Fake News e bufale Elezioni 2018, le curiosità/ Exit Poll su WhatsApp: “M5s in testa”

- Carmine Massimo Balsamo

Elezioni 2018, bufale e fake news: negli ultimi anni si sono moltiplicate le notizie non vere sul voto, dalla matita copiativa al rifiuto delle schede. Exit Poll su WhatsApp: “M5s in testa”

elezioni_scheda_pixabay_2015 Elezioni Messina, elenco scrutatori (Foto: LaPresse)

Non sono evidentemente bastate le fake news in campagna elettorale, visto che stanno girando bufale anche sugli exit poll. Su Facebook e WhatsApp circolano notizie su sondaggi elettorali fatti all’uscita dei seggi: come riportato da Il Mattino, alcuni parlano di una vittoria schiacciante del Movimento 5 Stelle. Peccato che si tratti di dati inventati visto che i primi ci saranno solo dopo le 23 di oggi. A smentire la loro veridicità gli stessi importanti istituti di ricerca a cui vengono attribuiti. Alessandra Ghisleri, presidente di Euromedia Research, parla di «un’ingerenza molto forte sul voto» e di «un’invasione a pioggia di sondaggi finti che la mia società non ha mai realizzato». Per questo ha spiegato che chiederà «l’intervento del Garante della comunicazione, della polizia postale». Non sono mancate le proteste dei politici. Insomma, gli exit poll farlocchi sono l’ultima frontiera delle bufale. Una fake news vecchia, smascherata più volte e nonostante ciò riciclata, è quella di un sondaggi di Bbc o Der Spiegel secondo cui il Movimento 5 Stelle conquisterebbe il titolo di primo partito italiano con il 48,5% delle preferenze. (agg. di Silvana Palazzo) I dati in tempo reale sulle Elezioni Politiche 2018 e le Elezioni regionali in Lombardia e in Lazio

FOLLIA AL SEGGIO: SCRUTATRICE STRAPPA IL REGISTRO!

Follia e momenti di panico per le Elezioni Politiche 2018: al seggio elettorale di Arpino a Casoria, nel napoletano, una scrutatrice ha dato in escandescenza. Stando a quanto riportato da NapoliToday, ha messo a soqquadro il seggio nel quale stava lavorando. Un momento di caos imprevedibile che ha costretto il presidente a chiedere l’intervento dei carabinieri. La donna ha cominciato a inveire contro i presenti, poi ha preso l’elenco degli aventi diritto al voto, il registro maschile, e strapparlo. Gli altri scrutatori hanno provato a calmarla, ma è stato necessario l’arrivo dei militari che hanno dovuto portarla via. Votazioni sospese fino a quando la situazione non è tornata alla normalità. La donna è stata portata in ospedale per capire cosa le sia successo e accertarne dunque le condizioni di salute. Un gesto inspiegabile su cui si indagherà per capirne di più. Le curiosità non finiscono qui: da Alessandro Di Battista che sbaglia seggio alla gaffe di Pier Luigi Bersani. (agg. di Silvana Palazzo) 

CERES, “BIRRA GRATIS A CHI VOTA”: ECCO COME FARE

Sembrerà una bufala, ma è tutto vero: la Birra Ceres, di proprietà danese, ha deciso per queste elezioni 2018 di offrire una birra gratis a chi dimostrerà di avere votato in questo Election Day nel 4 marzo. Per provare a combattere l’astensionismo, e per aumentare la popolarità della birra Ceres, la scelta è avvenuta lo scorso 2 marzo quando sono partiti spot, messaggi e inviti al voto. «È come al bar. Se lasci scegliere gli altri poi non dire che non ti piace»: quest’oggi chi si presenterà in un bar qualsiasi con la tessera elettorale timbrata avrà diritto alla sua personalissima ed “elettorale” bionda. Difficile a credersi ma realmente avvenuta: la bufala rimbalzata questa volta è vera e il marketing di Ceres scommette forte sul successo di questa operazione. «Prima si vota, poi si beve, non come le altre volte. Mentre gli appelli ufficiali dei partiti a non astenersi sembrano quest’anno particolarmente tiepidi, il brand ha scelto di assumersi la responsabilità di un richiamo più deciso, seppure caratterizzato dal tono di voce dissacrante e ironico di sempre», riporta l’azienda, lato Italia. La scommessa è partita e Ceres si dice certa del grande successo che avrà l’intera operazione: «Ceres vuole farsi paladina di un messaggio molto importante: se deleghiamo agli altri la responsabilità del voto, poi non ci possiamo lamentare». (agg. di Niccolò Magnani) 

