L’inchiesta che ha portato all’arresto a Foggia dell’egiziano Abdel Rahman Mohy Eldin Mostafa Omer, di 59 anni, si inserisce in un più ampio contesto operativo che nel luglio scorso ha portato all’arresto sempre a Foggia di Eli Bombataliev, un militante ceceno dell’Isis, accusato di associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale.

All’arresto di Abdel Rahman si è giunti grazie alla segnalazione di operazioni sospette compiute dal cittadino egiziano e da sua moglie, Vincenza Barbarossa, di 79 anni, che hanno evidenziato una disponibilità economica dei due sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati, nel periodo dal 2011 al 2017. L’ipotesi è che l’Imam ricevesse il denaro attraverso la cosiddetta «zakat», una sorta di raccolta fondi tra i musulmani che frequentavano la moschea Al Dawa, gestendo il denaro accumulato in maniera poco trasparente. La base dell’attività di propaganda di Abdel Rahman, secondo gli investigatori, era la sede della associazione culturale «Al Dawa», una vera e propria moschea nel capoluogo dauno.

L'immobile è stato sequestrato dai finanzieri del Gico sulla base di un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Dda di Bari, insieme con tre conti correnti per un valore complessivo di 370mila euro. L’uomo è indagato per associazione con finalità di terrorismo anche internazionale e istigazione a delinquere

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