Riforma pensioni 2018/ Leonardi: si rischia il disastro (ultime notizie)

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni 2018, ultime notizie. Marco Leonardi: si rischia il disastro. Tutte le novità e le news sui principali temi previdenziali di oggi, 18 agosto

Pensioni_Fornero_Cartello_Lapresse Pensioni, protesta contro la Riforma Fornero (Lapresse)

LEONARDI: SI RISCHIA IL DISASTRO

“Sulle pensioni si prepara un disastro. Prima presentano un testo tutto sbagliato, poi per correggere fanno confusione totale. Si passa da taglio incostituzionale sopra 4000 euro di pensione a tassa su tutte pensioni sopra i 2000 euro lordi”. È quanto mette in evidenza Marco Leonardi, già consigliere economico di palazzo Chigi, a proposito delle ipotesi che stanno circolando di intervento sulle pensioni d’oro. La Lega sembra infatti intenzionata a proporre un contributo di solidarietà che scatterebbe già per gli assegni sopra i 2.000 euro lordi al mese. Di fatto vorrebbe dire che anche chi prende poco più di 1.500 euro al mese netti si vedrebbe tagliata una parte di pensione, seppur minima, considerando che il contributo del 15% si pagherebbe solo sulla parte eccedente i 2.000 euro lordi. Tuttavia si rischia di andare a colpire un’ampia platea di pensionati.

PENALIZZAZIONE PER I LAVORATORI PRECOCI

La Lega ha annunciato di voler rivedere la proposta di legge sul taglio delle pensioni d’oro. Roberto Maroni, con un breve commento sul Foglio, non nasconde che più che un “esproprio proletario”, la norma originaria presentata dal Carroccio e da M5s “è un nuovo salasso al nord produttivo per finanziare il solito becero assistenzialismo di matrice clientelare”. Dal suo punto di vista, “la proposta di legge gialloverde va nella direzione opposta” a un’abolizione della Legge Fornero, “con una forte penalizzazione dei lavoratori precoci, quelli delle fabbriche del nord”. L’ex ministro spiega quindi che la Lega non è certo impazzita: “la voce che gira in Transatlantico è che la proposta iniziale, molto diversa, sarebbe stata manomessa da una manina grillina”. “Coraggio allora, cara Lega, evitiamo lo scempio di un bis del decreto dignità”, è quindi l’appello finale di Maroni.

4,2 MILIARDI PER LA PENSIONE DI CITTADINANZA

Una delle proposte contenute nel contratto di governo in tema di riforma delle pensioni riguarda l’aumento dell’importo delle minime a 780 euro. La pensione di cittadinanza, promossa dal Movimento 5 Stelle, costerebbe 4,2 miliardi di euro. È quanto scrive Il Sole 24 Ore utilizzando delle stime di Tabula, società di consulenza di Stefano Patriarca, già consigliere di palazzo Chigi proprio sui temi previdenziali. Il quotidiano di Confindustria ha anche ripreso i dati Istat, secondo cui i pensionati over 65 che hanno un assegno mensile sotto i 780 euro sono il 28% della platea totale dei pensionati e sono principalmente concentrati in Molise, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Sardegna e nella provincia autonoma di Bolzano. Sono invece meno presenti in Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Umbria.

LE ZONE ECONOMICHE SPECIALE PER I PENSIONATI

Oltre che alla riforma delle pensioni, il Governo potrebbe lavorare alla creazione di zone economiche speciali con un regime fiscale agevolato anche per le persone, in particolare i pensionati. Il Corriere della Sera cita un discorso tenuto da Matteo Salvini durante un comizio elettorale in Calabria: “Ci sono migliaia di pensionati italiani che vanno in Spagna e Portogallo per non pagare la tassa sulle pensioni. Io penso che alcune zone del Sud che siano molto più belle, accoglienti e ospitali, quindi una zona di esenzione fiscale per i pensionati italiani e stranieri può attrarre nuovamente degli investimenti”, sono le parole del vicepremier. Vedremo se l’esecutivo porterà avanti questa ipotesi che consentirebbe ad alcuni pensionati italiani di non trasferirsi all’estero per godere di benefici fiscali con cui “vivere meglio” con una pensione bassa.

SUPERAMENTO LEGGE FORNERO A PEZZI

La riforma delle pensioni targata Fornero “ha ingessato un sistema di ricambio generazionale e andrà superata un pezzo alla volta nel rispetto dei vincoli di bilancio”. Lo mette in evidenza, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, Stefano Buffagni, che ricorda come le pensioni rappresentino “la voce di spesa più alta a fronte spesso di versamenti inesistenti, a partire da quelle dei sindacalisti: in autunno partiremo riequilibrando quelle più alte rispetto al versato, tagliando le pensioni d’oro”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sottolinea che la sua generazione “la pensione la riceverà, se e quando la “vedrà”, solo sul versato reale”, per questo motivo “serve un riequilibrio generazionale, oltre che un ricambio”. Rispetto ai rapporti con la Lega, l’esponente del Movimento 5 Stelle spiega che “un po’ di sano dibattito è fondamentale e utile per fare le scelte migliori, del resto siamo due forze politiche differenti”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ANNA GIACOBBE

Anna Giacobbe è stata tra i parlamentari che nella scorsa legislatura si sono più battute per cercare di eliminare alcune storture della Legge Fornero. A proposito della riforma delle pensioni paventata dal Governo Conte, l’ex senatrice ha detto in un’intervista a pensionipertutti.it che Quota 100 sarebbe destinata principalmente a “persone che hanno avuto carriere sostanzialmente stabili, prevalentemente uomini, che non hanno cominciato a lavorare tanto presto, con pochi contributi figurativi. E quindi tante donne e tanti lavoratori che hanno vissuto crisi aziendali e interruzioni del lavoro, sarebbero tra gli esclusi”. Giacobbe evidenzia anche se non dovesse essere prorogata l’Ape social, “per una parte di lavoratori e soprattutto lavoratrici le conseguenze sarebbero davvero tragiche”, e non dimentica che “viene dato per scontato il rinvio della cosiddetta Quota 41” e che “si sta perdendo la traccia” di interventi in favore degli ultimi esodati privi di salvaguardia.

L’ex parlamentare ritiene che il sistema pensionistico vada ricostruito e non parzialmente corretto. Per questo occorre “affrontare temi che i sindacati propongono da tempo: una pensione di garanzia, fondata su contributi versati, per il futuro pensionistico di chi oggi è giovane; il riconoscimento del ‘doppio lavoro’ che fanno coloro, soprattutto le donne, che si curano dei familiari, dei figli; la possibilità di scegliere di andare in pensione ad una età ‘sopportabile’ per chi ha difficoltà sul lavoro o nella vita; e anche per gli altri, con qualche relativa penalizzazione; un sistema efficace di tutela del valore reale delle pensioni”.





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