Al Dos dei Canoni, alpini e e schützen per difendere la pace

Toccante cerimonia domenica sul Dos dei Canoni, sopra Pomarolo. A cent’anni dalla fine della prima guerra mondiale i sindaci di Pomarolo, Nomi, Villa Lagarina e Nogaredo hanno deposto una rosa rossa in memoria dei caduti delle loro comunità: i nomi dei giovani soldati, più di 200, sono riecheggiati nel vento, accompagnati dalle note e dalle letture di musicisti e attori. Domenica, nel sito bellico recentemente recuperato sopra Pomarolo, si è parlato di pace.
 
«Una pace - ha detto il provveditore del Museo della guerra Camillo Zadra - che è molto fragile e tocca a noi difendere. Ha un senso chiamare per nome questi soldati: ognuno di loro è un individuo con una storia alle spalle. Oggi, a distanza di un secolo dalla fine del conflitto, li ricordiamo in un’ unica memoria, qualunque fosse la loro divisa». Non è un caso, dunque, che alpini e schützen abbiano sposato con convinzione l’iniziativa «Parole e note per la pace», gli uni accanto agli altri. «Per raggiungere questo luogo abbiamo camminato assieme, ma vogliamo che questo camminare non sia solo un passeggiare nel bosco, ma un momento per ricordare insieme chi da queste zone è partito senza più tornare», ha sottolineato il sindaco di Pomarolo Roberto Adami, accogliendo i presenti.
 
Poi la lettura dei nomi dei caduti dei quattro Comuni - 77 a Villa Lagarina, 51 a Pomarolo, 48 a Nogaredo e 37 a Nomi - e di alcuni spezzoni tratti da lettere e diari al fronte a cura della compagnia teatrale «I Sottotesto» di Nogaredo, seguita dall’Hallelujah di Cohen e di altri brani eseguiti dalla banda «F. e G. Fontana» di Pomarolo. Note che, oltre a toccare nel profondo l’animo dei partecipanti, hanno accompagnato la deposizione delle rose: uno ad uno, i quattro sindaci, Roberto Adami, Rinaldo Maffei, Romina Baroni e Fulvio Bonfanti hanno omaggiato le giovani vite spezzate.
 
«La guerra è stata il fallimento dell’umanità - ha concluso don Marco Morelli, parroco di Savignano - ma la pace è così fragile. Necessita della mobilitazione delle nostre coscienze e della capacità di intendersi e collaborare assieme».
 

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