Avellino alla ribalta delle cronache nazionali, Rusolo: “Bisogna dimostrare che c’è di meglio”

La presidentessa di EuDem a muso duro sugli eventi dell'ultima settimana nel capoluogo

rusolomaria1Avellino – Il capoluogo sembra non aver tregua dalle situazioni imbarazzanti. Induzione alla prostituzione, falsi diplomi, sono solo alcune delle voci alla ribalta della cronaca avellinese. Ieri sono scattati anche i sigilli al Liceo Mancini, quando lo scorso anno la struttura si era detta sicura. 

Ne abbiamo discusso con Maria Rusolo, presidentessa di EuDem, dopo il live Facebook con il collega Giovanni Bove. Da tempo i due hanno imboccato “la via del social” per trovar spazio in un partito (il PD), nel quale “parlano sempre gli stessi e non rappresentano nessuno – spiega Rusolo – Spesso mi rimproverano di criticare il mio partito e mi chiedono perché non esca, non rendendosi conto che se non siamo in grado di esprimere di meglio, se non diamo alla città la convinzione che c’è qualcos’altro oltre quelli che hanno amministrato in questi anni, piangeremo sul latte versato. Il senno va usato ora, non poi“.

La vicenda delle minorenni coinvolte nello scandalo di Via Vasto invita alla riflessione su numerosi aspetti che riguardano la nostra società, ma, probabilmente, il linguaggio con cui ci si esprime parlando o scrivendo della questione è il dato più emblematico. E’ più facile ridurre tutto a delle offese triviali, perdendo di vista il vero problema e come intervenire. Lei ha scritto una nota in cui fa appello al Vescovo….

Personalmente sono disgustata, perché sembra quasi che chi è stata vittima diventi carnefice. Il linguaggio esprime una cultura, un modo di pensare e di essere all’interno di un contesto sociale. Come per i fatti di Weinstein, si è persa la dimensioni degli avvenimenti e l’asse della discussione si è spostato sul giudizio morale di chi ha subito comunque un abuso di potere, ma è passato per una poco di buono. Con queste adolescenti, poco più che bambine, si è avuto lo stesso metro di valutazione e la stessa violenza d’espressione, che riguarda le donne in generale. Lo vediamo in politica dove l’opinione di una donna non riguarda mai quali competenze hanno o non hanno, ma si lega tutto a una connotazione fisica o a una forma di disprezzo delle sue attitudini. Avellino è una città piccolo-borghese, abituata a celare i fatti sotto il tappeto, che insegna ai ragazzi, non a sognare o a raggiungere degli obiettivi con impegno, ma ad apparire, a possedere tutto. Questo significa abbandonare a se stessi ragazzi e ragazze che non hanno gli strumenti per essere consenzienti, dove essere consenzienti significa che non hanno la consapevolezza di ciò che è bene e male. La capacità di discernimento, se gli adolescenti non vengono guidati e tenuti per mano, da sola non basta. Se tutti sapevano poi perché non hanno denunciato?

Nella città degli abusi, è balzata alle cronache nazionali la vicenda di Paola De Angelis, la disabile intervistata dalle Iene, che da anni non esercitava il suo lavoro, versando in condizioni di disagio. La donna si è rivolta spesso all’ente, ma non ha trovato risposte. Lei è un avvocato giuslavorista, come ritiene si debba procedere? Qual è invece il suo giudizio politico sulla questione?

Non conosco nel dettaglio i fatti, ma recupero due dati. La dottoressa è vincitrice di un concorso e assunta con delle mansioni che devono essere riferite a livello di inquadramento, invece la signora non ha mai svolto le mansioni individuate. C’è una forma di ghettizzazione della dottoressa De Angelis che lascia interdetti, soprattutto se la signora in questi anni ha presentato una serie di richieste prima informali ai suoi superiori e poi formali. C’è un inadempimento di grave rilievo, tale da poter determinare anche il licenziamento per giusta causa. In ogni caso esistono delle procedure relative al procedimento disciplinare. Non conosco l’inquadramento preciso dei dirigenti, ma suppongo siano assunti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. La legge Madia è intervenuta sulla procedura disciplinare, a tutela e del datore di lavoro, che in questo caso è il Comune, e a tutela dei dirigenti, per cui non capisco perchè all’indomani del fatto non si sia aperta un’indagine interna per capire di chi fossero oggettivamente le responsabilità. Mi chiedo perché sollecitare il Sindaco ad esprimersi,  quando non è la prima che toppano i dirigenti (Teatro Gesualdo) e perché non dicano nulla l’Assessore ai Servizi Sociali e l’Assessore al Personale. Nessun consigliere inoltre si è fatto portavoce di un’opera di moralizzazione all’interno di quell’ente.

