Siria, ricostruzione su base etnica?/ Assad confisca proprietà ai sunniti e premia clan lealisti

- Silvana Palazzo

Siria, ricostruzione su base etnica? Bashar al Assad confisca proprietà ai sunniti e premia clan lealisti. Le ultime notizie: per gli psicologic c'è rischio di un crollo della società

siria_guerra_10_lapresse_2018 In Siria (LaPresse)

Una nuova Siria sta nascendo dalle macerie della guerra che vede vincitrici le minoranze alawite e cristiane. Gli sciiti ortodossi stanno ricostruendo e ripopolando le aree distrutte dalle bombe e lasciate vuote dai sunniti fuggiti all’estero. Questi gruppi si sono uniti conto i ribelli, quasi tutti sunniti, e li hanno cacciati. Più di metà dei 22 milioni di abitanti del paese sono diventati profughi. Le autorità sembrano decise a mantenere questo nuovo equilibrio demografico, riferisce Lettera43 nella sua analisi. Anche nelle zone meno colpite dalla guerra, la Siria sta cambiando. Oggi Assad controlla la spina dorsale del paese, da Aleppo nel nord fino a Damasco nel sud. I ribelli sono confinati in sacche di resistenza che si distendono lungo i confini meridionali e settentrionali. Assad ha vinto la guerra, dunque, assicurandosi il controllo del centro delle città e poi attaccando le periferie controllate dai ribelli. Ma più che alla ricostruzione sembra interessato a ricompensare i lealisti con le proprietà abbandonate dai sunniti in fuga: infatti ha distribuito migliaia di case vuote a miliziani sciiti.

SIRIA, LA RICOSTRUZIONE DI ASSAD

La ricostruzione della Siria è tutt’altro che semplice. Il regime non ha né il denaro né la forza lavoro necessaria per ricostruire. Oggi l’economia si è molto ridotta. Dopo la guerra civile libanese, nel 1990, i siriani hanno contribuito alla ricostruzione di Beirut, ma quella forza lavoro – come riportato da Lettera43, non è più disponibile oggi. Due terzi degli insegnanti della facoltà d’ingegneria civile dell’università di Damasco hanno lasciato il paese e gli studenti li hanno seguiti, mentre quelli rimasti progettano un futuro all’estero. Le città si sono svuotate. Come accaduto in Europa dopo la Prima guerra mondiale, oggi la forza lavoro siriana è costituita soprattutto da donne, visto che gli uomini sono stati i primi ad andarsene, per fuggire la leva militare e il probabile invio al fronte. Quelli rimasti in patria sono invalidi o traumatizzati. È cresciuto il numero dei negozi e dei bambini che in strada chiedono l’elemosina. Come riportato da The Economist, gli psicologi evocano il rischio di un crollo nervoso di tutta la società. 





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