Avellino – Le prospettive e la gestione del servizio idrico dell’Alto Calore servizi

Seneca:La privatizzazione dell'acqua è inaccettabile, per questo proponiamo un referendum consutivo

conferenza privatizzazione acquaAvellino – Questa mattina, alle ore 11: presso via F.lli Del Gaudio, si è tenuta una conferenza stampa per discutere sulle prospettive dell’Alto Calore servizi e sulla gestione del servizio idrico in provincia di Avellino. La situazione viene illustrata da Roberto Montefusco, coordinatore provinciale sinistra italiana. “ Noi abbiamo avvertito la necessita di questa conferenza stampa, prima dell’assemblea tra i sindaci e i soci dell’Alto Calore servizi che si terrà il 21 dicembre,  e che potrà rappresentare uno spartiacque molto delicato nella vicenda della società. Da molti anni, prima come Sel e poi come sinistra italiana, noi abbiamo sollevato il rischio che l’acqua irpinia finisse appannaggio di grandi gruppi privati interessati a mettere le mani su cospicue riserve idriche e a realizzare ingenti profitti attraverso la gestione del ciclo integrato delle acque. Oggi questa eventualità è seriamente in discussione, a causa di un enorme massa debitoria che grava sulle spalle dell’Alto Calore circa 140.000.000.00 di euro. In questi anni, inoltre, si è determinata una politica dissennata di gestione di Alto Calore e da questo punto di vista è pesante la responsabilità politica di quelli che si sono succeduti alla guida dell’ente.  Noi ci siamo rivolti all’opinione pubblica, ai sindaci agli amministratori e anche la magistratura. Quindi si arriva ad un bivio o ricapitalizzazione o fallimento. La strada che porterebbe poi l’apertura ai privati è quella che in tanti sembrano voler proseguire a partire dalle dichiarazione dell’amministrato delegato dell’alto Calore Michelangelo Ciarcia. Far pagare ai comuni il debito non è un situazione possibile da attuare. L’amministratore di Alto Calore fa balenare già l’ipotesi di un bando aperto a tutti pubblico e privato e arriva a quantificare fino al 48% la misura delle quote da mettere sul mercato. Nelle dichiarazioni si dice aperto a qualunque ipotesi, si fa riferimento a tutti i possibili soggetti, compreso l’acquedotto pugliese.  Ma l’ipotesi che sembra prendere più corpo è  quella relativa a Gesesa , il gruppo Acea. Due sono i punti, il primo riguarda il referendum del 2011 dove gli italiani hanno votato contro la privatizzazione dell’acqua. Secondo punto in mano ad un privato i costi non diminuirebbero. Noi pensiamo che sia necessaria una mobilitazione anche in provincia di Avellino, e dare la possibilità agli irpini di esprimersi sulla gestione dell’acqua, e quindi un referendum consuntivo. Inoltre crediamo che vada fatto di tutto per garantire che Alto Calore servizi resti nella proprietà e nella gestione del servizio interamente pubblico”.

A seguire Gianicola Seneca presidente del comitato sannita acqua bene comune, il quale illustra come loro in merito alla medesima questione si stanno adoperando a Benevento. “Ritengo che le problematica di Alto calore e dell’Irpinia e del Sannio siano strettamente legate tra di loro. Il comitato nasce con lo scopo di promuovere in tutto il Sannio referendum per portare i cittadini ad esprimersi sul tema dell’acqua pubblica. Il comitato si ispira sostanzialmente al referendum del 2011 e alla sua mancata attuazione, alla dichiarazione dell’assemblea generale delle nazioni unite sull’acqua pubblica del 2010 e alla Laudato si di Papa Francesco dove si dice che la privatizzazione dell’acqua è inaccettabile. Siamo vicini a tutta l’Irpinia per dire no ad ogni tentativo di ricapitalizzazione e soprattutto all’ingresso del socio privato nel bene pubblico che è l’acqua. Anche se ci sono dei cattivi esempi di gestione pubblica non ci si può rassegnare a svender l’acqua al privato. Il nostro operato nel comitato è quello di promuovere un referendum consuntivo abbiamo raggiunto 2.200 firme e nel mese di febbraio dovremmo arrivare ad averne 3.000“. Infine Giuseppe Moricola, consigliere comunale di San Potito e Giuseppe Pedoto consigliere comunale di S. Martino Valle Caudina chiedono di garantire una consultazione pubblica sulla questione acqua anche nel territorio provinciale. Concordano pienamente al referendum e si aspettano un’operazione di chiarezza sui conti dell’Alto Calore.

Source: www.irpinia24.it