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Di Maio caccia i giornalisti da un ristorante: "O noi o loro"

Beppe Grillo e Luigi Di Maio

Dario Martini
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E' venerdì sera. La campagna elettorale è appena finita, l'ultimo comizio è ormai alle spalle. Dopo una dura campagna elettorale a sostegno di Giancarlo Cancelleri, Luigi Di Maio può finalmente prendersi una pausa e, in compagnia di Beppe Grillo, va a mangiare qualcosa in un ristorante nel centro di Palermo, vicino al Teatro Massimo. Quando entra, però, scorge tre giornalisti ad un tavolo, nella stessa sala dove dovrebbero cenare i grillini. Ed allora che sbotta: "Che ci fanno qui i giornalisti? Chi li ha avvertiti"? In realtà, pare che i cronisti fossero già lì, anzi stavano aspettando un quarto collega che li doveva raggiungere. Insomma, non si sarebbe trattato di nessuna imboscata (resta il fatto che ognuno è libero di andare a mangiare dove meglio crede). Il capo dei Cinque Stelle, però, è parecchio stizzito: "Non è possibile cenare qui, o noi o loro", dice ai camerieri. Il ristoratore è molto imbarazzato, non sa come gestire la situazione. Non vuole scontentare i politici né, tantomeno, mandare via quei clienti che non hanno fatto nulla di male e che hanno già ordinato le loro portate. A toglierlo dall'imbarazzo ci pensano proprio i cronisti. Sbalorditi dall'atteggiamento dei grillini si alzano e dicono al titolare: "Non ti preoccupare, ce ne andiamo noi. D'altronde loro sono una ventina e noi solo quattro". Un membro dello staff pentastellato prova a gettare acqua sul fuoco: "Luigi è stanco, cercate di capire, dopo tre mesi in Sicilia...". Ma i giornalisti, a quel punto, stanno già pensando in quale altro ristorante andare.

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