Alla fine dalla Capitanata, il solo grosso nome azzurro giunto a Ruvo di Puglia per la convention di Forza Italia è stato il presidente del Consiglio comunale di Foggia, Luigi Miranda, che ha accettato l’invito del coordinatore regionale e parlamentare Gino Vitali. Gli altri, da Franco Landella a Giandiego Gatta hanno preferito disertare, mostrando la loro contrarietà al duo Vitali-Sisto. Con loro anche Dario Damiani, la senatrice Minuto, Fulvio Martusciello, il responsabile degli enti locali Michele Simone, Giancarlo Ungaro, Gaetano Minutillo, consiglieri regionali Damascelli e Gianni Stea, Laura Di Pilato di Andria e molti altri esponenti della terra di Bari.
“Il partito deve parlarsi e confrontarsi insieme ai vari dirigenti e agli eletti. Noi siamo opposizione a Bari, in Regione e dobbiamo cercare di riorganizzarci per ripartire uniti con una linea precisa chiara”, ha detto Gianni Stea. “Servono i consensi, si può fare sintesi, ma si deve ribaltare una situazione sia a Bari, governata da 15 anni dal centrosinistra, sia in Regione Puglia con un governatore che oggi fa apparentamenti coi 5 Stelle e domani col centrodestra e non si sa con chi sta. Insieme ad altre liste civiche che servono possiamo vincere. I 5 Stelle quando si deve scrivere il nome per le preferenze si sciolgono e si sarebbero sciolti anche alle politiche se ci fossero state le preferenze”.
Miranda ha portato la sua esperienza di rappresentante locale a Ruvo: “È importante dopo più di tre mesi fare un’analisi del voto. Non si può sottacere che la leadership è passata da Forza Italia alla Lega con Matteo Salvini e che il governo populista sia a trazione leghista. Questo non ci deve scoraggiare, il risultato ottenuto il 4 marzo è il dazio che abbiamo pagato per la nostra identità che mai e poi mai dovremo cambiare neanche nei periodi elettorali. Se si parla alla pancia dei cittadini è facile avere consensi, ma le promesse sono difficili da mantenere. Questo è il motivo per cui Forza Italia non ha raccolto quanto avrebbe meritato. Noi continuiamo però a rappresentare il punto di riferimento dei moderati, dei liberali, di tutti coloro che non si riconoscono in questo populismo dilagante, che saranno sempre di più di più di qui a qualche mese, perché anche coloro i quali sono oggi sfiduciati, se vedranno in Forza Italia un porto sicuro e un punto di riferimento continueranno a crederci e a seguirci. Non dobbiamo mollare, abbiamo il dovere di mantenere salde le situazioni in cui il centrodestra governa nella nostra regione e lo fa anche bene. Ci aspetta la partita delle partite: le regionali 2020. Abbiamo attraversato 3 lustri di buio totale: due presidenze Vendola e una di Emiliano condizionate da tinte fosche, senza promozione dei territori, dove c’è stato silo sacrificio dei cittadini pugliesi in nome delle ambizioni personali e nazionali di Vendola prima e di Emiliano dopo”.
Miranda non dimentica i periodi del suo civismo quando anche lui, nel 2014, fu tentato dalle sirene del Sindaco di Puglia. “Non vi nascondo che Emiliano aveva avuto una fiducia bipartisan – ha ammesso -, una fiducia che è stata tradita. Non può esistere una politica comunale, regionale e nazionale senza porre una partnership con Bruxelles. Se l’Italia arriva tardi e se la Regione Puglia non spende un euro siamo tagliati fuori”.
Due esempi: Gino Lisa e rifiuti. “Foggia ha assegnati 15 milioni di fondi Fesr per l’allungamento della pista, ma sono passati 5 anni invano. Nella terra di Padre Pio e nel turismo del Gargano, tra i migliori distretti d’Italia, quei fondi sono congelati perché la Regione ha deciso di non spenderli. Emiliano ha inoltre deciso di regalarne un’altra delle sue alla Capitanata, portandoci l’immondizia romana e rendendo palese il suo sodalizio nascosto con i 5 Stelle. Che Virginia Raggi se la tenga a casa sua, abbiamo tantissime difficoltà, stiamo cercando di rilanciare la raccolta differenziata e dobbiamo subire questo ulteriore regalo dal presidente Emiliano”.
Conclude citando il suo leader di una vita, Silvio Berlusconi. “Serve grande saggezza, nervi saldi e sangue freddo, ricordiamoci che noi rappresentiamo la parte fondamentale il Ppe, anche essere europeisti non ha pagato”.