è una Manovra cauta che mostri agli investitori internazionali che si può avere fiducia nell’Italia. “Dobbiamo dare un segnale ai mercati finanziari e stare attenti perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori…”. (agg. di R. G. Flore)

L’INTERVENTO DI TRIA ALLA CONFCOMMERCIO

Reddito di cittadinanza da metà marzo ma non solo: Luigi Di Maio ha parlato a lungo della manovra economica che attende il governo Lega-Movimento 5 Stelle e sulla questione è intervenuto anche Giovanni Tria, ministro dell’economia. Intervenuto al convegno di Confcommercio, il titolare del Tesoro ha sottolineato: “Siamo appena partiti con il percorso di riduzione del rapporto debito-pil, bisogna stare attenti perché se uno chiede troppo, quello che guadagna lo perde in termini di pagamento degli interessi”. Continua Tria, come riporta Il Fatto Quotidiano: “ci saranno interventi come il reddito di cittadinanza” e ha sottolineato che sarà “una manovra di crescita e non di austerity”. Infine, il monito: “Ho giurato nell’esclusivo interesse della nazione e non di altri. E non ho giurato solo io, ma anche gli altri”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“REDDITO DI CITTADINANZA DEVE ESSERCI”

“La nota al Def deve essere votata dal Cdm e dal Parlamento. Una nota al Def ‘non coraggiosa’ e senza reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza, quota 100 Fornero, risarcimento dei truffati dalle banche non avrà i voti del M5S”, non lascia spazio a dubbi Luigi Di Maio ai microfoni dei cronisti al termine del vertice con i ministri del Movimento 5 Stelle. Come riportato da Affari Italiani, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha evidenziato: “Per me non ha senso parlare solo di deficit. Si deve scommettere sulla crescita. E dare risposte ai bisogni dei cittadini. Con l’11% di disoccupazione non possiamo che puntare sugli investimenti e sulla crescita di qualità”. Infine, segnaliamo una battuta del premier Giuseppe Conte: “Stiamo lavorando ad una #manovra economica che conterrà misure di giustizia ed equità sociale. Le persone in difficoltà sono il nostro primo pensiero, ve lo garantisco”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“CON QUESTA MANOVRA ABOLIREMO LA POVERTA'”

Sarà una manovra con cui il governo “abolirà la povertà”. Ne è convinto il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, citato dal quotidiano Il Messaggero. Il vice-premier è pronto a firmare la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, ma solo se verrà attuato il reddito di cittadinanza, insieme alla riforma delle pensioni e alle misure per risarcire i risparmiatori truffati dalle banche, altrimenti il M5s non voterà. Nella serata di ieri, Di Maio si è incontrato con i ministri grillini per fare il punto della situazione, dicendo loro: «Per me non ha senso parlare solo di deficit – scrive Il Fatto Quotidiano – si deve scommettere sulla crescita e dare risposte ai bisogni dei cittadini. Con l’11% di disoccupazione non possiamo che puntare sugli investimenti e sulla crescita di qualità. Solo puntando alla crescita si può ridurre il debito. Le ricette del passato hanno solo aumentato il debito pubblico». Parlando a Porta a Porta, invece, Di Maio ha fatto il punto sulla data di introduzione delle possibile riforme: «Faremo partire in maniera differenziata pensioni e reddito di cittadinanza. Da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l’impiego con il reddito di cittadinanza erogato». Quindi ha ribadito e concluso: «Prima di pensare ai numerini pensiamo ai cittadini, non sarà una manovra irresponsabile ma coraggiosa». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

VERTICE IN CASA M5S

Tiene banco il capitolo manovra per il Governo Lega-Movimento 5 Stelle, che sta studiando e analizzando numerosi dossier. Questa sera è previsto un vertice tra Luigi Di Maio e i ministri M5S sul Def e, come sottolineato da Tg Com 24, sul tavolo c’è anche lo studio del taglio delle accise sulla benzina per un totale di 250-300 milioni di euro. Il pacchetto fiscale proposto dalla Lega prevede che le risorse vengano reperite grazie all’extragettito dell’Iva sulla benzina: per i consumatori si tratterebbe di un taglio di tre centesimi sulla benzina e di un centesimo sul gasolio. Non sarebbero possibili tagli ulteriori con una riduzione di 300 milioni di euro, con i calcoli dell’Unione Petrolifera che evidenziano come ogni centesimo sulla benzina valga 100 milioni e ogni centesimo sul gasolio circa 280 milioni di euro. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MANOVRA, RIUNIONE DI MAIO-MINISTRI M5S SU DEF

Manovra, riunione Di Maio-ministri M5S su Def: in programma questa sera il vertice, sul tavolo il delicato dossier del reddito di cittadinanza. Come riportato dai colleghi dell’Ansa, si sta discutendo a proposito della pace fiscale e come confermato dal sottosegretario leghista Massimo Bitonci tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di trovare delle “soluzioni anche per l’Iva”. Al momento si parla solo di ipotesi, in ottica europea si dovrebbe prevedere “la riscossione dell’Iva dovuta”, magari intervendo “sugli altri tributi”. A proposito di manovra, l’economista della Lega Claudio Borghi Aquilini ha commentato ai microfoni di Tg Com 24 il capitolo Flat tax: “Il sistema della flat tax è la semplicità: se sfoltiamo queste regole fatte su misura a seconda di chi arrivava al governo. Se facciamo un sistema semplice con regole fisse, è tutto semplificato. Alzare o abbassare l’aliquota è molto più semplice rispetto alle altre situazioni possibili con sistemi diversi“.

IL MONITO DI GIORGIA MELONI

Della manovra economica del governo Lega-Movimento 5 Stelle ha parlato lungamente Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “Pretendo che ci siano la tassa piatta e un rivoluzionario taglio delle tasse”. E l’alleata di Matteo Salvini ha sottolineato: “Ho paura che il Movimento 5 Stelle abbia sostenuto Salvini sul tema dell’immigrazione, pur non condividendo la sua posizione, per chiedere in cambio di poter decidere in materia economica”. Ed ecco l’avviso della Meloni: “Se la Lega accettasse questo scambio, io voterò e farò campagna contro la manovra”. Prosegue poi ai microfoni di Radio 24: “Di questo esecutivo mi preoccupano i temi economici, con il punto di vista del M5s che appare preminente: basti pensare al decreto dignità o al reddito di cittadinanza previsto dalla manovra e preteso con lo sforamento del deficit. Francamente sono preoccupata, non vedo la rivoluzione economica chiesta dalla gran parte degli italiani con il voto al Centrodestra”.





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