×
La Gazzetta del Mezzogiorno.it
La Gazzetta del Mezzogiorno.it
Iscriviti al canale WhatsApp

Giovedì 28 Marzo 2024 | 18:40

Focus

Più fratelli meno coltelli
«dedicato a chi» vota a sinistra

 
OSCAR IARUSSI

Reporter:

OSCAR IARUSSI

05 Dicembre 2017

Più fratelli meno coltelli «dedicato a chi»  vota a sinistra

di OSCAR IARUSSI

Il mio grosso Grasso matrimonio prego. Parafrasando un film di successo, la battuta è scema e benevola (veniva meglio «cieco» o «bieco»), ma perdonabile, dài, per stemperare la solennità del momento «nuziale». La sinistra in frantumi si affida al presidente del Senato Pietro Grasso, siciliano di Licata, 72 anni, già magistrato antimafia, e a una coppia di termini che solo vent’anni fa primeggiavano in campi avversi: la libertà a destra, l’uguaglianza a sinistra. Invece ecco D’Alema, Bersani, Fratoianni, Speranza (nomen omen) proclamarsi «Liberi e uguali».

La nuova formazione elettorale federa Articolo 1 - Mdp (scissionisti del Pd), Si (scissionisti emeriti rifondaroli del Pci-Pds, poi meta-scissionisti di Sel) e Possibile di Civati. Possibile? Sì. «Questa è la nostra sfida: battersi perché tutti, nessuno escluso, siano liberi e uguali, liberi e uguali, liberi e uguali». Ripete tre volte il nome del nuovo soggetto politico, il presidente Grasso, chiudendo a Roma l’assemblea all’«Atlantico Live», megaspazio per concerti di Viale dell’Oceano Atlantico, scelto forse per diradare eventuali residui equivoci sull’orientamento geopolitico, tutto occidentale.

Alla fine Grasso tradisce uno sbocco di commozione e il pensiero degli italiani più «impegnati» (quindi i più nostalgici, Fazio e Veltroni insegnano) è andato al triplice grido «campioni del mondo», «campioni del mondo», «campioni del mondo» di Nando Martellini al termine della partita Italia-Germania Ovest l’11 luglio 1982. Grasso porta la mano sul cuore e si asciuga, pare, una furtiva lacrima quando in sala partono le note di Dedicato a chi del napoletano Lelio Morra: «Dedicato a noi / che siamo pronti per cambiare il mondo / noi... che siamo ancora in grado di sognare/ noi... che abbiamo tutto quanto da vivere, vivere, vivere». Non proprio la Canzone popolare di Ivano Fossati adottata quale inno dell’Ulivo di Romano Prodi nel 1996, però niente da eccepire.

Liberi e uguali è anche il titolo di un saggio di Nadia Urbinati contro l’egoismo e l’ignavia nella vita pubblica (Laterza, 2011). Certo, lo slogan coglie un nesso, una relazione, una dialettica cruciali, speriamo non solo intra moenia, cioè nel recinto delle formazioni che hanno dato vita al cartello elettorale. Mentre schiere di zie milanesi e il capannello dei lettori dei quotidiani (ultimi soldati giapponesi nella giungla del web) aspettano notizie sulle decisioni che Giuliano Pisapia potrebbe prendere da un secolo all’altro. Pure lui «libero e uguale»? Libero è bello? Liberi tutti e amen?

Fuor di celia, è un bene che gli ultimi eredi dei giacobini siano un po’ più fratelli (astenersi coltelli). «Liberté, Égalité, Fraternité ou la mort», recitava il motto del Comune di Parigi, il governo rivoluzionario istituito dopo la presa della Bastiglia (1789). Tutto sommato, vale anche per lo sbarramento al 3% previsto dalla legge elettorale per le prossime votazioni. Vi sarebbe il dettaglio che persino un risultato a due cifre, pronosticato ieri da Massimo D’Alema per «Liberi e uguali» dopo essersi schermito («Non sono il mago Otelma»), difficilmente eviterà la sconfitta politica della sinistra. Ma qui la responsabilità primaria appare di Matteo Renzi, segretario di un partito che quasi si auspicava la scissione puntualmente avvenuta, vagheggiando forse altre alleanze per riportare il Pd al governo.

Rischiamo che abbia ragione lo scrittore Alessandro Robecchi: «Sarà la prima campagna elettorale con due Berlusconi». Più le teste rasate di Como, i gentiluomini di Ostia e, chissà, i nazisti dell’Illinois di The Blues Brothers.

Speriamo almeno che i Red Brothers nati ieri non trascurino il culto della Ragione (occhio, non Regione), ponendo questioni e possibili soluzioni. Nell’eterna tragicommedia all’italiana, sarebbe Grasso che cola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Scorri verso il basso per leggere le altre Notizie

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)
Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - Impostazioni Privacy)