Embraco, operaio incatenato ai cancelli/ Appello Calenda a Bruxelles: “fondo per evitare fughe all’estero”

- Niccolò Magnani

Licenziamenti Embraco: operaio incatenato a Riva di Chieri, "non molliamo". Calenda vola a Bruxelles, "fondo per evitare fughe all'estero": l'azienda rifiuta l'ultima proposta di Mise.

embraco_incontro_ministro_carlo_calenda_azienda_licenziamenti_lapresse_2018 Calenda incontra l'azienda Embraco (LaPresse)

«Il tempo limite è dato dalla procedura di mobilità, quindi fino a fine marzo. Siamo già partiti, il mio staff ci sta lavorando, io stesso ci sto lavorando. Aggiorneremo i sindacati in settimana», ha spiegato il ministro Calenda al Corriere della Sera. Alla Ue è stato chiesto un fondo per evitare le fughe all’estero di aziende che ricevono contributi all’interno dei nostri confini. Di contro però, smentisce quanto detto dal sindacalista Giorgio Airaudo che vuole le aziende che prendono soldi pubblici in pianta stabile in Italia, obbligandole a rimanerci; «Queste sono boutade da campagna elettorale. L’idea di obbligare le imprese a rimanere in Italia è assurda. Come le facciamo rimanere? Con l’esercito? Si possono obbligare a restituire i finanziamenti pubblici se deindustrializzano. E su questo la Guardia di finanza sta facendo accertamenti». Ai lavoratori Embraco, impegnati ancora in scioperi e manifestazioni a Riva di Chieri, il ministro spiega «Ci vuole un globalization adjustment fund, un fondo di reindustrializzazione che prevenga le delocalizzazioni e metta pacchetti che vadano oltre la normativa sugli aiuti di stato per chi vuole andare a produrre altrove in Europa in condizioni di vantaggio legate al diverso grado di sviluppo dei Paesi. Siamo economie in continua transizione, gestirle sarà sempre più fondamentale, quindi abbiamo bisogno di strumenti più forti». 

OPERAIO INCATENATO AI CANCELLI DI RIVA DI CHIERI

Mentre il ministro Calenda è a Bruxelles per cercare di fermare le scelte della società Embraco davanti al Commissario Ue alla Concorrenza, davanti all’ingresso della fabbrica a Riva di Chieri un operaio che lavora in Embraco da oltre 25 anni si è incatenato ai cancelli. «Non voglio mollare, è la mia fabbrica che mi ha dato da mangiare per 25 anni, finché c’è uno spiraglio non mollerò», racconta all’Ansa l’operaio che vedere qui sotto nel Tweet. A Rai News24 ha poi voluto raccontare tutta la rabbia per una situazione scellerata posta dalla azienda controllata da Whirpool: «stiamo con il ministro, non ci abbandoni e continui a lottare come sta facendo», ha rivolto l’appello a Calenda sempre l’operaio incatenato davanti ai cancelli Embraco della sede in cui sarebbero pronti quasi 500 licenziamenti (su meno di 700 lavoratori presenti). «L’azienda ha dimostrato totale disinteresse nei confronti delle proposte formulate dal Governo e totale irresponsabilità, in particolare nei confronti dei dipendenti di Riva di Chieri», spiegano in una nota congiunta Fiom e Uilm, che si schierano col Mise e il Governo italiano a tentativo di difesa degli operai di Riva di Chieri (anche perché sotto elezioni non è esattamente il “miglior spot” un licenziamento di massa di una azienda importante come Embraco). 

