Lo scandalo di Cambridge Analityca ha colpito duramente Facebook e gli sviluppatori che si appoggiano alla sua piattaforma ma sembra che all’orizzonte vi sia un’altra montagna da scalare. Da un report del NYT abbiamo appreso che Facebook, da oltre 10 anni a questa parte, ha degli accordi con i vari produttori di smartphone e computer per lo scambio dei nostri dati e di quelli dei nostri amici.
Intervenuta in maniera tempestiva sulla questione, Ime Archibong, vicepresidente di Facebook, ha affermato che che le collaborazioni con i produttori di dispositivi sono solo utili per aiutarli a fornire agli utenti “le migliori versioni possibili dell’esperienza Facebook“. I produttori che hanno collaborato con il social network non hanno accesso allo stato delle relazioni dei membri, alla religione, all’appoggio politico, agli eventi imminenti a ad altri dati.
Tuttavia, a favore del report del NYT ci ha pensato un redattore che ha effettuato l’accesso a Facebook tramite l’app Hub. Facendo ciò, è stato in grado di ottenere informazioni su 556 dei suoi amici. Questi dati includevano le loro inclinazioni politiche, la religione che praticavano, lo stato delle relazioni e qualsiasi evento imminente.
Insomma, nonostante si sta temporeggiando in attesa che Facebook faccia di meglio per gestire la piattaforma di condivisione dei dati che raccoglie, giorno dopo giorno, sugli utenti, è sempre più chiaro che è necessaria una regolamentazione a livello europeo che imponga dei paletti al social con sanzioni salate in caso di violazione.