NosBrasil, solidarietà infinita

di Guido Smadelli

Un’iniziativa di solidarietà iniziata nel 1994, sotto forma di sostegno e collaborazione con l’associazione Villa Sant’Ignazio di Trento, che ora proseguirà in valle di Non con gambe proprie, data la nascita della nuova associazione «NosBrasil», da poco costituita, e che ad aprile vivrà la sua prima assemblea, momentaneamente guidata da un direttivo provvisorio.

«Considerato che Villa San Ignazio non ha più nei suoi programmi di aiuto il Brasile, si è decisa la costituzione dell’associazione NosBrasil, nata grazie al nucleo storico di amici nonesi che negli anni scorsi si sono impegnati dando il loro aiuto agli amici brasiliani», spiega il presidente provvisorio Vigilio Pinamonti, affiancato fino al momento assembleare dalla segretaria-tesoriere Valentina Menapace e da Filippo Zanella.

«L’attività dell’associazione si concentrerà soprattutto nella raccolta dei fondi necessari per il proseguo dell’attività avviata in Brasile e per l’ampliamento del centro di accoglienza realizzato a San Leopoldo, con lo scopo di poter ospitare un maggior numero di bambini bisognosi».

Nel 1994 delle persone della valle di Non avevano avviato l’avventura, poi proseguita fino ad oggi. «I bambini brasiliani allora vivevano veramente in condizioni misere ed in ambienti molto degradati», testimonia Vigilio Pinamonti, componente di quella comitiva che si era recata nel Paese sudamericano.
Le condizioni di vita erano poi migliorate, con i governi di Lula e Dilma.

«Ma da due anni le cose sono cambiate in modo repentino, annullando i progressi fatti causa un’inversione dei programmi governativi rivolti allo sviluppo e sostentamento dei molti poveri che vivono in barrios e favelas, disseminati alle periferie delle città. Ed anche gli amici brasiliani aiutati in questi anni sono in difficoltà».

Così il gruppo noneso che faceva riferimento a Villa Sant’Ignazio ha deciso di rimboccarsi le maniche, per proseguire con quegli aiuti iniziati 24 anni fa, e che hanno visto una seconda comitiva (di cui faceva parte anche l’attuale presidente di NosBrasil) attraversare l’Atlantico e ritornare nelle periferie di San Leopoldo (estremo sud del Brasile), per confermare quell’accordo di sostegno steso con il missionario padre Oreste, discendente di una famiglia veneta emigrata, che frequentava la Val di Non (in particolare Sporminore) per questione di parentele.

Scomparso da tempo, padre Oreste "vive ancora", nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto, e dei molti brasiliani che ha aiutato, nei centri di accoglienza, tanto che l’amministrazione di San Leopoldo ha intitolato a suo nome uno dei nuovi "barrio" cittadini. Così come ha denominazione "Centro padre Oreste" la struttura realizzata per i bambini grazie al sostegno della Provincia e dei comuni di Trento e Tassullo, di altre istituzioni, e soprattutto di Villa Sant’Ignazio. Ora il dialogo viene continuato dalla nuova associazione "NosBrasil", che si impegnerà nella raccolta di fondi, per fare in modo che il centro di accoglienza prosegua la propria attività, e possa accogliere grazie ad un ampliamento un maggior numero di «meninos de rua», quei bambini di strada che nelle favelas e nelle periferie delle città sudamericane non hanno possibilità di studiare, di crescere, di vivere.
Per ora «NosBrasil» ha mosso i primi passi: ad aprile la prima assemblea, ed in quell’occasione saranno definiti in dettaglio i programmi e la composizione del direttivo titolare.

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