Diciotti, Salvini indagato: accuse si ridimensionano?/ Ultime notizie: arresto illegittimo verso archiviazione

- Niccolò Magnani

Salvini indagato per caso Diciotti, Di Maio lo difende: "ho fatto solo il mio lavoro, non voglio l'immunità ma non sono un sequestratore". Il caso migranti e le conseguenze politiche

dimaio_salvini_1_lapresse_2018 Salvini indagato, Di Maio lo difende (LaPresse)

Continua a far discutere l’inchiesta a carico di Matteo Salvini per il caso Diciotti, ma manca ancora l’atto formale che ufficializza l’indagine. I tempi comunque non saranno brevi, e infatti il ministro dell’Interno non ha ancora nominato un legale di fiducia. Lo scrive Il Giornale, secondo cui il pm Patronaggio deve ancora inviare il fascicolo alla Procura di Palermo e preparare una relazione accompagnatoria. Inoltre, a Palermo avranno 15 giorni di tempo per valutare le carte, poi tutto verrà inviato al Tribunale dei ministri che avrà a disposizione a sua volta 90 giorni per decidere cosa fare. E qui potrebbe verificarsi il primo colpo di scena. Stando a quanto riportato da La Stampa, il quadro accusatorio rischia di scricchiolare. A Palermo si potrebbe già procedere con l’archiviazione di uno dei capi di imputazione, quello cioè di “arresto illegittimo” perché non c’è stato un ordine in questo senso. Di scritto e ufficiale c’è solo la richiesta di un intervento dell’Ue per lo sbarco dei migranti tenendo fuori l’Italia da responsabilità sulla gestione dell’emergenza. Manca dunque l’ordine del Viminale sul porto di sbarco. Anche per questo Matteo Salvini è fiducioso sullo svolgimento delle indagini e ritiene che l’inchiesta possa trasformarsi in un “boomerang” per la stessa procura. (agg. di Silvana Palazzo)

PUÒ ESSERE PROCESSATO ANCHE SE SENATO LO “SALVA”

Matteo Salvini è indagato dalla procura di Agrigento per i reati di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio: ma in cosa si tradurrà, nei prossimi giorni, quest’inchiesta aperta dal pm Patronaggio? Come riportato da La Stampa, i tempi potrebbero essere più lunghi del previsto, come dimostrato dal fatto che il ministro dell’Interno non ha ancora nominato un avvocato di fiducia. Dal punto di vista giuridico, essendo l’azione contestata a Salvini connessa ad un’attività collegata al suo ruolo di titolare del Viminale, spetta al tribunale dei ministri, organo esistente in ogni distretto di Corte d’appello composto da tre magistrati sorteggiati ogni due anni, decidere se procedere o meno con le indagini. Come ricorda Il Post, “il tribunale dei ministri ha poteri di indagine, può ascoltare testimoni e ha 90 giorni di tempo per svolgere le sue indagini, prolungabili di altri 60. Salvini potrà chiedere di essere sentito e presentare documenti e memorie difensive”. Nel caso in cui il tribunale ritenga ci siano i margini per un’indagine, trasmetterà nuovamente gli atti alla procura, che dovrà chiedere una nuova autorizzazione a procedere alla Camera d’appartenenza, in questo caso il Senato. In ogni caso, anche se Salvini fosse salvato dai parlamentari di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e M5s, potrebbe – volendo – essere sottoposto comunque a procedimento. (agg. di Dario D’Angelo)

ANM, “MAGISTRATI VANNO DIFESI”

Il presidente dell’Anm Francesco Minisci schiera il sindacato delle toghe al fianco del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio dopo che Matteo Salvini ha invocato la riforma della giustizia in seguito alla sua iscrizione al registro degli indagati per la gestione del caso Diciotti. «Chi ricopre incarichi istituzionali, in particolare il ministro della Giustizia, deve difendere le prerogative costituzionali della magistratura», ha dichiarato Minisci ai microfoni di Repubblica. Le parole del ministro dell’Interno potrebbero essere lette come una “sfida” alla magistratura. A tal proposito Minisci ha spiegato che «si è trattato di un tentativo di orientare lo sviluppo degli accertamenti: si tratta di un’interferenza nelle prerogative dell’autorità giudiziaria, unica istituzione cui la Costituzione e le leggi attribuiscono il compito di verificare se ci sono reati e chi ne sia il responsabile. Nessun altro può farlo, neanche un ministro». (agg. di Silvana Palazzo)

MINISTRO ATTACCA IL PRESIDENTE ASGI: “DELIRA”

