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Chi rinnova è perduto

Pietrangelo Buttafuoco
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Ancora ieri, Il Corriere della Sera, con un editoriale di Angelo Panebianco, auspicava uno scambio di «materiali» tra Fi e Pd. Dalle loro ceneri – si leggeva – «dovrà nascere un nuovo raggruppamento capace di fare una seria e dura opposizione». E sempre ieri, sempre sul giornale della borghesia italiana, Silvio Berlusconi, parlava per tramite di una lettera invitando «le energie migliori per tenersi pronti dopo il fallimento di questo governo». È il famoso rinnovamento di Fi. Con una posa iconica del miglior Silvio degna di Breznev, e con una prosa – ahinoi – che non è più quella di Giuliano Ferrara, bensì di Maria Stelluccia Ronzulla. E tutto questo, comunque, fino a ieri. Dopo di che ci sono stati i risultati delle amministrative. E lo scenario s'è presto chiarito: c'è un Asso pigliatutto. E c'è un duo. Matteo Salvini che sbanca mentre allo stesso tavolo – quel che prepara l'area moderata – c'è il nulla di fatto dei restanti soci: Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Anzi, no, non Meloni cui già arride il sicuro successo alle Europee prossime ma l'atteso erede del Cavaliere, sempre atteso da tutti i moderati: Matteo Renzi. Il vero duo «materiale» è il loro. Il famoso rinnovamento del Due di Coppe.

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