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I grillini dichiarano "inviolabile" lo scranno della Raggi

La consigliera comunale espulsa dal M5S

Alla consigliera Grancio negato il permesso di sedere nell'ex poltrona di Virginia

Susanna Novelli
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Proprio poco prima della discussione in Assemblea capitolina dei drammatici problemi dell'Atac, praticamente sull'orlo del baratro, i Consiglieri comunali si sono imbattuti in una insolita, quanto allarmante votazione sull'opportunità che la consigliera Cristina Grancio, appena espulsa dal MoVimento 5 Stelle, potesse prendere il posto in Aula che fu dell'allora consigliera all'opposizione Virginia Raggi. Una polemica già paradossalmente alzata i giorni scorsi e che ha avuto pochi minuti fa il suo imbarazzante epilogo: Il "no" è stato deciso dai 25 consiglieri di maggioranza grillina,  come se gli scranni dell'Aula Giulio Cesare, discendenti dell'antico Senato romano, fossero adesso di "proprietà" di un singolo o peggio di una sola forza politica. Ed è accaduto anche di peggio: "Avevo chiesto di poter sedere al posto della consigliera Raggi nella scorsa consiliatura - ha detto la Grancio, sostenuta anche dalla presidente di Fratelli d'Italia, presente in Aula, Giorgia Meloni - mi viene vietato invece di sedere in tutta l'ultima fila occupata dal M5S nel 2013. Mi chiedo dov'è l'articolo del regolamento che prevede di escludere una scelta del posto ai consiglieri». In effetti è la prima volta che accade una cosa del genere tra lo stupore e la protesta anche del Pd, con Valeria Baglio che ha chiesto a più riprese di sapere quale articolo del regolamento preveda la votazione in Aula per la scelta dello scranno di un consigliere. Decisioni, in genere prese dalla capigruppo. In questo, il presidente dell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito, non sembra abbia garantito né la procedura dell'Aula né quel ruolo super partes necessario a garantire, cosa più importante, la dignità dell'istituzione rappresentata. 

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