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Ginulfi: "Alisson bel portiere con intuito e reattività. Pochi al suo livello"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 03-03-2018 - Ore 13:33

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Ginulfi:

L'ex portiere della Roma Alberto Ginulfi ha rilasciato un'intervista a gianlucadimarzio.com. Nell’intervista Ginulfi ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla partita di stasera, Napoli-Roma, e sul portiere giallorosso Alisson.

Sul rigore parato a Pelè.
"Erano una squadra fortissima: Zè Carlos, Leo, Edu, colonne del Brasile campione del mondo nel ’70. Noi eravamo una Rometta cercavamo di prenderne il meno possibile. Sullo 0-0 - a dieci minuti dalla fine del primo tempo - l’arbitro fischiò un rigore per loro. Pelé andò sul dischetto: prese la rincorsa, fece una finta e calciò rasoterra alla mia sinistra. Mi allungai e la bloccai, con questa mano. Al fischio finale, corse da me, si complimentò e mi regalò la maglia. M’invitò anche al ricevimento all’ambasciata brasiliana. Una serata splendida, c’era persino Benedicto Sormani, grande ex giallorosso".

Sull'ingaggio da parte della Roma.
"Che emozione vestire quei colori. Andavo al Flaminio quando si chiamava ancora stadio Nazionale, prima con mio padre, poi con gli amici. Giocarci era un sogno che si realizzava".

Sulla finale della Coppa Italia 1969, quando fu colpito da un oggetto lanciato dalle tribune.
"Era l’anno in cui Helenio Herrera mi affidò la porta, dopo aver coperto le spalle a Cudicini e Pizzaballa. Nel ’72 vincemmo anche il torneo anglo-italiano. Per la Roma di allora, erano grandi risultati”.

Sull'inattività per problemi cardiaci.
"Non avevo niente, era sballata la macchina ma vallo a spiegare. Nel ’69 era morto Taccola, avevano tutti paura”.

Sulla maglia di Totti.
"Mi piacerebbe averla, per me è stato un 10 di quel livello, è stato immenso. Abbiamo perso tanto, ma purtroppo il tempo è tiranno”.

Su Napoli-Roma.
“La squadra di Sarri merita il titolo, gioca sempre in velocità, è uno spettacolo. La Roma invece mi ha un po’ deluso, mi sembra anche in difficoltà atletica”. 

Su Alisson.
“Alisson è un bel portiere, oggi ce ne sono pochi di quel livello. Ha intuito e reattività, le doti che non devono mai mancare a un numero 1. E usa bene i piedi. Anch’io li sapevo usare, solo che ai miei tempi non era richiesto”.

 

Fonte: gianlucadimarzio.com

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