Siamo stanchi. E gridiamo a gran voce: adesso basta. Moviola, Var. Chiamatela come volete, ma utilizzate la tecnologia per ridurre il più possibile gli errori arbitrali. Quello a cui stiamo assistendo, che sia il campionato di calcio più bello del mondo (!) o la Champions, è uno scempio. Perché sempre più spesso, a decidere il risultato delle partite, sono gli errori arbitrali e non i gol di Messi. Spettacolo falsato, dunque. E' come se il tifoso diventasse acquirente inconsapevole di una di quelle borse bellissime, spacciate per griffate, in realtà taroccate.

Pretendere risultati più giusti è una questione di rispetto, per la passione di quanti credono ancora nell'imparzialità dell'esito di una partita; di rispetto per i presidenti delle società che vedono andare in fumo milioni di euro se eliminati non dal verdetto del rettangolo da gioco ma da sviste (dando per scontato che l'errore sia sempre casuale). Non crediamo ai complotti, alla sudditanza psicologica, alla teoria del tutto è già deciso a tavolino.

Però diventa difficile accettare le immagini dei rigori mancati e delle ammonizioni negate che inondano il web, di Barcellona-Roma, Inter-Juventus, Juventus-Real Madrid, Roma-Liverpool. C'è di tutto. Dai falli in area non fischiati ai palloni diretti in porta e respinti con la mano dal difensore di turno, al grottesco tuffo di Welbeck in Arsenal-Milan. Errori macroscopici, incredibili, difficili da comprendere. Non bisogna necessariamente essere tifosi interisti, juventini o romanisti, per capire che il meccanismo si è inceppato, va rivisto, aggiornato.

Perché il rimedio c'è. Si chiama tecnologia. Viene utilizzata col contagocce. Invece dovrebbe rappresentare il pane domenicale su ogni campo di calcio. Con la tecnologia le classifiche sarebbero diverse, le finali le giocherebbero le squadre eliminate, gli scudetti sarebbero assegnati ai secondi e non ai primi.

Perché allora non rispettare il popolo del pallone? Chi e cosa impedisce un utilizzo capillare di moviola e Var? Certe quetsioni sarebbero risolte in un secondo. È una questione di giustizia sociale, non di categoria. Anche il Casalnuovo Monterotaro ha protestato per le infelici decisioni arbitrali del campionato di Promozione lucana.

Gli esperti dell'università di Leuven, in Belgio, si sono presi la briga di analizzare l'uso della tecnologia in mille partite di calcio. Il risultato? Sconvolgente: la tecnologia ha ottenuto un tasso di precisione del 98,9 per cento nelle situazioni dubbie. E nel 5 per cento delle partite ha corretto un errore evidente.

In campo internazionale si assiste allo scontro Uefa-Fifa. La prima dice no alla tencologia, la seconda la utilizzerà già ai Mondiali di giugno. Preistoria contro modernità, contro dinamismo.
Gaetano Campione

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