CALENDA A BRUXELLES: LE RICHIESTE

Incontro decisivo, quello di oggi a Bruxelles tra il ministro Calenda e la commissaria europea alla Concorrenza Verstager per capire come andrà a finire il caso Embraco. L’azienda ha fatto saltare il tavolo delle trattative con il governo italiano dicendosi convinta a procedere con la delocalizzazione in Slovacchia: 497 lavoratori, dunque, perderanno il posto. In un’intervista a Il Corriere della Sera, il ministro Calenda ha spiegato che oggi a Bruxelles chiederà di “verificare che non ci siano stati aiuti di Stato alla Slovacchia per le aziende di Honeywell ed Embraco e trovare un modo per correggere quella che e’ una stortura. Quando c’e’ un Paese che offre un pacchetto di finanziamenti localizzativo anche conforme agli aiuti di Stato, ma che beneficia di condizioni più favorevoli, io devo essere in grado di operare al di fuori degli aiuti di Stato e offrire le medesime condizioni, ma voglio capire il perimetro entro cui posso dare applicazione pratica di questa misura”. Per prevenire altri casi di questo tipo intanto Calenda propone l’istituzione di un fondo che “metta pacchetti che vadano oltre la normativa sugli aiuti di stato per chi vuole andare a produrre altrove in Europa in condizioni di vantaggio legate al diverso grado di sviluppo dei Paesi. (…) Siamo economie in continua transizione, gestirle sara’ sempre piu’ fondamentale, quindi abbiamo bisogno di strumenti più forti”. Calenda ha aggiunto:”Embraco ha la nostra proposta, se tornano indietro siamo disponibili a prenderli in considerazione, ma io altre riunioni che si chiudono con “forse..”, “ma..” non ne faccio piu’. Preferisco partire in quarta con Invitalia per capire se ci sono proposte e supportarle”. (agg. di Dario D’Angelo)

LA POSIZIONE DI LANDINI

La posizione della società brasiliana in queste ore è messa sotto attacco praticamente da tutti: governo, ministro, regione e anche la Diocesi di Torino, tutti preoccupati per il destino di 500 lavoratori della Embraco-Whirpool. Anche i sindacati si schierano con Calenda contro le irresponsabilità dei rappresentati in vertenza: «La posizione di Embraco si conferma irresponsabile e provocatoria. Alla richiesta dei sindacati e dello stesso ministro Calenda di sospendere i licenziamenti e attivare la cassa integrazione per permettere di ricercare soluzioni industriali alternative a difesa l’occupazione, l’azienda risponde con la provocazione dei part-time, azzerando salari e diritti dei lavoratori», spiega il segretario confederale della Cgil Maurizio Landini dopo il fallimento della vertenza sindacale. «Al governo italiano la Cgil chiede di adottare tutte le misure necessarie per scongiurare questo esito. In particolare va affrontato il tema della delocalizzazione verso quei Paesi europei che agiscono in condizioni di dumping. Altri casi analoghi hanno già ampiamente penalizzato il lavoro italiano e l’occupazione. E’ arrivato il tempo di adottare, anche nel rapporto con l’Unione Europea, norme generali in grado di frenare questo esodo e di agire in condizioni di parità e trasparenza», conclude Landini. Intanto Calenda pochi istanti fa ha fatto sapere, come estrema ratio, che sarebbe disponibile a metter mano ad aiuti di Stato: «Esiste una norma nei trattati che potrebbe consentire al governo italiano di derogare al principio degli aiuti di Stato, quindi di potere aiutare le aziende, quando si è in presenza di un pacchetto che viene offerto da un altro Paese localizzativo e di potere offrire le stesse condizioni».

FORTE DELUSIONE E PRESIDIO LAVORATORI

Dopo la vertenza di fatto “fallita” tra Mise e Embraco è scattato subito un nuovo presidio dei lavoratori a forte rischio licenziamento a Riva di Chieri, nello stabilimento della controllata di Whirlpool. Moltissima delusione e tanta rabbia per quello che va a prefigurarsi come un maxi licenziamento di assai grave natura sindacale: «Delusione – spiega all’Adnkronos Michele De Luca rsu della Uilm – perché dall’azienda non ci aspettavamo questo tipo di trattamento e rabbia perché dopo tanti giorni di lotta non siamo riusciti a conquistare nulla». Da 4 a 8 ore è stato protratto lo sciopero di quest’oggi, mentre Fiom e Uilm stanno valutando di indire con il coinvolgimento del Ministero una manifestazione davanti all’Europarlamento di Bruxelles per «sottolineare la totale irresponsabilità di questa multinazionale». Calenda pare d’accordo e ha aggiunto dopo la furente invettiva contro Embraco, «Attiviamo urgentemente un lavoro con Invitalia per cercare di trovare un percorso di reindustrializzazione, a questo punto in tempo molto più breve. Abbiamo poco più di un mese per chiudere tutto». Intanto arriva una piccola auto-correzione dello stesso ministro su Twitter: «Per essere precisi ho detto genta e mi sono fermato/corretto in gente. Cfr Video. Ho peccato in pensieri più che in parole. Ma in pensieri ho peccato davvero molto ma proprio molto». 

