Chiesa e Islam insieme per la pace

di Giancarlo Bregantini

«Nell'arca della fratellanza, è possibile incontrarsi, perché è possibile rispettarsi!». Con questo stile di ponte si srotola, inatteso, un documento che ha squarciato i nostri veli di riflessione. Ha tracciato nuovi orizzonti, aperto porte sbarrate da secoli e solo ora, in questi tempi di grazia, finalmente riaperte. Parla al cuore, ma ancor prima alla mente. Perciò, come ci ha chiesto il papa stesso nell'udienza di mercoledì scorso, va conosciuto, studiato e diffuso. 
Si tratta del documento firmato, proprio in questa settimana, il 4 febbraio 2019. Le firme sono quelle dei due vertici delle due grandi religioni mondiali: il mondo cattolico, per mano di papa Francesco; il mondo musulmano, per mano del grande Iman di Al-Azhar, Ahamad Al-Tayyeb.
È stato il punto più bello e duraturo del viaggio inatteso di papa Francesco, negli Emirati arabi, da domenica 3 febbraio a martedì 5. Era la prima volta che un papa visitava la Penisola arabica. Tutto il viaggio è stato accompagnato dalla figura di san Francesco. Due figure che, provvidenzialmente, avevano lo stesso nome. Nel 1219 frate Francesco incontra il sultano al-Malik al Kamil. Oggi, papa Francesco incontra il grande Iman e tiene per mano il principe ereditario, mentre entrano insieme nella splendida Moschea, scintillante di marmi e di ori. «Nel mio cuore - confessa il Papa - c'era frate Francesco, il Vangelo di Cristo, la preghiera al Padre per tutti i suoi figli, specialmente i più poveri e perché il dialogo tra il Cristianesimo e l'Islam divenga decisivo per la pace nel mondo».
Ma non è stata casuale la scelta della nazione. Oggi in grande crescita. Una opportuna ed azzeccata scelta geo-politica, in vista di un nuovo assetto mondiale, poichè l'Oriente, rispetto ad altre realtà, è sempre più centrale. Rischia di non essere «centrale» chi invece vuole costruire, ad ogni costo, muri di divisione tra Usa e Messico. Compresa anche la Cina, spesso frenata da una cultura troppo tecnicistica. È segno di futuro piuttosto chi sa coltivare segni antichi, come il copricapo tradizionale in palazzi modernissimi. Per questo gli Emirati arabi si sono fatti «crocevia» tra Oriente e Occidente, un'«oasi» multietnica e multi religiosa. Spazio perciò adatto per promuovere la cultura dell'incontro. Anche per merito di tanti cristiani, oltre un milione su otto, che sono arrivati in quella nazione per motivi lavorativi. Immigrati che hanno saputo «contaminare» positivamente la cultura mussulmana, proprio come fanno gli immigrati mussulmani tra di noi.
Il documento è stato a lungo «ragionato», in un anno di silenziose trattative. Per dirci che è sempre nel silenzio che maturano le cose grandi. Ragionato con sincerità e serietà. Due note decisive che lo rendono una vera «scuola» per il futuro. Dieci i valori su cui si basa, perché stilato in nome di Dio, dell'anima umana, dei poveri ed emarginati, orfani e vedove, dei popoli schiacciati, della fratellanza universale vissuta e lacerata, della libertà come dono prezioso di Dio, della giustizia e della misericordia ed in nome di tutte le persone di buona volontà! Adotta la cultura del dialogo, come Via; della collaborazione comune come Condotta e della conoscenza reciproca come Metodo! Valuta la crisi attuale come conseguenza dell'amaro allontanamento dai valori religiosi. Perciò, l'etica si è deteriorata, creando immense solitudini, con duplice insidia: o l'estremismo ateo o il fondamentalismo religioso, che hanno portato solo guerre e fame. Se ne esce, solo ricuperando i grandi valori comuni: la famiglia, la vita, il senso religioso, poiché le religioni non sono fonte di conflitti ma strade di pace, con la severa condanna di chi usa il nome di Dio per la violenza: infatti, Dio, l'Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la gente!
Dodici gli impegni finali, solenni, quasi le dodici stelle del volto di Maria: La pace per la convivenza, la libertà per il pluralismo, la giustizia per la misericordia, la tolleranza per l'accoglienza, il dialogo per la fratellanza, la protezione dei luoghi di culto, la condanna assoluta del terrorismo, no al termine «minoranza», perché escludente, reciprocità di talenti tra oriente ed Occidente, difesa della donna, dei bambini,degli handicappati e degli anziani.. Un vero capolavoro. Invito alla riconciliazione, appello alle coscienze, testimonianza della grandezza della fede in Dio e simbolo del'abbraccio tra Oriente ed occidente, per un'autentica pace.
A noi, ora, dargli tutta l'importanza che avrà, perché non si ha futuro senza la pace, costruita insieme.

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