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Lega e Di Maio in pressing su Berlusconi. Ma Forza Italia: "Nessun passo indietro"

Carlantonio Solimene
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La Lega si appella ancora una volta a Berlusconi affinché faccia un "passo di lato" e consenta la nascita di un governo con i Cinquestelle. Ma da Forza Italia risponde la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini definendo la proposta come "irricevibile". Il giorno dopo l'ultimo giro di consultazioni e il severo discorso del Capo dello Stato, che ha annunciato la nascita di un "governo di tregua" vista l'incapacità dei partiti di formare una maggioranza politica, le trattative per evitare il voto anticipato sono ancora in alto mare. L'impressione è che la mossa di Mattarella - con un governo che, tra adempimenti vari, non andrà a sottoporsi al voto delle Camere prima di una decina di giorni - possa essere utile soprattutto per dare ulteriore tempo ai partiti per tentare di trovare la difficile strada di un accordo. In questo senso, almeno, sembrano interpretarla nel Carroccio e in casa grillina. L'invito al passo indietro di Berlusconi è arrivato direttamente da Giancarlo Giorgetti, eminenza grigia della Lega. "Speriamo che Berlusconi faccia un gesto di responsabilità, per permettere la nascita di un governo politico. Va solo trovata una forma di coinvolgimento di Forza Italia che sia compatibile con la presenza del Movimento Cinque Stelle". Poi i toni si fanno più duri: "Se Berlusconi decidesse di sostenere il governo di tregua, si aprirebbe un grosso problema nella coalizione". Da Forza Italia è arrivata la risposta della Gelmini: "La richiesta di Giancarlo Giorgetti è irricevibile - spiega l'ex ministro dell'Istruzione -. Ad oggi non ci sono le condizioni per un appoggio esterno. Se l'Italia non ha un governo deve ringraziare il signor Di Maio che ha pensato di gestire in maniera infantile una questione seria come la nascita di un governo, partendo da veti e invettive. Fi non ha mai posto veti nei confronti di nessuno, chiedere a Fi l'appoggio esterno è una domanda malposta che non può che avere una risposta negativa". Poi è l'ex direttore di Panorama, ora deputato e portavoce unico dei gruppi azzurri, a sgombrare il campo da ogni ipotesi di appoggio al governo di Mattarella: "Per Forza Italia la lealtà è il principio cardine intorno a cui ruota l'alleanza di centrodestra. Per questo motivo, fedeli al principio di lealtà, non appoggeremo, se la decisione sarà questa da parte della coalizione, il governo neutrale". Al tempo stesso, però, Mulè si scaglia contro l'ipotesi di voto il 22 luglio: "E' un attentato ai diritti di voto degli italiani perché chiunque abbia figlio o, comunque, una vita normale sa che l'ultima domenica di luglio di solito si ascoltano gli appelli della protezione civile ad evitare di uscire di casa perché è pericoloso per gli anziani, i cardiopatici, i portatori di malattie importanti. E, noi, nello stesso giorno, dovremmo fare un appello invitando la gente andando a votare. A me sembra abbastanza lunare". La soluzione, per il deputato azzurro, è quella di "ritardare il voto di poche settimane, a settembre ad esempio, perché ci sarebbe tutto il tempo di insediare un governo per sterilizzare le clausole di salvaguardia dell'Iva e varare la legge di stabilità". Posizione sulla quale concorda anche il governatore ligure Giovanni Toti, probabilmente il più "salviniano" tra i forzisti. Ad andare in pressing sulla Lega è ancora una volta Luigi Di Maio, che invita Salvini a "togliere i voti della Lega dal freezer". Mentre resta inevitabilmente sugli spalti il Pd, che si dedica piuttosto a risolvere le controversie interne. Si affaccia infatti la data del 19 maggio per la convocazione dell'assemblea che dovrà decidere se avviare la stagione congressuale oppure eleggere immediatamente un nuovo segretario. Che avrà il delicatissimo compito di redigere le liste elettorali...

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