La migrazione e’ un problema di natura sociale, non di sicurezza

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Londra – Questo editoriale nasce da una relazione che ho scritto nei primi giorni di agosto per un importante uomo politico europeo.
E’ attualissima perche’ oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo che ha unificato i due provvedimenti su immigrazione e sicurezza.

L’italia e’ la settima potenza industriale al mondo e la seconda in Europa.
E’ possibile che non sia in grado di gestire i flussi migratori?
Si e’ possibile!

E’ possibile perche’ una certa politica cavalca la paura degli italiani verso il diverso, sia esso di colore, di cultura, di religione, di razza., ottenendo voti e di conseguenza potere.
Quindi perche’ questa certa politica dovrebbe dire e fare il contrario?

Sta a noi far aprire gli occhi agli italiani.

Se e’ vero, come e’ vero, che l’immigrazione e’ uno dei principali problemi della societa’ italiana ed europea perche’ non si adottano strumenti per gestire al meglio la situazione?

Perche’ oggi la politica italiana considera l’immigrazione e’ un problema di ordine pubblico.

No! E’ un problema di natura sociale.

Dobbiamo considerarlo per quello che e’: un flusso di persone che inducono una societa’ al cambiamento, alla crescita, che diventera’ nello spazio di decenni, cosmopolita.

Credo che sarebbe quindi necessario un: Ministero delle Migrazioni e della Solidarieta’ per immigrati stranieri ed emigranti italiani istituito per dare servizi di prima assistenza e nell’espletare le pratiche burocratiche, di controllo e verifica dei flussi, dei lavoratori e dei datori di lavoro, ed azioni d’integrazione culturale e di volontariato (ambientale, sanitario, educativo, sportivo, etc.etc.).

Questo significherebbe alleggerire di un grosso fardello il Ministero degli Interni che potrebbe destinare uomini e mezzi verso altre attivita’.

Funzionamento del Ministero delle Migrazioni e della Solidarieta’
Oltre alla normale struttura ministeriale, la creazione di una struttura periferica distrettuale in relazione ai luoghi di arrivo e dell’accoglienza.

Totale funzionalita’ digitale, il personale potra’ essere recepito da altri ministeri/enti regionali/provinciali e comunali.
Il coinvolgimento degli studenti europei del programma Erasmus+ puo dare il segnale diunita’ europea e con l’aiuto delle associazioni di volontariato.

Per gli emigranti italiani servizi di consulenza economico, finaziaria, sociale e sanitaria ed anche di rapporto con i consolati dei paesi di trasferimento.

Il nuovo ministero dovra’ redigere una nuova “filiera dell’emigrazione” diversa dall’attuale. Dovra’ avere le carrateristiche della velocita’ (ottimento diritti), della sicurezza (sociale e sanitaria) e dell’innovazione tecnologica (documenti ed apparecchiature elettroniche per il riconoscimento ed il monitoraggio dei migranti )

In questa nuova filiera dovranno essere presenti con loro rappresentanti tutti i paesi dell’area Schengen/Ue per il disbrigo della pratiche di immigrazione che li riguardano.

Dotarsi di ispettori civili con funzioni di attivita’ giudiziaria per il control ed il monitoraggio dei migranti sia quelli in attesa del permesso di soggiorno sia quelli che gia’ anno il permesso di soggiorno.ISPETTORI CIVILI CON FUNZIONI DI POLIZIA GIUDIZIARIA PER IL CONTROLLO DEGLI IMMIGRATI

Per esempio un accordo tra Ministero delle Migrazioni della Solidarieta e Ministero della Difesa per utilizzare finalmente le 1500 caserme dismesse (milioni e milioni di mq.) dislocate su tutto il territorio nazionale e renderle disponibili anche per gli italiani che per vari motivi hanno bisogno di un tetto.

L’uso sara’ a credito di accoglienza personale detratto dalla busta paga dal primo mese di lavoro.

Un’altro esempio: accordo con il Ministero dell’Istruzione per coinvolgere i migranti nell’insegnamento della geografia e della storia dei loro paesi.

Un’altro esempio ancora d’integrazione: accordo con il Ministero dell’Ambiente per il coinvolgimento dei migranti in azioni di bonifica e manutezione del territorio italiano, scalabile dal credito di accoglienza.
Con le Regioni per ottenere gli spazi abitativi degli ex ospedali ormai in disuso.

Risorse umane
Oltre alle normali procedure di accesso al lavoro in un ente pubblico, potrebbero essere dislocate le persone che lavorano negli enti inutili, ed alcuni tra gli stessi migranti.

E’ utopia? Forse.

I numeri demografici ed economici dell’Italia dicono della necessita’ di avere migranti. Ultima la dichiarazione del presidente dell’Inps che parla di rischio pensioni se il numero dei migranti non sale.

Infine non dobbiamo perdere di vista la cosa principale: si parla di persone, di essere umani.

Dobbiamo capire che ogni volta che un migrante muore, muore anche un piccolo pezzo della nostra anima.

Forse non ce ne accorgiamo immediatamente, ma poi iniziamo a vedere l’aridita’ dei post che scriviamo, l’intolleranza verso i veri poveri, e crediamo, senza aprire gli occhi e la mente per informarsi adeguatamente, a tutto quello che una politica assetata di potere ci vuol far credere.

L’Italia sta perdendo i suoi valori che l’hanno resa inimitabile a spese della paura che le rendera’ agli occhi del mondo, sempre inimitabile, ma per altre ragioni.

Nell’economia (Analisi Swot) si afferma che un’impresa da una minaccia deve essere in grado di farla diventare un’opportunita’.

E questo vale, secondo me, anche per le migrazioni.
Sembra una minaccia, ma in realta’ e’ una opportunita’ che non dobbiamo assolutamente perdere.

Ieri Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della Cei ha espresso il mio stesso pensiero. Ha detto: “A me sembra strano che si parli di immigrati all’interno del decreto sicurezza. Inserirlo lì significa giudicare già l’immigrato per una sua condizione, per il suo essere immigrato e non per i comportamenti che può avere. E’ un brutto segnale sul piano culturale, perché si tratta di un tema sociale che va affrontato nel rispetto della legalità ma non possiamo considerare la condizione degli immigrati come una condizione di delinquenza“.

Ecco l’Italia deve fare un cambiamento di rotta o, meglio ancora, culturale.

Proviamoci.

Riccardo Cacelli

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