Nelle ultime ore a far discutere sul contesto sempre piuttosto “teso” delle indagini per i migranti della Diciotti, è il botta-risposta tra il vicepremier leghista e il Presidente di Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione): nasce tutto dall’intervento di Lorenzo Trucco, leader Asgi, su Repubblica dove tra i tanti temi spiega come «il trasferimento dei migranti che si trovavano a bordo della nave Diciotti in Albania “può avvenire solo se i migranti sono d’accordo, mai contro la loro volontà». Secondo Trucco, l’Albania è un Paese balcanico che non facendo parte dell’Ue «non ha tutto quanto previsto dal sistema europeo di asilo. Vuol dire che non siamo certi che abbiano i requisiti richiesti per il riconoscimento della protezione». Non solo, secondo il Presidente anche il problema della “scelta” di chi dovrà andare in Albania è “il teatro dell’assurdo”: «un attacco al sistema dell’asilo. Per fortuna c’è stato l’intervento della magistratura». Su Twitter il Ministro Salvini non lesina un’aspra e diretta critica a Trucco: «Per pres. dell’Asgi (Ass. Studi Giuridici sull’Immigrazione, finanziata da Soros) per portare immigrati della Diciotti in Albania occorre il loro consenso,altrimenti sarebbe “ALLONTANAMENTO COATTO”. Dicono che scappano dalla guerra e fanno gli schizzinosi su dove andare?DELIRIO». 

TRAVAGLIO: “SALVINI INDAGATO VOLONTARIO”

Per Marco Travaglio è una buona notizia l’iscrizione di Matteo Salvini sul registro degli indagati della Procura di Agrigento con le ipotesi di reato di sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale in merito al caso della nave Diciotti. Lo è perché «dimostra che in Italia esiste ancora una magistratura indipendente che fa rispettare le leggi senza farsi intimidire da minacce e insulti né guardare in faccia nessuno». Inoltre, traccia un perimetro preciso attorno al governo, «quello della legalità, che non può essere valicato da nessuno». E ricorda che «l’Italia è uno Stato di diritto e raccogliere tanti voti nelle urne e tanti consensi nei sondaggi non li esime dal rispetto della Costituzione». Per il direttore del Fatto Quotidiano il ministro dell’Interno «ha fatto di tutto per farsi indagare, rivendicando spavaldamente e spudoratamente i suoi ordini illegittimi sulla nave Diciotti per fare la vittima e illudere la gente di aver fatto ciò che non potrà mai fare: chiudere i porti, che invece restano fortunatamente aperti». (agg. di Silvana Palazzo)

EX PM NORDIO SMONTA LE ACCUSE

Matteo Salvini indagato per i fatti della Nave Diciotti, il ministro dell’Interno è partito all’attacco parlando di “inchiesta boomerang”, tanto da essere pronto a non ricorrere all’immunità. Sulla vicenda è intervenuto il magistrato Carlo Nordio, che negli anni Ottanta condusse le indagini sulle Brigate rosse venete. In un lungo editoriale su Il Messaggero, l’ex pm ha analizzato: “La prima osservazione è che questi verbali dovrebbero esser segreti, come segreta dovrebbe esser tutta l’indagine”, citando l’audizione dei funzionari del Viminale. E ancora, pare che la decisione di non fare sbarcare i migranti sia arrivata dal segretario federale della Lega tramite telefono senza un atto formale e scritto: “In assenza di un documento ufficiale è quasi impossibile ricostruire la decisione ministeriale, il suo contenuto e il suo iter formativo. Poi è difficile capire se il porto di Catania sia stato individuato come porto di solo transito, o come porto sicuro, o cosa altro”. Infine, sui reati contestati: “L’arresto illegale presuppone, appunto, un arresto in senso tecnico, e qui pare invece che non sia stato arrestato nessuno”. Sul sequestro di persona ha aggiunto che “se Catania era solo un porto di transito, il problema ovviamente non si pone. Se invece era quello di approdo, è valutazione discrezionale del Ministro decidere se uno sbarco sia compatibile con l’ordine pubblico”. “Un paradosso”, dunque, per Carlo Nordio. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

M5S SICILIA: “GESTIONE MIGRANTI NON VA BENE”

Non tutto il Governo è “allineato” sul caso Diciotti, nonostante quanto detto ieri da Di Maio in difesa del collega vicepremier: la base grillina, quella diciamo più vicina all’”ortodosso” Roberto Fico, contesta l’intera gestione del tema migranti e dalla Sicilia in particolare arrivano le prime  contestazioni a livello pubblico. «Spero che non avvenga più quello che è successo. Fiducia alla magistratura italiana, alla procura di Agrigento e, adesso, al Tribunale dei Ministri di Palermo», spiega il capogruppo M5s a Palermo, Ugo Forello. La linea dura sull’immigrazione della Lega non piace e non fa nulla per nasconderlo: «Conosco professionalmente il dottor Patronaggio e non ho dubbi sul fatto che abbia condotto le indagini con imparzialità e irreprensibilità. le scelte politiche, la discrezionalità politica e dell’azione di governo, trova un limite invalicabile nel rispetto della Costituzione, dei trattati internazionali e della legge», spiega ancora Forello che poi conclude raggiunto dal Giornale di Sicilia, «Con franchezza questo non è il modo con cui va affrontata la questione dei migranti e il risultato raggiunto lo dimostra. Nel 2018 gli sbarchi in Italia si sono drasticamente ridotti, quindi non siamo in una situazione emergenziale. I problemi del nostro paese, oggi, sono altri». 

