mercoledì,Maggio 1 2024

Politiche, in Liberi e uguali passa la linea dei “big”: il vibonese Lo Schiavo si chiama fuori

Il già candidato a sindaco di Vibo puntava ad una candidatura da capolista nel listino proporzionale alla Camera. Per convincerlo a tornare in corsa offerta una candidatura in “quota rosa” di sua espressione in seconda posizione. «Continuerò a lavorare per cambiare questo modo di fare politica»

Politiche, in Liberi e uguali passa la linea dei “big”: il vibonese Lo Schiavo si chiama fuori

I buoni propositi, le promesse di discontinuità e cambiamento si sono infine infrante sull’altare delle logiche dell’opportunità politica e sui calcoli delle alleanze trasversali. La fuga in avanti di Liberi e uguali, più volte enunciata anche dal già presidente del Senato Piero Grasso, si è sciolta come neve al sole e la coalizione, alle prossime elezioni politiche del 4 marzo, in Calabria punterà su volti ampiamente noti.

Nel vertice romano per la definizione delle candidature passa infatti la linea dei maggiorenti, con il deputato uscente Nico Stumpo lanciato verso una sicura riconferma da capolista in entrambi i listini proporzionali alla Camera, e il coordinatore regionale di Sinistra Italiana, Angelo Broccolo, capolista nel collegio unico al Senato. 

Scelte che hanno suscitato evidenti malumori nei territori dove, il nuovo soggetto nato dall’alleanza tra Movimento democratico e progressista, Si e Possibile, aveva cominciato ad attrezzarsi in chiave elettorale confidando in un criterio che salvaguardasse la rappresentanza e, appunto, la discontinuità

Da Cosenza a Reggio, passando per Catanzaro e Vibo, cresce in queste ore l’insofferenza di chi, nella recente assemblea regionale di Lamezia Terme, si era fatto portavoce delle istanze dei vari coordinamenti provinciali chiedendo segnali di chiarezza ed equità nella formazione delle liste. Cosa che evidentemente è venuta meno dal momento in cui Grasso ha optato sull’adozione della “linea Stumpo”. A chiamarsi fuori, fiutando l’inghippo, e ancor prima che da Roma trapelassero i nomi del deputato crotonese e di Broccolo, erano stati i già candidati a sindaco di Catanzaro e Vibo, Nicola Fiorita e Antonio Lo Schiavo

Quest’ultimo in particolare, ha giocato nettamente d’anticipo, pubblicando su Facebook le sue considerazioni in ordine alla decisone della coalizione. «Alla fine – ha scritto il notaio vibonese -, ho ascoltato tutti, ho valutato tutte le condizioni e ho preso una decisone. Non mi candiderò alle prossime elezioni politiche. Grazie a chi ha riposto in me la fiducia per questa candidatura, in primis ai tanti amici e compagni che mi sono da sempre vicini e che continueranno, come me, a volere cambiare il modo di intendere e di fare politica in Calabria».

Una presa di posizione che ha suscitato diverse reazioni, a cominciare da quella dei tanti che hanno manifestato la delusione per la mancata designazione. Tra questi il segretario provinciale della Cgil Luigi Denardo. «Voglio ancora credere – ha detto – che non sia una decisione, ma una giusta e legittima reazione. Perché Antonio l’abbiamo già rimpianto una volta e doverlo fare per una seconda sarebbe davvero imperdonabile, per la sinistra e per il futuro del territorio». Una voce del coro dei tanti che, sottoscrivendo il documento che proponeva Lo Schiavo come candidato unico del territorio, alimentava le speranze per una buona affermazione del nuovo soggetto nel Vibonese. 

Reazioni, di segno diverso, anche da parte di chi ha cercato di ricondurre il coordinatore provinciale di Mdp a più miti consigli e a convincerlo a rimettersi in gioco nella tornata elettorale, offrendogli anche una candidatura di sua espressione (in “quota rosa”) in seconda posizione nel collegio Calabria sud. Una “lusinga” alla quale l’interessato ha manifestato di non voler cedere, mandando così un messaggio al suo partito in relazione alla logica adottata, che ha visto coalizzarsi Stumpo e l’ex assessore regionale Nino De Gaetano, con l’intervento di esponenti di primo piano della Regione, Oliverio in testa. 

Un’alleanza tra big che ha polverizzato le velleità di rappresentanza dei territori e che vede gli esponenti locali già in rivolta e pronti (soprattutto i “delusi” di Cosenza e Reggio) a far sentire la propria voce con iniziative forti

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