CODE AI SEGGI E “BUFALE”

Si legge, ovviamente sui social, di alcuni “geni” che fuori dai seggi avvisano la gente che si sta recando a votare alle Elezioni che vi sono troppe code e che non è possibile esercitare il proprio diritto di voto. Ecco, sembra assurdo da dover ricordare ma tant’è: non dovete credervi per nessun motivo al mondo. Le code ai seggi ci sono, purtroppo, e queste sono dovute ai ritardi per le operazioni sul tagliando anti-frode, ma questo non impedisce a nessuno di votare entro le ore23 di questa sera. Ci saranno disagi, questo sì, ma il voto nessuno ve lo può impedire “per code”: esattamente come quelli che vi dicono su social, fuori dai seggi e sul web di “leccare” la matita copiativa: è una bufala vecchia come il mondo e ormai sembra per fortuna attecchire meno rispetto agli altri anni. Restano, per tutti gli altri consigli anti-fake news, il nostro focus qui sotto: mi raccomando, votate e non credete alle facilonerie dell’ultima ora. (agg. di Niccolò Magnani) 

GLI ULTIMI CONSIGLI

Domenica 4 marzo 2018, oggi si andrà al voto per le elezioni politiche 2018: italiani chiamati alle urne per il rinnovo dei due rami del Parlamento, il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati. Come da tradizione, purtroppo, tornano di moda bufale e fake news su come si vota ma non solo. Una delle notizie non vere che circola con più insistenza, tornata di moda anche negli ultimissimi giorni, è quella legata alla matita copiativa fornita per dare il proprio voto. Secondo la bufala in questione, la matita è cancellabile e le schede potrebbero essere contraffatte. Innanzitutto perché la cancellazione e la manomissione di un voto su una scheda elettorale non possono passare inosservato, come sostenuto anche dal cantante Piero Pelù in occasione del Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016, ma anche perché il voto espresso mediante l’utilizzo di un qualsiasi altro strumento diverso dalla matita presente nei seggi è un voto che viene annullato. E, tra l’altro, non è possibile intascarsi una delle matite in questione: si rischia una sanzione dai 103 ai 309 euro.

“RIFIUTA LA SCHEDA VERBALE: COSI’ NON ABBASSI LA QUOTA DEI VOTI VALIDI”

Un’altra delle clamorose fake news tradizionali riguarda più specificamente le catene di e-mail e di messaggi che circolano sui social network e di cellulare e in cellulare. La bufala in questione riguarda la possibilità di rifiutare la scheda nel seggio e fare mettere a verbale il proprio rifiuto. Una forma di protesta che, come sottolineato da Polisblog, viene particolarmente promossa dagli ambienti grillini: elettori delusi invitati ad andare a votare, farsi vidimare la scheda senza toccarla per poi rifiutare la scheda e pretendere che il rifiuto venga messo a verbale. Secondo questa concezione, a differenza delle schede bianche o delle schede nulle, il voto non potrà abbassare la quota di voti validi per il raggiungimento delle soglie per i partiti in relazione al totale dei voti. Ma è chiaramente una bufala: il nostro sistema elettorale non prevede la possibilità di rifiutare la scheda, creerebbe soltanto caos. Una bufala che ha funzionato: alle regionali siciliane un’elettrice ha bloccato le procedure di votazione per questo motivo…

“LA SCHEDA ELETTORALE VA NELL’URNA!”

Una novità importante introdotta per le elezioni in programma oggi 4 marzo è quella riguardante il non inserimento immediato delle schede nell’urna. Ogni elettore infatti dovrà consegnare la propria scheda al presidente di seggio, che dovrà effettuare un’altra operazione: il Rosatellum ha infatti introdotto il tagliando antifrode. Al seggio verrà preso nota di un codice, una stringa alfanumerica presente sulla scheda come sottolinea il Corriere della Sera, scritta su un tagliando rimovibile. Dopo aver espresso il voto, dunque, la scheda va consegnata al presidente di seggio, che staccherà il tagliando verificando se il codice è lo stesso di quello annotato: una scelta fatta per evitare brogli. Ma sui social network circolano le più assurde ipotesi di questa nuova regola e, immancabilmente, c’è chi invita a imbucare nell’urna, anche con la forza, la propria scheda.





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