“INCHIESTA BOOMERANG PER IL PM”

«Da Agrigento verranno tante cose positive e quindi ringrazio il pm perchè sarà un boomerang»: così Salvini nella seconda intervista di giornata, questa volta al Messaggero e al Mattino, riflettendo sul possibile “ritorno” positivo in termini di consensi per un Ministro che agli occhi degli italiani viene indagato «mentre faccio semplicemente il mio lavoro». Torna poi sull’idea di voler riformare la giustizia, «ma non per l’inchiesta su di me, ma perché abbiamo milioni di processi arretrati e questo è uno de problemi che frenano gli investimenti in Italia». Guardando alle opposizioni, Salvini commenta positivamente le parole usate da Meloni e Berlusconi, «mi hanno fatto piacere, meno le dichiarazioni di qualche esponente di Forza Italia, ipocrite per come si stanno comportando in Parlamento». E sul Pd, ci pensa un tweet mattutino a “sistemare” le critiche sollevate da Renzi nelle scorse ore: «incredibile. Questo signore che oggi ci insulta l’anno scorso diceva che “se l’Europa non accoglie immigrati dall’Italia, non pagheremo più i 20 miliardi che mandiamo ogni anno a Bruxelles”. Sono d’accordo! Voi lo conoscete?», postando il video di Renzi in cui afferma un anno fa la “minaccia” all’Unione Europea. 

SALVINI INDAGATO, “RINUNCIO ALL’IMMUNITÀ”

Matteo Salvini in una lunga intervista a Libero Quotidiano oggi ritorna sul caso Diciotti, a due giorni dalla notifica di indagato ricevuta dalla Procura di Agrigento (in particolare, dal pm Patronaggio, quello stesso che giovedì’ scorso aveva fatto un sopralluogo sulla nave della Guardia Costiera ferma nel porto di Catania): sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio, di questo è indagato il Ministro degli Interni nel “caso politico” sicuramente più delicato di questi primi mesi di Governo gialloverde. «Ho fatto solo il mio lavoro e sono pronto a rifarlo. Mi spiace per il procuratore di Agrigento. Penso che con tutti i problemi che ha la Sicilia, la priorità non sia certo indagare Salvini», ha rilanciato subito il Ministro raggiunto dai colleghi di Libero. È come se i primi mesi e la lotta serrata alle navi Ong nel Mediterraneo, avessero “preparato” il terreno all’atto finale capitato sulla nave Diciotti: un problema non da poco, con la Guardia Costiera italiana che salva 177 migranti in mare aperto, li porta a bordo e chiede di sbarcare prima a Lampedusa e poi, su indicazione del Ministro Toninelli, a Catania. «Mai però avrei pensato poter essere accusato di sequestro di persona. Io ho agito per difendere i confini del mio Paese. Se questo è il prezzo che devo pagare, ok. Ma nessun magistrato creda di potermi fermare con un’inchiesta», ammette Salvini.

IL CASO DICIOTTI: “NO LINEA DURA, SOLO COERENZA”

Il “caso” politico si è visto e si osserva sia dentro che fuori dalla maggioranza: il Pd, in particolare Matteo Renzi, chiede sì dimissioni del Ministro ma in particolar modo si scaglia (ben sapendo che l’indagine a Salvini è assai difficile che possa arrivare ad effettivo processo, ndr) contro Luigi Di Maio, l’altro vicepremier che ieri ha difeso il collega di Governo dicendo che «non deve dimettersi, solo rispetti di più i pm». I dem accusano, «il M5s ha la doppia morale», facendo riferimento alla richiesta di Di Maio nel 2016 davanti all’indagine ricevuta dall’allora Ministro degli Interni Alfano. «Immunità? Se il Tribunale dirà che devo essere processato andrò davanti ai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore. Voglio proprio vedere come va a finire», replica oggi Salvini, che non parla di linea dura ma di mera «coerenza» in merito all’atteggiamento che il Governo Lega-M5s ha preso sul fronte immigrazione, Diciotti inclusa. «Si tratta di coerenza. E quella paga, sempre. Siamo riusciti a fare una cosa mai fatta prima: coinvolgere un Paese dell’Est, l’Albania, e la Chiesa». Già, il “caso sociale” si è chiuso con l’accoglienza garantita dalla Cei e dai due Paesi finora rimasti “fuori” dalla bagarre in Ue sull’accoglienza dei migranti. Il “caso politico” scaturito dalla Diciotti, invece, è solo all’inizio..





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