Il libro di Anna Maria Mori, esule istriana di padre toscano, è un tentativo, a distanza di oltre settantanni, di fare chiarezza su quelle giornate di sangue. “Non tutti erano fascisti e non tutti ebbero responsabilità dirette per i crimini dell’Asse”, dice la Mori che respinge la retorica di destra a difesa delle popolazioni italiane, “il Fascismo scatenò e perse la guerra innescando odio e rancori”, siostiene Anna Maria Mori, ma anche la giustificazione idelogica che viene da sinistra sulle responsabilità delle brigate partigiane di Tito ed è polemica anche con l’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia. In definitiva, un libro verità in cui c’è dentro vita vissuta da esule e Grande Storia, un messaggio di speranza e di pace da rivolgere alle nuove generazioni distanti anni luce da quei fatti di cui, spesso, non si conosce il portato.