Arresto bis per il boss di Vieste, Marco Raduano, 35 anni, e per tre dei suoi sodali: il nipote Liberantonio Azzarone, 28 anni e Luigi e Gianluigi Troiano, padre e figlio di 55 e 25 anni. Dopo l’arresto del 7 agosto scorso e la convalida del fermo, il giudice – dopo aver disposto il carcere – si dichiarò incompetente in quanto i reati di traffico di droga con l’aggravante della mafiosità sono di stretta competenza della DDA. Dopo aver trasmesso gli atti alla magistratura barese, il gip del capoluogo di regione, nelle scorse ore ha firmato l’ordinanza cautelare bis a carico di Raduano e dei suoi uomini. Una conferma molto importante quella giunta da Bari, fondamentale per evitare che l’ordinanza cautelare di inizio agosto perdesse efficacia scaduti i 20 giorni dai fermi.
I quattro uomini beccati il 7 agosto scorso da DDA e carabinieri sono accusati di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina e marijuana. Raduano è ritenuto colui che dirigeva “le attività illecite, procurando da Cerignola la droga da smerciare a Vieste, interagendo con gruppi criminali cerignolani, procurando i mezzi per il trasporto della droga, decidendo prezzo della sostanza e corrispettivi per i sodali”. Il nipote Azzarone avrebbe rifornito direttamente gli spacciatori al dettaglio, curando gestione finanziaria e recuperando i proventi dello spaccio, sostituendo Raduano quando era detenuto o ricoverato in ospedale in seguito all’agguato subito lo scorso 21 marzo. I due Troiano, invece, avrebbero “individuato i luoghi idonei per nascondere ingenti quantitativi di droga”.
Ai quattro viestani si contestano l’aggravante dell’associazione armata, quella dell’ingente quantitativo e soprattutto la mafìosità per i metodi usati in relazione “alle minacce e violenze nei confronti degli spacciatori indipendenti che non si rifornivano dal gruppo Raduano. I quattro indagati rispondono poi di concorso nella detenzione ai fini di spaccio di 152 chili di marijuana sequestrati dai carabinieri a Vieste il 15 ottobre 2017 nella casa vacanza di un turista estraneo alla vicenda. Raduano e Azzarone rispondono di concorso nella detenzione di 818 grammi di cocaina sequestrati il 30 marzo 2018; di concorso nella detenzione di altri 843 grammi di cocaina, 18 chili di marijuana e 6 chili e mezzo di hashish, sequestrati il 3 maggio 2018 quando i carabinieri arrestarono in flagranza Giovanni Surano, scoprendo un’abitazione dove erano custodite droga e armi.