E’ morto il Giudice Imposimato, Carlo Sibilia: “Privilegio godere della tua amicizia”

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Pasquale Manganiello – È morto a Roma Ferdinando Imposimato. Ex magistrato, politico e avvocato italiano, è stato presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. Era stato ricoverato domenica 31 dicembre al Policlinico ‘Gemelli’ di Roma, nel reparto rianimazione.

Nell’ultimo video postato sul suo profilo Facebook il suo testamento politico. “Gli obiettivi che un Paese civile deve perseguire – sono le sue parole – sono l’eguaglianza dei diritti sociali e la solidarietà, compito non solo della Repubblica ma di tutti i cittadini verso i più bisognosi”. “Tutti – sosteneva Imposimato – devono poter accedere ai principali diritti sociali, fra questi il diritto a fare politica, ad accedere al Parlamento come avveniva in passato quando i vari Di Vittorio e Lama portavano avanti la politica di riscatto dei lavoratori”.

“L’unico privilegio che ho avuto da parlamentare è stato quello di godere della tua amicizia – ha scritto Carlo Sibilia su facebook – la tua grande umiltà mi ha fatto capire la tua immensa grandezza. In questo momento però sento solo la tua voce che in tono scherzoso mi dice “We…ma io e te siamo sempre amici?”. Si, Ferdinando. Per sempre. Un abbraccio mio Presidente. Che l’Italia conservi l’energia che le hai dedicato.  A me ne servirà tanta per superare questo momento.”

Imposimato è stato più volte in Irpinia durante alcune iniziative organizzate dal parlamentare pentastellato, in particolare per la presentazione del libro scritto da Sibilia (guarda qui il video dell’intervista al Giudice) e  l’ultima volta in occasione della campagna per il No al Referendum Costituzionale nel dicembre 2016.

Nato a Maddaloni, in provincia di Caserta, aveva 81 anni. Tra il 1987 e il 1992 era stato senatore prima nelle liste del Pci poi diventato Pds. Nel gennaio del 2013 e nel 2015 il suo nome era stato scelto dai grillini nelle ‘Quirinarie’ come candidato presidente della Repubblica. È stato giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981, l’omicidio del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Grand’ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana, ha ricevuto diverse onorificenze in patria e all’estero per il suo impegno civile. È stato autore di numerosi saggi, tra cui “Vaticano. Un affare di Stato” e “La Repubblica delle stragi impunite”.

Attualmente si occupava della difesa dei diritti umani, ed era impegnato nel sociale. È stato inoltre scelto per il riconoscimento di “simbolo della giustizia” dall’Onu in occasione dell’Anno della Gioventù.