“CON QUESTA GENTA… NON TRATTO PIÙ”

“Cantami o Diva del Pelide Calenda l’ira funesta”.. Uno sfogo durissimo quello che il ministro dello Svilippo Economico ha lasciato ai cronisti contro l’azienda Embraco – la società controllata di Whirlpool che nei giorni scorsi ha annunciato 500 licenziamenti nel Torinese – e che prende di mira i vertici della azienda e i loro rappresentanti nelle vertenze sindacali: «Abbiamo sentito i legali di Embraco con Chiamparino offrendogli tutto il sostegno possibile per fare una Cig e l’azienda ha comunque risposto negativamente. Non si comprende questo atteggiamento», ha detto in un primo momento il Ministro del Mise uscendo dall’incontro di questa mattina, con ancora esito negativo. Poi però l’affondo aspro e tagliente, «Adesso non ricevo più questa gent…gentaglia perché onestamente ne ho avuto fin sopra i capelli di loro e dei loro consulenti del lavoro italiani che sono qua».

Secondo Calenda e il Presidente della Regione Chiamparino l’atteggiamento di Embraco è del tutto inspiegabile e soprattutto irresponsabile: «si conferma un atteggiamento di totale irresponsabilità dell’azienda. Le loro motivazioni dimostrano una mancanza di attenzione al valore delle persone e alla responsabilità sociale dell’impresa». Nell’incontro anche di oggi il Mise aveva cercato di insistere con Embraco perché ritirasse i 497 licenziamenti (si tenga conto che l’azienda conta in tutto 537 posti totali, ndr) e attivasse da subito la cassa integrazione; invece, stando a quanto dice Calenda, la società brasiliana controllata da Whirlpool ha avanzato proposte che sia il Mise che i sindacati giudicano «di pura fantasia. Domani volerò a Bruxelles dalla Commissaria della Concorrenza per valutare se la scelta dell’azienda di trasferire lo stabilimento in Slovacchia vada contro le regole europee», spiega ancora il ministro del Governo Gentiloni.

CHIAMPARINO, “ATTEGGIAMENTO INCOMPRENSIBILE DELL’AZIENDA”

Embraco ha risposto “stupendo” tutti e proponendo un part time generalizzato per tutti, trovando nei sindacati e nel Mise un “niet” grosso come una casa. «Ho parlato al telefono con i consulenti dell’azienda e ho spiegato loro che la proposta fatta, quella del part time, era una proposta che non potevamo accettare. Ho fatto una controproposta e aspetto una risposta prima di incontrare l’azienda», aveva detto ancora Calenda questa mattina dopo un incontro elettorale in Regione Toscana. La “controproposta” partita dal Governo è stata allora quella di prevedere un ritiro dei licenziamenti e un passaggio alla cassa di integrazione in modo da trovare a quel punto una soluzione per la reindustrializzazione. «Se hanno dei dubbi interpretativi sono disponibile a scrivere una lettera di mio pugno, rassicurandoli sui dubbi interpretativi»: Embraco ha però risposto “non se ne parla” e a quel punto è scattata “l’ira funesta” del ministro Calenda. Sulla vicenda è intervenuto anche il Presidente Chiamparino che all’Adkronos ha spiegato: «Un atteggiamento incomprensibile e irresponsabile perché c’erano e ci sono ancora soggetti disposti a investire in piani di reindustrializzazione che hanno come condizione l’attivazione della cassa integrazione, una semplice posposizione di 9 mesi che l’azienda, incomprensibilmente, rifiuta». È però anche una condotta “irresponsabile” secondo Chimparino e Calenda perché «salvo ripensamenti che siamo sempre disponibili ad accogliere, dal 25 marzo partiranno licenziamenti collettivi con le immaginabili conseguenze sui lavoratori e su chi lavora nelle forniture e nei servizi».





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