Dolomiti Pride, le lesbiche non ci stanno. E Giuliana regala i tacchi al sindaco

Si avvicina il Dolomiti Pride di sabato 9 giugno e si susseguono gli appuntamenti di avvicinamento. Tre quelli in programma oggi, alle 14 la Trentino School of Management ospita il «Festival dei diritti: Convinzioni ideologiche e orientamento sessuale nelle relazioni di lavoro». Domani - vigilia del gay pride - l’ultimo degli incontri: «Volontà, veritas, arbitrio: fecondazione assistita e regole codicistiche».

Alle 18, a Volano, il BabaruM proporrà spettacoli e proposte musicali stravaganti. Alle 20, al campo di Rugby della Asd Rugby Trento, allenamento di rugby inclusivo per conoscere questo sport.

Intanto, Arcilesbica prende le distanze dall’iniziativa, dopo aver approfondito i contenuti del documento elaborato dagli organizzatori del Dolomiti Pride, indicato come «irriceviubile e lontano anni luce dalle istanze di reale liberazione che hanno dato origine al movimento lgbt e a tant altri moviment di liberazione, in primis quello delle donne». Il motivo? «A differenza degli organizzatori del Dolomiti Pride rifiutiamo l’introduzione in Italia dell’istituto giuridico della maternità surrogata, una pratca intrinsecamente lesiva dell’autodeterminazione femminile». Tra gli altri contenuti del documento, Arcilesbica si dice inoltre «contraria all’approvazione di leggi per l’assistenza sessuale dei disabili: non esiste il diritto al rapporto sessuale come non esiste il diritto ad un figlio. Le persone con disabilità hanno diritto al lavoro e a un’esistenza sociale, all’interno della quale l’amore può accadere». Infine, l’associazione si dice contraria alla regolamentazione della prostituzione: «Piutosto bisognerebbe interrogarsi sulle ragioni per cui, ancora oggi, gli uomini sentano il bisogno di comprare potere nei confronti delle donne».


 

EMILIO GIULIANA REGALA AL SINDACO LE SCARPE COL TACCO

«Il Dolomiti Pride? Tantissimi non lo condividono. Le immagini delle passate edizioni sono violente dal punto di vista visivo, pornografiche e blasfeme. In un Paese civile tutto questo non è accettabile». Non usa mezzi termini Emilio Giuliana, rappresentante di Progetto Nazionale, per denunciare quello che secondo l’associazione è il sentore generale attorno al gay pride. Ovvero una sensazione riguardante un evento che «va ben oltre la richiesta della parità di diritti di persone omossessuali». Tant’è che, citando sempre il comunicato di cui sopra, i componenti dell’associazione evidenziano come «nella città che ha ospitato il Concilio di Trento, veder sfilare omosessuali in atteggiamenti provocanti ed irrispettosi nei confronti della morale, lo riteniamo uno sfregio ai fedeli e alle vare comunità e congregazioni religiose sparse per tutta la provincia, oltre che alla comunità trentina in generale». Giuliana critica il sindaco Andreatta, che a differenza di Rossi e Valduga ha concesso il patrocinio alla manifestazione. E proprio ad Andreatta l’associazione Progetto Nazionale ha voluto dedicare un piccolo «regalo». Una parrucca viola, due scarpe col tacco ed un vestito provocante. «L’intenzione è quella di recapitare il tutto al sindaco - ha concluso Giuliana - cosicché possa calarsi nella parte in vista dell’evento che ha tanto sostenuto, per non arrivare impreparato».

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