E se si parla di opera di moralizzazione, quale esempio si dà quando un sindacalista vende falsi titoli per lucrare sulla pelle dei lavoratori? Non trova che anche le sigle sindacali, come la politica, stiano generando un ulteriore scollamento con la comunità?

Insegniamo, soprattutto ai ragazzi, che per guadagnarsi un posto di lavoro bisogna ricorrere ai mezzi illeciti. Bisogna cercare la raccomandazione, la segnalazione e quando non basta acquistare i titoli. Io sono figlia di un ex funzionario della CGIL e lavoro coi sindacati da tanti anni, il loro ruolo nessuno lo mette in discussione, ma trovo che sia lecito chiedersi i sindacati come si sono evoluti nel corso degli anni all’interno di una comunità. Che il sindacato non abbia svolto compiutamente il ruolo che gli viene assegnato non fa scalpore, lo vediamo anche con la vicenda dell’Alto Calore. Esistono personaggi equivoci che operano in questi ambienti e i lavoratori non si sono sentiti rappresentati, anche in occasione dell’approvazione di leggi molto importanti sul rapporto di lavoro, dai sindacati. Non è ingiuria dire che molto spesso i sindacati hanno agito a tutela del proprio bacino di voti e del proprio potere, anche nella contrattazione, piuttosto che pensare al lavoratore e alla sua sicurezza. Il venir fuori di questi casi è un fatto positivo, non c’è da costituirsi parte lesa nei confronti di chi ha agito. Nella nostra provincia sappiamo i sindacati come hanno agito rispetto a determinate questioni, come la assunzioni all’FMA o all’Ipercoop, per cui non sono rimasta sconvolta rispetto al servizio di Striscia la Notizia, ma indignata. 

A proposito di sicurezza, la struttura del Mancini di Via de Conciliis è stata sottoposta a sequestro preventivo, quando lo scorso anno la comunità fu rassicurata sulle condizioni dell’edificio. Assisteremo a un Cocchia bis?

Come sempre in una città in cui la classe dirigente ha pensato nel tempo solo a se stessa, a coltivare il proprio orticello, a creare collusioni con i parcheggiatori, collusioni con chi lavorava nelle cooperative e andava piazzato negli enti a partecipazione pubblica, verrebbe da dire “Chi pe sti mari va sti pesci piglia”. Spero fortissimamente che vadano a casa, perchè questa città e questi ragazzi meritano di meglio, qualcuno che sia in grado di produrre un pensiero politico e una classe dirigente che sia priva di scheletri nell’armadio. Se non si prendono posizioni nette rispetto a determinate questioni forse è perché si è ricattabili e noi meritiamo qualcuno che non lo sia e che non faccia voto di scambio.

Ermini ha convocato l’ex direttorio a Roma, il 7 Novembre, e il consigliere provinciale e comunale Gianluca Festa, suscitando non poche polemiche, anche per avere lasciato fuori il Sindaco…

Ermini forse sperava di convocare coloro i quali hanno gestito il partito in questi anni, quindi non avrebbe dovuto convocare nessuno. Con la segreteria De Blasio e col direttorio poi, la provincia di Avellino ha vissuto una serie di sconfitte evidenti. Non siamo riusciti a celebrare neanche un congresso ordinario. Non si capisce quale sia la ragione della convocazione di Festa e soprattutto chi rappresenti. Il partito democratico è in profonda crisi e non vedo perché gli iscritti come me debbano porsi il problema di muovere critiche se lo fanno con spirito costruttivo. Dovremmo essere interlocutori al pari degli altri. Non tutti siamo disposti ad aspettare di perdere le elezioni per poi fare mea culpa. Ci sono questioni più urgenti di un treno di cui occuparsi. Ermini avrebbe dovuto certamente confrontarsi col Sindaco, soprattutto alla luce della vicenda di Paola De Angelis. 

 

Source: www.irpinia24.it